Scopo. L’uso di antimicrobici negli animali da allevamento ha un ruolo nell’aumento della resistenza antimicrobica (AMR). La presenza di batteri antibioticoresistenti nei prodotti carnei contribuisce alla diffusione di questo fenomeno attraverso la filiera alimentare non solo degli animali di allevamento ma anche della selvaggina che è sempre più a contatto con l’uomo ed il suo bestiame. Al genere Enterococcus spp. appartengono batteri Gram-positivi che, per la loro ubiquitarietà, sono considerati microorganismi sentinella per il monitoraggio della resistenza alla vancomicina. Il presente studio si propone di determinare la prevalenza di Enterococcus spp. vancomicina-resistenti sia nella carne di suini d’allevamento sia nella carne di cinghiali, al fine di valutare e comparare il ruolo dei prodotti carnei di allevamento e selvaggina come via di trasmissione di batteri AMR. Metodi. Nel 2021-2022, in Emilia-Romagna sono stati prelevati 598 campioni di carne suina e 404 campioni di carne di cinghiale. Per l’isolamento di Enterococcus spp. è stato impiegato il terreno Kanamycin Aesculin Azide Agar (37°C±1°C per 18-24 h) e sono stati utilizzati test biochimici per la conferma delle colonie tipiche. La resistenza alla vancomicina è stata valutata rilevando la Minima Concentrazione Inibente (MIC). Dal momento che la presenza di diversi operoni Van modifica l’intervallo di MIC legato all’AMR (64-256 μg/mL per VanA; 64-128 μg/mL per VanB ; 2-32 μg/mL per VanC1/2), i ceppi di Enterococcus spp. resistenti sono stati testati mediante PCR per valutare la presenza dei geni vanA, vanB e vanC1/2. I ceppi positivi sono stati ulteriormente caratterizzati tramite PCR in profili di virulenza (geni: asa1, gelE, cylA, esp, hyl). I ceppi patogeni sono stati identificati a livello di specie mediante test biochimici. Risultati. Sono stati isolati 341/598 (57%) ceppi di Enterococcus spp. da campioni di carne suina e 173/404 (42,8%) da carne di cinghiale. Nel complesso, si sono isolati ceppi AMR da 165/598 (48,4%) campioni di carne suina e 91/404 (52,6%) di carne di cinghiale, con valori di MIC compresi tra 2-4 μg/mL. L’unico gene di resistenza (vanC1/2), presente negli isolati sia di origine suina (56/165; 33,9%) sia di carne di cinghiale (4/91; 4,4%), si correla ai bassi valori di MIC rilevati. Gli isolati vanC1/2-positivi che possedevano geni di virulenza sono risultati 38/56 (67,8%) tra i ceppi di origine suina e 3/4(75%) tra i ceppi da carne di cinghiale. I geni di patogenicità maggiormente riscontrati sono stati gelE e asa1, rispettivamente negli isolati da maiale e da cinghiale. L’identificazione di specie ha permesso di rilevare prevalentemente E. gallinarum e E. casseliflavus. Nessuna differenza statisticamente significativa delle variabili analizzate è stata rilevata tra gli isolati dalle due matrici carnee (p>0,05). Conclusioni. L’elevato consumo di carne suina nonché il crescente interesse da parte del consumatore di prodotti della selvaggina, giustificano il monitoraggio della resistenza antimicrobica in queste matrici. I risultati qui riportati mostrano alte prevalenze di ceppi resistenti comunque associati a bassi valori di MIC come riportato in letteratura per le specie di Enterococcus spp. i In conclusione, non va esclusa l’importanza del monitoraggio del fenomeno dell’AMR associato alla diffusione di Enterococcus spp. patogeni dagli alimenti di origine animale all’uomo ed il ruolo svolto dalla fauna selvatica.
Resistenza alla vancomicina e presenza di geni di virulenza in Enterococchi isolati da carne di maiale e di cinghiale / Andriani, L.; Rega, M.; Bonilauri, P.; Pupillo, G.; De Lorenzi, G.; Bonardi, S.; Conter, M.; Bacci, C.. - (2024), pp. 58-59. (Intervento presentato al convegno Il Veterinario igienista e le nuove frontiere professionali tenutosi a Castellammare di Stabia (NA) nel 11-13 settembre 2024).
