Fino al 1992 un grande ostacolo alla comprensione dei disordini temporomandibolari (TMD) era rappresentato dalla mancanza di criteri diagnostici standardizzati per definire e classificare i diversi sottotipi di disordini temporomandibolari. Allo scopo di colmare questa mancanza, Dworkin e coll. (1) elaborarono un progetto, il quale condusse alla creazione di una serie di criteri diagnostici di ricerca per i disordini temporomandibolari (RDC/TMD) standardizzati e ripetibili. Fu cosi resa possibile una diagnosi scientifica delle più comuni forme di problemi muscolari e articolari legati all’apparato stomatognatico. Si possono distinguere sei punti chiave nella definizione degli RDC/TMD: 1) un lavoro interdisciplinare: questi criteri diagnostici di ricerca rappresentano il risultato di un accordo di un team formato da ricercatori in diversi ambiti di interesse, dalle scienze biologiche di base, alla clinica dentale, alle scienze comportamentali; 2) definizione operativa dei termini: gli RDC/TMD sono basati su termini misurabili al fine di rendere semplice la riproducibilità tra coloro che devono farne uso. L’adozione di questi criteri risulta dunque immediata; 3) utilizzo di dati epidemiologici; 4) specificazione dei metodi d’esame; 5) affidabilità delle misurazioni; 6) sistema diagnostico biassiale.
Aggiornamenti sugli utilizzi clinici e di ricerca dei criteri diagnostici di ricerca per i disordini temporomandinbolari: revisione della letteratura. Nota 1 / Bal, G; Daina, P; Segu', M; Bosco, M; Collesano, V. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - 20:1 Suppl 1(2009), pp. 49-54.
Aggiornamenti sugli utilizzi clinici e di ricerca dei criteri diagnostici di ricerca per i disordini temporomandinbolari: revisione della letteratura. Nota 1
SEGU' M;
2009-01-01
Abstract
Fino al 1992 un grande ostacolo alla comprensione dei disordini temporomandibolari (TMD) era rappresentato dalla mancanza di criteri diagnostici standardizzati per definire e classificare i diversi sottotipi di disordini temporomandibolari. Allo scopo di colmare questa mancanza, Dworkin e coll. (1) elaborarono un progetto, il quale condusse alla creazione di una serie di criteri diagnostici di ricerca per i disordini temporomandibolari (RDC/TMD) standardizzati e ripetibili. Fu cosi resa possibile una diagnosi scientifica delle più comuni forme di problemi muscolari e articolari legati all’apparato stomatognatico. Si possono distinguere sei punti chiave nella definizione degli RDC/TMD: 1) un lavoro interdisciplinare: questi criteri diagnostici di ricerca rappresentano il risultato di un accordo di un team formato da ricercatori in diversi ambiti di interesse, dalle scienze biologiche di base, alla clinica dentale, alle scienze comportamentali; 2) definizione operativa dei termini: gli RDC/TMD sono basati su termini misurabili al fine di rendere semplice la riproducibilità tra coloro che devono farne uso. L’adozione di questi criteri risulta dunque immediata; 3) utilizzo di dati epidemiologici; 4) specificazione dei metodi d’esame; 5) affidabilità delle misurazioni; 6) sistema diagnostico biassiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.