Background: Un nostro recente lavoro ha dimostrato che, in atleti adolescenti di ambo i sessi, gli adattamenti cardiaci secondari all’attività sportiva agonistica sono minori nel sesso femminile rispetto a quello maschile, parallelamente a quanto precedentemente dimostrato in età adulta. Le atlete adolescenti presentavano infatti diametri, spessori e massa del ventricolo sinistro (VS) inferiori con minori modificazioni ECG indotte dall’esercizio quali la bradicardia sinusale, l’ipertrofia ventricolare sinistra e il pattern di ripolarizzazione precoce. Tale studio, tuttavia, considerava una casistica di atleti non omogenea per tipo di disciplina sportiva praticata, il calcio per i maschi e la pallavolo per le femmine. Obiettivo di questo studio è stato dunque quello di valutare se le differenze di genere precedentemente riscontrate siano imputabili prevalentemente al sesso o, piuttosto, siano influenzate anche dal tipo di allenamento praticato. Disegno dello studio: Abbiamo pertanto studiato 34 atleti agonisti della prima adolescenza (età media 13,0±1,4 anni), 17 maschi (M) e 17 femmine (F), tutti praticanti atletica leggera a livello agonistico con analogo protocollo di allenamento di tipo aerobico. Gli atleti sono stati sottoposti a visita cardiologica, ECG, esame ecocardiografico con studio non solo del VS ma anche del ventricolo destro (VD) e test ergometrico durante il quale, per ciascuna fase della prova (pre-esercizio, picco e recupero), sono stati ricavati dall’ECG, oltre la durata dell’onda P, PR, QRS, QT assoluto e corretto (QTc), anche nuovi marker di rischio aritmico quali la dispersione dell’intervallo QT nelle 12 derivazioni (QTd), l’intervallo compreso tra l’onda Q e l’apice dell’onda T (QT peak) e il rapporto QT peak /QT (Tpe). Risultati: M e F non mostravano significative differenze nei diametri, spessori e massa del VS con identica geometria eccentrica e sovrapponibile funzione sisto-diastolica all’esame convenzionale e all'analisi Doppler Tissutale. Simili parametri strutturali e funzionali venivano ricavati anche sul VD. All’ECG basale non si evidenziavano significative differenze tra i due sessi per quanto riguardava le alterazioni ECG comuni indotte dall’esercizio. Al test da sforzo, le F manifestavano una precoce tachicardizzazione (p=0,02) raggiungendo però la stessa frequenza cardiaca (FC) dei M al picco dello sforzo con minor decremento al 2° minuto di recupero (p=0,05), confermato da un Heart Rate Recovery maggiore nei M che nelle F (p=0,02) mentre al basale e al termine della prova la FC non era invece significativamente differente nei due gruppi. I valori pressori (PA) sistolici e diastolici mostravano simile andamento durante tutto il test nei M e nelle F con valori di doppio prodotto [DP=FC x PA sistolica] sovrapponibili. Nelle F vs i M, il QRS era più corto in tutti gli step con valori significativi al picco (p=0,05) e il QTd risultava maggiore al 1° minuto di esercizio (p<0,01) mentre non emergevano mai differenze per il QT, QT peak e Tpe. Conclusioni: L’atletica leggera, sport praticato nelle stesse modalità nei due sessi nell’adolescenza, offre l’opportunità di definire le variabili che condizionano il cuore d’atleta adolescente. Questo studio sembra suggerire che le giovani atlete possono presentare simili adattamenti strutturali ed elettrici cardiaci dei maschi se sottoposte allo stesso allenamento. Il significato delle differenze ECG durante test da sforzo resta da definire. La risposta cronotropa ma non quella pressoria all’esercizio sembra invece differire marcatamente tra i due sessi probabilmente per una diversa influenza della bilancia simpato-vagale. Questi risultati, meritevoli di conferma su casistiche più ampie, sembrano dimostrare, a questa età, il ruolo predominante del tipo di esercizio fisico rispetto al sesso.
L’Atletica leggera: effetti cardiovascolari negli atleti adolescenti. Studio ecocardiografico ed ergometrico / Demola, Pierluigi; Ceriello, Laura; Crocamo, Antonio; Cremonini, Isabella; Botti, Andrea; Gianfreda, Marina; Gioia, Margherita Ilaria; Calzi, Mauro Li; Goldoni, Matteo; Pela', Giovanna Maria. - ELETTRONICO. - (2016). (Intervento presentato al convegno 77° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia tenutosi a Roma nel 16-19 dicembre 2016).
