Nel 2013 Trebor Scholz curava per Routledge un testo titolato Digital Labor: The Internet as Playground and Factory. Il testo raccoglieva i contributi di alcuni tra gli studiosi più innovativi e eclettici del lavoro digitale e si proponeva di evidenziarne le tendenze e le implicazioni nell’epoca contemporanea. Il tema era il cambiamento del lavoro mediato dalle tecnologie di rete, nel momento in cui la tecnologia ibrida ogni ambito dell’esistenza sino a cambiare la definizione stessa di lavoro. Il dibattito evidenziava alcuni nodi irrisolti dell’economia digitale, in primo luogo i temi della rendita e del lavoro gratuito nell’ambito della rete, quali espressione della capacità di estrarre informazioni da milioni di consumatori come condizione per la difesa di posizioni strategiche nel capitalismo delle piattaforme. Il presente contributo si concentra precisamente su questi temi, sulla tendenza recente a interpretare la rete come un apparato di cattura distopico, a differenza delle speranze che le venivano associate, sottolineando le trasformazioni e il ruolo ambivalente svolto dall’automazione e della tecnologia nell’immaginario collettivo.
Ambivalence. Luci e Ombre del Lavoro Digitale / Coin, Francesca; Marco, Marrone. - In: ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE. OLTRE IL PONTE. - ISSN 1827-2479. - 17/1:(2018), pp. 25-35. [10.3280/ES2018-001003]
Ambivalence. Luci e Ombre del Lavoro Digitale
Francesca Coin;
2018-01-01
Abstract
Nel 2013 Trebor Scholz curava per Routledge un testo titolato Digital Labor: The Internet as Playground and Factory. Il testo raccoglieva i contributi di alcuni tra gli studiosi più innovativi e eclettici del lavoro digitale e si proponeva di evidenziarne le tendenze e le implicazioni nell’epoca contemporanea. Il tema era il cambiamento del lavoro mediato dalle tecnologie di rete, nel momento in cui la tecnologia ibrida ogni ambito dell’esistenza sino a cambiare la definizione stessa di lavoro. Il dibattito evidenziava alcuni nodi irrisolti dell’economia digitale, in primo luogo i temi della rendita e del lavoro gratuito nell’ambito della rete, quali espressione della capacità di estrarre informazioni da milioni di consumatori come condizione per la difesa di posizioni strategiche nel capitalismo delle piattaforme. Il presente contributo si concentra precisamente su questi temi, sulla tendenza recente a interpretare la rete come un apparato di cattura distopico, a differenza delle speranze che le venivano associate, sottolineando le trasformazioni e il ruolo ambivalente svolto dall’automazione e della tecnologia nell’immaginario collettivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.