Il nesso tra festività e violenza è da un classico tema di ricerca nelle scienze sociali, che ha stimolato importanti contributi da parte degli storici del Medioevo e dell'età moderna. Tradizionalmente, gli storici hanno associato il disordine festivo alle classi subordinate e alla cultura popolare: una lettura approfondita del Carteggio sforzesco, ricco di resoconti dettagliati e vivaci inviati dalle periferie al centro del ducato milanese, suggerisce invece l'esistenza di una cultura pubblica condivisa che, nella Lombardia tardo medievale, attraversava i confini sociali, spesso riunendo persone di diverso status. Le lettere degli ufficiali sforzeschi, particolarmente attenti agli episodi di disordine festivo durante i periodi di crisi politica, mostrano anche che pratiche tradizionali come piantare alberi e raccogliere fronde all'inizio di maggio erano ugualmente diffuse in città e in campagna. L’analisi del ricco materiale fornito dal Carteggio porta alla luce pratiche che conosciamo perché erano considerate rilevanti dal punto di vista politico o criminale dagli attori o dalle autorità pubbliche: il che conferma una volta di più il valore euristico del conflitto, nonché la necessità di sfumare la nostra precomprensione degli ambienti urbani e rurali come contesti culturali rigidamente separati, e di ripensare e complicare il concetto stesso di cultura popolare.
«Omne dì de festa se fa qualche malefitio»: aspetti della conflittualitá festiva nelle città e nelle campagne lombarde alla fine del Medioevo / Gentile, Marco. - In: ARCHIVIO STORICO LOMBARDO. - ISSN 0392-0232. - (2023), pp. 89-115.
«Omne dì de festa se fa qualche malefitio»: aspetti della conflittualitá festiva nelle città e nelle campagne lombarde alla fine del Medioevo
GENTILE, Marco
2023-01-01
Abstract
Il nesso tra festività e violenza è da un classico tema di ricerca nelle scienze sociali, che ha stimolato importanti contributi da parte degli storici del Medioevo e dell'età moderna. Tradizionalmente, gli storici hanno associato il disordine festivo alle classi subordinate e alla cultura popolare: una lettura approfondita del Carteggio sforzesco, ricco di resoconti dettagliati e vivaci inviati dalle periferie al centro del ducato milanese, suggerisce invece l'esistenza di una cultura pubblica condivisa che, nella Lombardia tardo medievale, attraversava i confini sociali, spesso riunendo persone di diverso status. Le lettere degli ufficiali sforzeschi, particolarmente attenti agli episodi di disordine festivo durante i periodi di crisi politica, mostrano anche che pratiche tradizionali come piantare alberi e raccogliere fronde all'inizio di maggio erano ugualmente diffuse in città e in campagna. L’analisi del ricco materiale fornito dal Carteggio porta alla luce pratiche che conosciamo perché erano considerate rilevanti dal punto di vista politico o criminale dagli attori o dalle autorità pubbliche: il che conferma una volta di più il valore euristico del conflitto, nonché la necessità di sfumare la nostra precomprensione degli ambienti urbani e rurali come contesti culturali rigidamente separati, e di ripensare e complicare il concetto stesso di cultura popolare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.