L’Atletica leggera: effetti cardiovascolari negli atleti adolescenti. Studio ecocardiografico ed ergometrico
DEMOLA, PIERLUIGI;CROCAMO, Antonio;GIANFREDA, MARINA;GOLDONI, Matteo;PELA', Giovanna Maria
2016-01-01
Abstract
Background: Un nostro recente lavoro ha dimostrato che, in atleti adolescenti di ambo i sessi, gli adattamenti cardiaci secondari all’attività sportiva agonistica sono minori nel sesso femminile rispetto a quello maschile, parallelamente a quanto precedentemente dimostrato in età adulta. Le atlete adolescenti presentavano infatti diametri, spessori e massa del ventricolo sinistro (VS) inferiori con minori modificazioni ECG indotte dall’esercizio quali la bradicardia sinusale, l’ipertrofia ventricolare sinistra e il pattern di ripolarizzazione precoce. Tale studio, tuttavia, considerava una casistica di atleti non omogenea per tipo di disciplina sportiva praticata, il calcio per i maschi e la pallavolo per le femmine. Obiettivo di questo studio è stato dunque quello di valutare se le differenze di genere precedentemente riscontrate siano imputabili prevalentemente al sesso o, piuttosto, siano influenzate anche dal tipo di allenamento praticato. Disegno dello studio: Abbiamo pertanto studiato 34 atleti agonisti della prima adolescenza (età media 13,0±1,4 anni), 17 maschi (M) e 17 femmine (F), tutti praticanti atletica leggera a livello agonistico con analogo protocollo di allenamento di tipo aerobico. Gli atleti sono stati sottoposti a visita cardiologica, ECG, esame ecocardiografico con studio non solo del VS ma anche del ventricolo destro (VD) e test ergometrico durante il quale, per ciascuna fase della prova (pre-esercizio, picco e recupero), sono stati ricavati dall’ECG, oltre la durata dell’onda P, PR, QRS, QT assoluto e corretto (QTc), anche nuovi marker di rischio aritmico quali la dispersione dell’intervallo QT nelle 12 derivazioni (QTd), l’intervallo compreso tra l’onda Q e l’apice dell’onda T (QT peak) e il rapporto QT peak /QT (Tpe). Risultati: M e F non mostravano significative differenze nei diametri, spessori e massa del VS con identica geometria eccentrica e sovrapponibile funzione sisto-diastolica all’esame convenzionale e all'analisi Doppler Tissutale. Simili parametri strutturali e funzionali venivano ricavati anche sul VD. All’ECG basale non si evidenziavano significative differenze tra i due sessi per quanto riguardava le alterazioni ECG comuni indotte dall’esercizio. Al test da sforzo, le F manifestavano una precoce tachicardizzazione (p=0,02) raggiungendo però la stessa frequenza cardiaca (FC) dei M al picco dello sforzo con minor decremento al 2° minuto di recupero (p=0,05), confermato da un Heart Rate Recovery maggiore nei M che nelle F (p=0,02) mentre al basale e al termine della prova la FC non era invece significativamente differente nei due gruppi. I valori pressori (PA) sistolici e diastolici mostravano simile andamento durante tutto il test nei M e nelle F con valori di doppio prodotto [DP=FC x PA sistolica] sovrapponibili. Nelle F vs i M, il QRS era più corto in tutti gli step con valori significativi al picco (p=0,05) e il QTd risultava maggiore al 1° minuto di esercizio (p<0,01) mentre non emergevano mai differenze per il QT, QT peak e Tpe. Conclusioni: L’atletica leggera, sport praticato nelle stesse modalità nei due sessi nell’adolescenza, offre l’opportunità di definire le variabili che condizionano il cuore d’atleta adolescente. Questo studio sembra suggerire che le giovani atlete possono presentare simili adattamenti strutturali ed elettrici cardiaci dei maschi se sottoposte allo stesso allenamento. Il significato delle differenze ECG durante test da sforzo resta da definire. La risposta cronotropa ma non quella pressoria all’esercizio sembra invece differire marcatamente tra i due sessi probabilmente per una diversa influenza della bilancia simpato-vagale. Questi risultati, meritevoli di conferma su casistiche più ampie, sembrano dimostrare, a questa età, il ruolo predominante del tipo di esercizio fisico rispetto al sesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.