OBIETTIVI: individuare una tecnica chirurgica efficace per indurre un dislocamento anteriore non riducibile del disco articolare (ADD) che ci permetta di condurre uno studio su tale disordine attraverso l’impiego di un modello sperimentale animale. MATERIALI E METODI: è stata effettuata un’attenta indagine bibliografica, ultimata nei primi mesi del 2006, che ha messo in evidenza come la tecnica più frequentemente impiegata per questo tipo di sperimentazione fosse quella introdotta da Ali e Sharawy, mentre il modello sperimentale per eccellenza fosse rappresentato dal coniglio e in modo particolare dal coniglio neozelandese. Dalla lettura di articoli successivi alla data in cui abbiamo interrotto le ricerche, è emersa una nuova tecnica chirurgica che non prevede l’apertura della capsula articolare, ma viste le poche nozioni raccolte e l’elevata affidabilità riportata in letteratura della tecnica precedentemente menzionata, abbiamo ritenuto opportuno impiegare quest’ultima. RISULTATI: 6 esemplari di coniglio neozelandese femmina sono stati dapprima anestetizzati e in seguito trattati chirurgicamente a livello dell’articolazione temporomandibolare di sinistra. Dopo aver praticato un’incisione di circa 2cm a livello della cute che sovrasta il processo zigomatico ed esposto le strutture articolari mediante l’asportazione della porzione più distale dello stesso, è stato messo bene in evidenza il disco e si è provveduto a recidere tutti i legamenti, fatta eccezione per quello posteriore. Successivamente il disco è stato dislocato in avanti e fissato al processo zigomatico dell’osso mascellare mediante filo da sutura fatto passare attraverso un foro precedentemente praticato nello spessore del processo zigomatico stesso. Appurato in sede intraoperatoria che il disco articolare manteneva la nuova posizione sia durante i movimenti di apertura che durante quelli di chiusura, l’intervento era da considerarsi concluso correttamente e si procedeva con la sutura della ferita. L’articolazione destra e un ulteriore esemplare animale sono serviti come modelli di controllo. CONCLUSIONI: al momento del prelievo dei campioni, che ha avuto luogo al termine del periodo di stabulazione precedentemente stabilito per ciascun animale, è stato possibile osservare che il disco articolare era ancora dislocato in avanti, nella posizione in cui era stato fissato chirurgicamente. Questo ci ha permesso di concludere che la tecnica chirurgica impiegata era non solo idonea, ma anche estremamente affidabile nell’indurre un dislocamento anteriore non riducibile del disco articolare nel coniglio.
Tecnica chirurgica per l’induzione del dislocamento anteriore del disco articolare nel modello animale / Politi, L; Galioto, S; Segu', M; Botticelli, A; Bosco, M; Collesano, V. - STAMPA. - (2007). (Intervento presentato al convegno III Congresso Nazionale SIDA “Occlusione e disordini temporo-mandibolari” tenutosi a Università di Roma “La Sapienza” Aula I Clinica Medica nel 15-16 Giugno 2007).
Tecnica chirurgica per l’induzione del dislocamento anteriore del disco articolare nel modello animale
SEGU' M;
2007-01-01
Abstract
OBIETTIVI: individuare una tecnica chirurgica efficace per indurre un dislocamento anteriore non riducibile del disco articolare (ADD) che ci permetta di condurre uno studio su tale disordine attraverso l’impiego di un modello sperimentale animale. MATERIALI E METODI: è stata effettuata un’attenta indagine bibliografica, ultimata nei primi mesi del 2006, che ha messo in evidenza come la tecnica più frequentemente impiegata per questo tipo di sperimentazione fosse quella introdotta da Ali e Sharawy, mentre il modello sperimentale per eccellenza fosse rappresentato dal coniglio e in modo particolare dal coniglio neozelandese. Dalla lettura di articoli successivi alla data in cui abbiamo interrotto le ricerche, è emersa una nuova tecnica chirurgica che non prevede l’apertura della capsula articolare, ma viste le poche nozioni raccolte e l’elevata affidabilità riportata in letteratura della tecnica precedentemente menzionata, abbiamo ritenuto opportuno impiegare quest’ultima. RISULTATI: 6 esemplari di coniglio neozelandese femmina sono stati dapprima anestetizzati e in seguito trattati chirurgicamente a livello dell’articolazione temporomandibolare di sinistra. Dopo aver praticato un’incisione di circa 2cm a livello della cute che sovrasta il processo zigomatico ed esposto le strutture articolari mediante l’asportazione della porzione più distale dello stesso, è stato messo bene in evidenza il disco e si è provveduto a recidere tutti i legamenti, fatta eccezione per quello posteriore. Successivamente il disco è stato dislocato in avanti e fissato al processo zigomatico dell’osso mascellare mediante filo da sutura fatto passare attraverso un foro precedentemente praticato nello spessore del processo zigomatico stesso. Appurato in sede intraoperatoria che il disco articolare manteneva la nuova posizione sia durante i movimenti di apertura che durante quelli di chiusura, l’intervento era da considerarsi concluso correttamente e si procedeva con la sutura della ferita. L’articolazione destra e un ulteriore esemplare animale sono serviti come modelli di controllo. CONCLUSIONI: al momento del prelievo dei campioni, che ha avuto luogo al termine del periodo di stabulazione precedentemente stabilito per ciascun animale, è stato possibile osservare che il disco articolare era ancora dislocato in avanti, nella posizione in cui era stato fissato chirurgicamente. Questo ci ha permesso di concludere che la tecnica chirurgica impiegata era non solo idonea, ma anche estremamente affidabile nell’indurre un dislocamento anteriore non riducibile del disco articolare nel coniglio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.