Nel contributo redatto da Scholem in occasione delle celebrazioni per Rosenzweig che ebbero luogo a Gerusalemme il 26 dicembre 1936, la categoria dell’anticipazione viene messa in discussione per via del ruolo chiave che essa svolge nella teoria della redenzione di Rosenzweig. Con riferimento ad essa sarebbero stati sviluppati tutti gli insegnamenti cristiani, mentre SE non avrebbe invece trattato della giustizia, un concetto centrale dell'ebraismo che non può essere sviluppato a partire dalla categoria di anticipazione. La costellazione di concetti nel cui contesto viene qui discussa la questione presenta una sostanziale corrispondenza con gli appunti di Scholem su messianismo e giustizia del 1918/19. A parte la questione dell'apocalittica, che sarà successivamente al centro del confronto critico di Scholem con Rosenzweig, vi compaiono già tutti i concetti chiave in nome dei quali verrà espressa la critica successiva. Nella trattazione di Rosenzweig delle feste della redenzione in SE, si parla di una neutralizzazione del giudizio di Dio, che però non dovrebbe aver luogo - come per Scholem - attraverso il suo differimento, bensì attraverso la sua anticipazione. Anticipazione e differimento risultano essere dunque concetti speculari: Nel loro rapporto opposto con il futuro, entrambi si rivelano, nei rispettivi contesti, figure della neutralizzazione. Entrambi gli autori fanno riferimento, a questo proposito, al pensiero di Maimonde, per il tramite di Cohen. Per tutti e tre, l’esame di Maimonide suggerisce la necessità di distinguere tra diverse forme di futuro: Rosenzweig parla della necessità di non religiosizzare il futuro naturale; Scholem di quella di distinguere il futuro messianico da quello empirico; mentre per Cohen il futuro messianico non deve aspettare il futuro. Nell'intreccio tra presente e futuro attraverso l'anticipazione, sembra esserci qui di primo acchito un'affinità tra Cohen e Rosenzweig; tuttavia, sottolineare il diverso significato che l'anticipazione assume nella SE aiuta anche a comprendere meglio la critica di Scholem all'uso che Rosenzweig fa di questo termine. La torsione escatologica che Rosenzweig dà all'anticipazione è diametralmente opposta all'intenzione di Cohen di ripristinare attraverso di essa l'originaria apertura del tempo. E se la concezione di Rosenzweig può inizialmente evocare l'idea di un'istanza metastorica che, secondo l'apocalittica, dovrebbe irrompere nella storia, la neutralizzazione escatologica attraverso l'anticipazione assume in realtà in Rosenzweig una forma olistica, che la fa apparire più accostabile all'essere-un-tutto proprio dell'escatologia del Dasein (Gordon). L'anticipazione di Rosenzweig si rivela così essere l'opposto di quella vita nel differimento che Scholem definirà in seguito “idea anti-esistenzialista”. Anche le riserve critiche che Scholem esprimerà su tale vita non lo possono avvicinare a un'anticipazione che si chiude in un'escatologia presentica: esse infatti non cancellano l'inquietudine di una storia che, spinta dalla necessità di una neutralizzazione dialettica (ma non di una soppressione) delle potenzialità distruttive del messianismo apocalittico, nella sua radicale apertura al futuro appare alla fine più vicina alla visione di Cohen (Biale).

Vorwegnahme und Aufschub als Gestalten der Neutralisierung. Über Scholems Auseinandersetzung mit Rosenzweigs Theorie der Erlösung / Fiorato, Pierfrancesco. - In: ROSENZWEIG JAHRBUCH. - ISSN 1862-829X. - 13:(2023), pp. 119-138.

Vorwegnahme und Aufschub als Gestalten der Neutralisierung. Über Scholems Auseinandersetzung mit Rosenzweigs Theorie der Erlösung