Resistenza alla vancomicina e presenza di geni di virulenza in Enterococchi isolati da carne di maiale e di cinghiale
L. Andriani
;M. Rega;G. Pupillo;G. De Lorenzi;S. Bonardi;M. Conter;C. Bacci
2024-01-01
Abstract
Scopo. L’uso di antimicrobici negli animali da allevamento ha un ruolo nell’aumento della resistenza antimicrobica (AMR). La presenza di batteri antibioticoresistenti nei prodotti carnei contribuisce alla diffusione di questo fenomeno attraverso la filiera alimentare non solo degli animali di allevamento ma anche della selvaggina che è sempre più a contatto con l’uomo ed il suo bestiame. Al genere Enterococcus spp. appartengono batteri Gram-positivi che, per la loro ubiquitarietà, sono considerati microorganismi sentinella per il monitoraggio della resistenza alla vancomicina. Il presente studio si propone di determinare la prevalenza di Enterococcus spp. vancomicina-resistenti sia nella carne di suini d’allevamento sia nella carne di cinghiali, al fine di valutare e comparare il ruolo dei prodotti carnei di allevamento e selvaggina come via di trasmissione di batteri AMR. Metodi. Nel 2021-2022, in Emilia-Romagna sono stati prelevati 598 campioni di carne suina e 404 campioni di carne di cinghiale. Per l’isolamento di Enterococcus spp. è stato impiegato il terreno Kanamycin Aesculin Azide Agar (37°C±1°C per 18-24 h) e sono stati utilizzati test biochimici per la conferma delle colonie tipiche. La resistenza alla vancomicina è stata valutata rilevando la Minima Concentrazione Inibente (MIC). Dal momento che la presenza di diversi operoni Van modifica l’intervallo di MIC legato all’AMR (64-256 μg/mL per VanA; 64-128 μg/mL per VanB ; 2-32 μg/mL per VanC1/2), i ceppi di Enterococcus spp. resistenti sono stati testati mediante PCR per valutare la presenza dei geni vanA, vanB e vanC1/2. I ceppi positivi sono stati ulteriormente caratterizzati tramite PCR in profili di virulenza (geni: asa1, gelE, cylA, esp, hyl). I ceppi patogeni sono stati identificati a livello di specie mediante test biochimici. Risultati. Sono stati isolati 341/598 (57%) ceppi di Enterococcus spp. da campioni di carne suina e 173/404 (42,8%) da carne di cinghiale. Nel complesso, si sono isolati ceppi AMR da 165/598 (48,4%) campioni di carne suina e 91/404 (52,6%) di carne di cinghiale, con valori di MIC compresi tra 2-4 μg/mL. L’unico gene di resistenza (vanC1/2), presente negli isolati sia di origine suina (56/165; 33,9%) sia di carne di cinghiale (4/91; 4,4%), si correla ai bassi valori di MIC rilevati. Gli isolati vanC1/2-positivi che possedevano geni di virulenza sono risultati 38/56 (67,8%) tra i ceppi di origine suina e 3/4(75%) tra i ceppi da carne di cinghiale. I geni di patogenicità maggiormente riscontrati sono stati gelE e asa1, rispettivamente negli isolati da maiale e da cinghiale. L’identificazione di specie ha permesso di rilevare prevalentemente E. gallinarum e E. casseliflavus. Nessuna differenza statisticamente significativa delle variabili analizzate è stata rilevata tra gli isolati dalle due matrici carnee (p>0,05). Conclusioni. L’elevato consumo di carne suina nonché il crescente interesse da parte del consumatore di prodotti della selvaggina, giustificano il monitoraggio della resistenza antimicrobica in queste matrici. I risultati qui riportati mostrano alte prevalenze di ceppi resistenti comunque associati a bassi valori di MIC come riportato in letteratura per le specie di Enterococcus spp. i In conclusione, non va esclusa l’importanza del monitoraggio del fenomeno dell’AMR associato alla diffusione di Enterococcus spp. patogeni dagli alimenti di origine animale all’uomo ed il ruolo svolto dalla fauna selvatica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.