Il romanzo-saggio Nome de guerra di José de Almada Negreiros, pubblicato nel 1938, rappresenta uno degli esempi più compiuti e organici per osservare alcune caratteristiche del suo linguaggio, e in particolare per il ricorso a forme idiomatiche o gergali, neologismi, a forestierismi e a fenomeni caratteristici dell’oralità. Anche se tali aspetti rendono particolarmente tortuosa la versione in un’altra lingua, l’atto traduttivo, con la sua tendenza a scardinare e a riordinare, obbliga a un’osservazione approfondita del prototesto e della lingua di partenza, favorendo l’analisi di strutture e usi, in particolare in prospettiva diastratica e diafasica.
Nome de guerra: oralità, idiomatismi e prospettive di traduzione / Ragusa, Andrea. - In: RIVISTA DI STUDI PORTOGHESI E BRASILIANI. - ISSN 1129-4205. - (2024), pp. 115-129.
Nome de guerra: oralità, idiomatismi e prospettive di traduzione
Andrea Ragusa
2024-01-01
Abstract
Il romanzo-saggio Nome de guerra di José de Almada Negreiros, pubblicato nel 1938, rappresenta uno degli esempi più compiuti e organici per osservare alcune caratteristiche del suo linguaggio, e in particolare per il ricorso a forme idiomatiche o gergali, neologismi, a forestierismi e a fenomeni caratteristici dell’oralità. Anche se tali aspetti rendono particolarmente tortuosa la versione in un’altra lingua, l’atto traduttivo, con la sua tendenza a scardinare e a riordinare, obbliga a un’osservazione approfondita del prototesto e della lingua di partenza, favorendo l’analisi di strutture e usi, in particolare in prospettiva diastratica e diafasica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.