Il 7 ottobre 1760, mentre Vienna festeggiava le nozze dell’Arciduca Giuseppe d’Asburgo e Isabella di Borbone con "Alcide al bivio" del Metastasio e Hasse, Parma allestiva "Le feste d’Imeneo" di Frugoni e Traetta al Teatro Ducale. Fedeli allo spirito della riforma parmigiana, anche per il nuovo spettacolo il ministro Du Tillot e Frugoni si rifanno a fonti francesi: concepiscono però uno spettacolo in «un prologo e tre atti disgiunti». A differenza delle precedenti esperienze parmigiane, infatti, il libretto per "Le feste d’Imeneo" non è solo la traduzione in lingua e strutture italiane di pièces francesi, ma un vero rifacimento che dagli esemplari d’oltralpe prende solo lo spunto iniziale per poi riconcepirlo profondamente. Oltre alla simbologia sottesa nello spettacolo, cambia anche il ruolo della danza e la funzione delle macchine sceniche. A differenza delle sue fonti, infatti, Frugoni costruisce piccoli atti coerenti, vere azioni drammatiche con regolari esposizioni, climax, peripezia e scioglimento, sebbene in forme ridottissime; ogni atto dimostra una diversa funzione drammatica dei mezzi scenografici e coreutici e rende conto di differenti valenze teatrali della musica nella cultura settecentesca: distensivo, descrittivo, espressivo, gnomico pastorale. Sono insomma una mappa completa del ‘musicabile’ settecentesco. Le feste musicali frugoniane dimostrano così un senso drammatico efficace, autosufficiente, non da vivere, com’era lo spettacolo encomiastico barocco, ma da guardare con gli occhi dello spettatore. Recuperano, dunque, il rapporto con la corte e con la città su un piano esclusivamente spettacolare, come dimostrano diversi richiami ad altre manifestazioni che hanno animato la vita cittadina prima e dopo quella rappresentazione teatrale. Insomma "Le feste di Imeneo" sembrano concepite secondo una nuova percezione dello spettacolo festivo, integrato nella cerimonia di corte ma indipendente e assoluto, capace di creare un mondo virtuale, autosufficiente, separato dalla vita reale come chiedevano le nuove poetiche illuministiche.
Un catalogo della musica scenica: "Le feste d'Imeneo" nella riflessione teatrale nella Parma di Du Tillot / Russo, Paolo. - STAMPA. - (2011), pp. 257-282. (Intervento presentato al convegno La festa teatrale nel Settecento: dalla corte di Vienna alle corti d’Italia tenutosi a Venaria Reale nel 13-14 novembre 2009).
Un catalogo della musica scenica: "Le feste d'Imeneo" nella riflessione teatrale nella Parma di Du Tillot
RUSSO, Paolo
2011-01-01
Abstract
Il 7 ottobre 1760, mentre Vienna festeggiava le nozze dell’Arciduca Giuseppe d’Asburgo e Isabella di Borbone con "Alcide al bivio" del Metastasio e Hasse, Parma allestiva "Le feste d’Imeneo" di Frugoni e Traetta al Teatro Ducale. Fedeli allo spirito della riforma parmigiana, anche per il nuovo spettacolo il ministro Du Tillot e Frugoni si rifanno a fonti francesi: concepiscono però uno spettacolo in «un prologo e tre atti disgiunti». A differenza delle precedenti esperienze parmigiane, infatti, il libretto per "Le feste d’Imeneo" non è solo la traduzione in lingua e strutture italiane di pièces francesi, ma un vero rifacimento che dagli esemplari d’oltralpe prende solo lo spunto iniziale per poi riconcepirlo profondamente. Oltre alla simbologia sottesa nello spettacolo, cambia anche il ruolo della danza e la funzione delle macchine sceniche. A differenza delle sue fonti, infatti, Frugoni costruisce piccoli atti coerenti, vere azioni drammatiche con regolari esposizioni, climax, peripezia e scioglimento, sebbene in forme ridottissime; ogni atto dimostra una diversa funzione drammatica dei mezzi scenografici e coreutici e rende conto di differenti valenze teatrali della musica nella cultura settecentesca: distensivo, descrittivo, espressivo, gnomico pastorale. Sono insomma una mappa completa del ‘musicabile’ settecentesco. Le feste musicali frugoniane dimostrano così un senso drammatico efficace, autosufficiente, non da vivere, com’era lo spettacolo encomiastico barocco, ma da guardare con gli occhi dello spettatore. Recuperano, dunque, il rapporto con la corte e con la città su un piano esclusivamente spettacolare, come dimostrano diversi richiami ad altre manifestazioni che hanno animato la vita cittadina prima e dopo quella rappresentazione teatrale. Insomma "Le feste di Imeneo" sembrano concepite secondo una nuova percezione dello spettacolo festivo, integrato nella cerimonia di corte ma indipendente e assoluto, capace di creare un mondo virtuale, autosufficiente, separato dalla vita reale come chiedevano le nuove poetiche illuministiche.File | Dimensione | Formato | |
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