OBIETTIVI identificare gli specifici fattori occupazionali che possono modificare l’incidenza della cefalea in un gruppo di pazienti con disordini temporomandibolari. MATERIALI E METODI Da un database di 345 pazienti TMD sottoposti a visita gnatologica secondo i Criteri Diagnostici di Ricerca per i Disordini Temporomandibolari (RDC/TMD), è stato selezionato un campione di 73 pazienti in base ai seguenti criteri di inclusione: che abbiano riferito la presenza di cefalea nel questionario RDC/TMD, che svolgano un’attività lavorativa e in base ai seguenti criteri di esclusione: casalinghe, studenti, pensionati. I soggetti selezionati sono stati raggiunti telefonicamente ed è stato loro proposto di rispondere a due questionari, sulle caratteristiche del lavoro svolto e della cefalea. 40 soggetti hanno aderito allo studio. RISULTATI 36 soggetti sono di sesso femminile e 4 maschi, età media 44 anni. In accordo con l’Asse I RDC/TMD, 4 pazienti presentano diagnosi di disordini muscolari, 1 dislocazione discale, 4 artralgia/osteoartrite/osi e 32 pazienti hanno diagnosi mista. Nella valutazione dell’Asse II, lo stato di dolore cronico risulta essere di grado 0 in 7 pazienti, di grado 1 in 6, di grado 2 in 14, di grado 3 in 2 e di grado 4 in 5. 20 pazienti risultano avere un grado di depressione severo, 4 pazienti moderato. 24 pazienti mostrano un grado severo di somatizzazione e 7 moderato. Per quanto riguarda i risultati emersi dal questionario sull’attività lavorativa il tipo di lavoro più frequentemente svolto risulta essere l’impiegato (21 pazienti), seguito dal libero professionista (7), dall’operaio (5), dall’insegnante (3), dal fisioterapista (1), dallo scrittore (1), dalla sarta (1) e dal pulitore orafo (1). La maggioranza del campione in esame ha un ritmo di lavoro diurno, mentre la restante parte un ritmo turnista. L’attività lavorativa di 20 pazienti prevede uno spostamento pendolare. La media delle ore giornaliere di lavoro è di 7, con 2 giorni liberi a settimana. Le crisi di cefalea si presentano con orari preferenziali, in particolare la mattina appena svegli (10 pazienti) e nel tardo pomeriggio (per 12 pazienti) con un’intensità di dolore media (parzialmente disabilitante) nel 47% dei casi e forte (totalmente disabilitante) nel 45%. In media la durata delle crisi risulta dalle 3 alle 24 ore, e alleviabile nel 47% dei casi solo con l’assunzione di farmaci anti dolorifici (FANS), nel 23% con il riposo mentre nel 15% dei casi non esistono fenomeni allevanti per queste crisi. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI La cefalea è spesso lamentata dai pazienti affetti da disordini temporomandibolari con il suo carico in termini di costo sociale e sofferenza individuale. Le specifiche condizioni di lavoro, come il lavoro dell’impiegato, il lavoro sedentario e l’uso del personal computer, possono giocare un importante ruolo nell’insorgenza della cefalea in concomitanza a fattori di rischio professionali, come l’assunzione di una scorretta postura durate le ore lavorative.
Fattori occupazionali e cefalea primaria in un gruppo di pazienti con disordini temporomandibolari / Cuminetti, D; Lauriola, A; Borgese, S; Pucci, E; Segu', M; Collesano, V. - STAMPA. - (2009). (Intervento presentato al convegno Congresso Nazionale dei Docenti di Discipline Odontostomatologiche e Chirurgia Maxillo Facciale tenutosi a Roma - Palazzo dei Congressi nel 22-23-24 Aprile 2009).
Fattori occupazionali e cefalea primaria in un gruppo di pazienti con disordini temporomandibolari
SEGU' M;
2009-01-01
Abstract
OBIETTIVI identificare gli specifici fattori occupazionali che possono modificare l’incidenza della cefalea in un gruppo di pazienti con disordini temporomandibolari. MATERIALI E METODI Da un database di 345 pazienti TMD sottoposti a visita gnatologica secondo i Criteri Diagnostici di Ricerca per i Disordini Temporomandibolari (RDC/TMD), è stato selezionato un campione di 73 pazienti in base ai seguenti criteri di inclusione: che abbiano riferito la presenza di cefalea nel questionario RDC/TMD, che svolgano un’attività lavorativa e in base ai seguenti criteri di esclusione: casalinghe, studenti, pensionati. I soggetti selezionati sono stati raggiunti telefonicamente ed è stato loro proposto di rispondere a due questionari, sulle caratteristiche del lavoro svolto e della cefalea. 40 soggetti hanno aderito allo studio. RISULTATI 36 soggetti sono di sesso femminile e 4 maschi, età media 44 anni. In accordo con l’Asse I RDC/TMD, 4 pazienti presentano diagnosi di disordini muscolari, 1 dislocazione discale, 4 artralgia/osteoartrite/osi e 32 pazienti hanno diagnosi mista. Nella valutazione dell’Asse II, lo stato di dolore cronico risulta essere di grado 0 in 7 pazienti, di grado 1 in 6, di grado 2 in 14, di grado 3 in 2 e di grado 4 in 5. 20 pazienti risultano avere un grado di depressione severo, 4 pazienti moderato. 24 pazienti mostrano un grado severo di somatizzazione e 7 moderato. Per quanto riguarda i risultati emersi dal questionario sull’attività lavorativa il tipo di lavoro più frequentemente svolto risulta essere l’impiegato (21 pazienti), seguito dal libero professionista (7), dall’operaio (5), dall’insegnante (3), dal fisioterapista (1), dallo scrittore (1), dalla sarta (1) e dal pulitore orafo (1). La maggioranza del campione in esame ha un ritmo di lavoro diurno, mentre la restante parte un ritmo turnista. L’attività lavorativa di 20 pazienti prevede uno spostamento pendolare. La media delle ore giornaliere di lavoro è di 7, con 2 giorni liberi a settimana. Le crisi di cefalea si presentano con orari preferenziali, in particolare la mattina appena svegli (10 pazienti) e nel tardo pomeriggio (per 12 pazienti) con un’intensità di dolore media (parzialmente disabilitante) nel 47% dei casi e forte (totalmente disabilitante) nel 45%. In media la durata delle crisi risulta dalle 3 alle 24 ore, e alleviabile nel 47% dei casi solo con l’assunzione di farmaci anti dolorifici (FANS), nel 23% con il riposo mentre nel 15% dei casi non esistono fenomeni allevanti per queste crisi. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI La cefalea è spesso lamentata dai pazienti affetti da disordini temporomandibolari con il suo carico in termini di costo sociale e sofferenza individuale. Le specifiche condizioni di lavoro, come il lavoro dell’impiegato, il lavoro sedentario e l’uso del personal computer, possono giocare un importante ruolo nell’insorgenza della cefalea in concomitanza a fattori di rischio professionali, come l’assunzione di una scorretta postura durate le ore lavorative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.