La ricerca prende origine da una riflessione intorno alla nozione di modernità e razionalità della shoah, per come è stata proposta da Zigmunt Bauman al fine di spiegare la distruzione degli ebrei d'Europa. Il lavoro di Zigmunt Bauman ha segnato gli studi sulla shoah, in senso lato, in chiave storica, politologica, filosofica, ma soprattutto è sembrato rompere il silenzio sociologico attorno alla questione ebraica. L'efficacia della categoria di “modernità” è però stata messa in dubbio dalla recente storiografia, come ha dimostrato, ad esempio, il dibattito provocato dalla pubblicazione, nel 2000, del volume di Jan T. Gross sul massacro della comunità ebraica polacca di Jedwabne, il 10 luglio del 1941. L'apertura degli archivi dell'Europa dell'est, per lungo tempo inaccessibili, ha permesso di rivedere la storia di questi paesi ed in particolare il numero di morti ebrei nei territori sovietici e le modalità di sterminio negli stessi. La grande differenza, rispetto alle altre zone dell'Europa occupata, sta nella natura pubblica del genocidio e nel coinvolgimento delle popolazioni locali che collaborano agli eccidi. Da queste nuove sollecitazioni è nata l'idea di ripercorrere l'intera letteratura sociologica inerente all'Olocausto per mettere alla prova l'impostazione baumaniana e ricontestualizzarla.
Sociologia e Shoah: Una ricognizione storica / Messina, ADELE VALERIA. - (2011), pp. 1-18. (Intervento presentato al convegno Storie in corso VI, Attorno alla Guerra Civile Europea tenutosi a Catania nel 26-28/05/2011).
Sociologia e Shoah: Una ricognizione storica
Messina Adele Valeria
2011-01-01
Abstract
La ricerca prende origine da una riflessione intorno alla nozione di modernità e razionalità della shoah, per come è stata proposta da Zigmunt Bauman al fine di spiegare la distruzione degli ebrei d'Europa. Il lavoro di Zigmunt Bauman ha segnato gli studi sulla shoah, in senso lato, in chiave storica, politologica, filosofica, ma soprattutto è sembrato rompere il silenzio sociologico attorno alla questione ebraica. L'efficacia della categoria di “modernità” è però stata messa in dubbio dalla recente storiografia, come ha dimostrato, ad esempio, il dibattito provocato dalla pubblicazione, nel 2000, del volume di Jan T. Gross sul massacro della comunità ebraica polacca di Jedwabne, il 10 luglio del 1941. L'apertura degli archivi dell'Europa dell'est, per lungo tempo inaccessibili, ha permesso di rivedere la storia di questi paesi ed in particolare il numero di morti ebrei nei territori sovietici e le modalità di sterminio negli stessi. La grande differenza, rispetto alle altre zone dell'Europa occupata, sta nella natura pubblica del genocidio e nel coinvolgimento delle popolazioni locali che collaborano agli eccidi. Da queste nuove sollecitazioni è nata l'idea di ripercorrere l'intera letteratura sociologica inerente all'Olocausto per mettere alla prova l'impostazione baumaniana e ricontestualizzarla.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.