Il tema della relazione tra occlusione dentale, postura corporea, e disordini temporomandibolari (TMD) è uno dei più accesi argomenti di dibattito in odontoiatria, essendo stato oggetto frequente di speculazioni non sempre supportate da un’adeguata letteratura. Un approfondimento mirato alle possibili implicazioni diagnosticoterapeutiche di un approccio ai TMD basato sullo studio della postura corporea e dell’occlusione non può prescindere dalla valutazione della fisiologia. Esistono pochi dubbi sul fatto che determinate caratteristiche scheletriche a livello stomatognatico si accompagnino a meccanismi di compenso posturale a livello di distretti limitrofi (es. rachide cervicale, cingolo scapolo-omerale) e probabilmente anche a livello di distretti non limitrofi. In tal senso, la letteratura è supportiva della necessità di approfondire il rapporto tra grosse anomalie scheletriche nella relazione intermascellare, quali ad esempio severe retrognazie, marcate prognazie, iperdivergenze, e compensi posturali a livello del rachide e dell’appoggio plantare. Nonostante tali premesse, emergono problemi nell’interpretazione di tali ipotesi in chiave fisiopatologica e nel trasferimento di informazioni alla pratica clinica. Tra questi, il problema inerente alle difficoltà di misurazione ed il problema inerente alla mancanza di relazione tra caratteristiche occluso-posturali e la presenza di sintomatologia clinica.
Consensus document Occlusione, postura e disordini temporomandibolari. Approccio evidence-based alla pratica clinica / Manfredini, D; Segu', M; BRADY BUCCI, M; Castroflorio, T; DI GIOSIA, M; Peretta, R; Perinetti, G; Ridi, M; Ridi, R. - In: TAGETE. - ISSN 2035-1046. - (2011), pp. 298-301.
Consensus document Occlusione, postura e disordini temporomandibolari. Approccio evidence-based alla pratica clinica
SEGU' M;
2011-01-01
Abstract
Il tema della relazione tra occlusione dentale, postura corporea, e disordini temporomandibolari (TMD) è uno dei più accesi argomenti di dibattito in odontoiatria, essendo stato oggetto frequente di speculazioni non sempre supportate da un’adeguata letteratura. Un approfondimento mirato alle possibili implicazioni diagnosticoterapeutiche di un approccio ai TMD basato sullo studio della postura corporea e dell’occlusione non può prescindere dalla valutazione della fisiologia. Esistono pochi dubbi sul fatto che determinate caratteristiche scheletriche a livello stomatognatico si accompagnino a meccanismi di compenso posturale a livello di distretti limitrofi (es. rachide cervicale, cingolo scapolo-omerale) e probabilmente anche a livello di distretti non limitrofi. In tal senso, la letteratura è supportiva della necessità di approfondire il rapporto tra grosse anomalie scheletriche nella relazione intermascellare, quali ad esempio severe retrognazie, marcate prognazie, iperdivergenze, e compensi posturali a livello del rachide e dell’appoggio plantare. Nonostante tali premesse, emergono problemi nell’interpretazione di tali ipotesi in chiave fisiopatologica e nel trasferimento di informazioni alla pratica clinica. Tra questi, il problema inerente alle difficoltà di misurazione ed il problema inerente alla mancanza di relazione tra caratteristiche occluso-posturali e la presenza di sintomatologia clinica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.