Pierfrancesco Fiorato
2023-01-01

Abstract

Nel contributo redatto da Scholem in occasione delle celebrazioni per Rosenzweig che ebbero luogo a Gerusalemme il 26 dicembre 1936, la categoria dell’anticipazione viene messa in discussione per via del ruolo chiave che essa svolge nella teoria della redenzione di Rosenzweig. Con riferimento ad essa sarebbero stati sviluppati tutti gli insegnamenti cristiani, mentre SE non avrebbe invece trattato della giustizia, un concetto centrale dell'ebraismo che non può essere sviluppato a partire dalla categoria di anticipazione. La costellazione di concetti nel cui contesto viene qui discussa la questione presenta una sostanziale corrispondenza con gli appunti di Scholem su messianismo e giustizia del 1918/19. A parte la questione dell'apocalittica, che sarà successivamente al centro del confronto critico di Scholem con Rosenzweig, vi compaiono già tutti i concetti chiave in nome dei quali verrà espressa la critica successiva. Nella trattazione di Rosenzweig delle feste della redenzione in SE, si parla di una neutralizzazione del giudizio di Dio, che però non dovrebbe aver luogo - come per Scholem - attraverso il suo differimento, bensì attraverso la sua anticipazione. Anticipazione e differimento risultano essere dunque concetti speculari: Nel loro rapporto opposto con il futuro, entrambi si rivelano, nei rispettivi contesti, figure della neutralizzazione. Entrambi gli autori fanno riferimento, a questo proposito, al pensiero di Maimonde, per il tramite di Cohen. Per tutti e tre, l’esame di Maimonide suggerisce la necessità di distinguere tra diverse forme di futuro: Rosenzweig parla della necessità di non religiosizzare il futuro naturale; Scholem di quella di distinguere il futuro messianico da quello empirico; mentre per Cohen il futuro messianico non deve aspettare il futuro. Nell'intreccio tra presente e futuro attraverso l'anticipazione, sembra esserci qui di primo acchito un'affinità tra Cohen e Rosenzweig; tuttavia, sottolineare il diverso significato che l'anticipazione assume nella SE aiuta anche a comprendere meglio la critica di Scholem all'uso che Rosenzweig fa di questo termine. La torsione escatologica che Rosenzweig dà all'anticipazione è diametralmente opposta all'intenzione di Cohen di ripristinare attraverso di essa l'originaria apertura del tempo. E se la concezione di Rosenzweig può inizialmente evocare l'idea di un'istanza metastorica che, secondo l'apocalittica, dovrebbe irrompere nella storia, la neutralizzazione escatologica attraverso l'anticipazione assume in realtà in Rosenzweig una forma olistica, che la fa apparire più accostabile all'essere-un-tutto proprio dell'escatologia del Dasein (Gordon). L'anticipazione di Rosenzweig si rivela così essere l'opposto di quella vita nel differimento che Scholem definirà in seguito “idea anti-esistenzialista”. Anche le riserve critiche che Scholem esprimerà su tale vita non lo possono avvicinare a un'anticipazione che si chiude in un'escatologia presentica: esse infatti non cancellano l'inquietudine di una storia che, spinta dalla necessità di una neutralizzazione dialettica (ma non di una soppressione) delle potenzialità distruttive del messianismo apocalittico, nella sua radicale apertura al futuro appare alla fine più vicina alla visione di Cohen (Biale).
2023
In dem am 26.12.1936 von Scholem eingebrachten Diskussionsbeitrages zur Rosenzweig-Feier in Jerusalem wird die Kategorie der Antizipation als solche wegen ihrer Schlüsselrolle in der Erlösungstheorie Rosenzweigs in Frage gestellt. In Bezug auf sie sollen nämlich alle christlichen Lehren entstanden sein, während über die Gerechtigkeit, als einen der nicht aus der Kategorie der Antizipation entwickelbaren Zentralbegriffe des Judentums, würde SE schweigen. Die Begriffskonstellation, in deren Rahmen die Frage hier erörtert wird, verweist auf Scholems Notizen über Messianismus und Gerechtigkeit aus den Jahren 1918/19. Abgesehen von der Frage der Apokalyptik, die später im Mittelpunkt seiner kritischen Auseinandersetzung mit Rosenzweig stehen wird, und unabhängig davon erscheinen dort bereits alle Schlüsselbegriffe, in deren Namen die spätere Kritik geäußert wird. In Rosenzweigs Behandlung der Feste der Erlösung im SE findet eine Neutralisierung des Gottesurteils statt, die sich jedoch nicht – wie bei Scholem – durch dessen Aufschub, sondern durch dessen Vorwegnahme ereignen soll. Vorwegnahme und Aufschub erscheinen so als spiegelbildliche Begriffe: In ihrem gegensätzlichen Verhältnis zur Zukunft erweisen sich beide in den jeweiligen Kontexten als Gestalten der Neutralisierung. Beide Autoren berufen sich diesbezüglich auf Maimondes, und zwar über Cohen. Und für alle drei führt diese Auseinandersetzung mit Maimonides zu der Notwendigkeit, verschiedene Formen der Zukunft zu unterscheiden: Rosenzweig spricht von der Notwendigkeit, eine Religionifizierung der natürlichen Zukunft zu vermeiden; Scholem von derjenigen, messianische und empirische Zukunft zu unterscheiden; während für Cohen die messianische Zukunft nicht auf die Zukunft warten soll. In der Verschränkung von Gegenwart und Zukunft durch die Antizipation scheint hier zunächst eine Verwandtschaft zwischen Cohen und Rosenzweig zu bestehen; gerade die Hervorhebung der unterschiedlichen Bedeutung, die die Vorwegnahme im SE annimmt, hilft aber im Gegenteil auch Scholems Kritik an Rosenzweigs Verwendung dieses Begriffs besser zu verstehen. Die eschatologische Wendung, die Rosenzweig der Antizipation gibt, steht Cohens Intention, durch die Antizipation die ursprüngliche Offenheit der Zeit wiederherzustellen, diametral entgegen. Und wenn Rosenzweigs Auffassung zunächst den Gedanken der metahistorischen Instanz hervorrufen mag, die der Apokalyptik zufolge in die Geschichte einbrechen soll, so nimmt eigentlich die eschatologische Neutralisierung durch Vorwegnahme bei Rosenzweig eine holistische Gestalt an, die sie eher mit dem Ganz-Sein-Können der Eschatologie des Daseins vergleichbar erscheinen lässt (Gordon). Rosenzweigs Vorwegnahme erweist sich so als das Gegenteil desjenigen Lebens im Aufschub, das Scholem später als „anti-existentialistische Idee“ bezeichnen wird. Auch die kritischen Vorbehalte aber, die von ihm gegenüber einem solchen Leben geäußert werden, können Scholem einer Vorwegnahme keineswegs näher bringen, die sich in einer präsentischen Eschatologie schließt: denn sie tilgen nicht die Unruhe einer Geschichte, die, von der Notwendigkeit einer dialektischen Neutralisierung (aber nicht Unterdrückung) der zerstörerischen Potentialität des apokalyptischen Messianismus getrieben, in ihrer radikalen Offenheit zur Zukunft letztendlich näher an der Auffassung Cohens erscheint (Biale).
Vorwegnahme und Aufschub als Gestalten der Neutralisierung. Über Scholems Auseinandersetzung mit Rosenzweigs Theorie der Erlösung / Fiorato, Pierfrancesco. - In: ROSENZWEIG JAHRBUCH. - ISSN 1862-829X. - 13:(2023), pp. 119-138.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/2947452
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