Dovendo individuare un elemento riassuntivo, con i dati di cui disponiamo oggi, è possibile stabilire, senza forzature, una stretta correlazione tra lettura dei libri e incremento della qualità della vita e del benessere complessivo della persona e delle comunità. Nelle aree (o nelle persone) presso le quali la lettura dei libri è maggiormente praticata è più diffusa anche la lettura di giornali, si va più spesso al cinema o a teatro, si ascolta più musica, si frequentano di più i musei. In tali condizioni si riscontra un tasso di reddito più elevato, una società più coesa, maggiori capacità di innovazione e sviluppo, un incremento di attenzione alla legalità, una diminuzione della criminalità, della corruzione nonché della discriminazione nei confronti delle donne. I benefici apportati dalla lettura sono diversi e numerosi: la lettura è un “antidoto” alla manipolazione narrativa altrui (della pubblicità, della politica) è una difesa dal “pensiero unico” (che costituisce il “seme” del pregiudizio), è uno strumento di costruzione e ricostruzione del Sé, e della propria vita, incrementa le competenze utili alla gestione del proprio futuro, potenzia le capacità di comprensione di se stessi e degli altri, rinforza la capacità di immaginazione. La lettura viene solitamente incontrata nella primissima infanzia, nella relazione di cura e di prossimità (anche fisica) con un adulto significativo ed è dunque un’esperienza strettamente correlata con la motivazione e le competenze in questo campo delle figure genitoriali. Le prime esperienze “pubbliche” sono quelle vissute nella scuola dell’infanzia dove rivestono un ruolo fondamentale in quanto possono contribuire a moderare l’effetto di vantaggio o svantaggio costituito dalle differenti provenienze familiari: “offrire opportunità di lettura e racconto, nei primissimi percorsi di istruzione e cura, significa esercitare un’azione di democrazia, non farlo significa essere coscienti che si perpetueranno degli svantaggi” (Batini, 2011, pp. 20-21). Alcune ricerche mostrano come la quantità di tempo dedicata alla lettura nel contesto scolastico accresca il rendimento relativamente alle capacità di lettura e all’acquisizione di nuovi vocaboli (Anderson, Wilson & Fieding, 1988; Cunningham & Stanovich, 1998).
Effetti di lettura / Batini, Federico; Bartolucci, Marco; Toti, Giulia. - ELETTRONICO. - 1:(2015), pp. 1-28.
Effetti di lettura
Bartolucci Marco;
2015-01-01
Abstract
Dovendo individuare un elemento riassuntivo, con i dati di cui disponiamo oggi, è possibile stabilire, senza forzature, una stretta correlazione tra lettura dei libri e incremento della qualità della vita e del benessere complessivo della persona e delle comunità. Nelle aree (o nelle persone) presso le quali la lettura dei libri è maggiormente praticata è più diffusa anche la lettura di giornali, si va più spesso al cinema o a teatro, si ascolta più musica, si frequentano di più i musei. In tali condizioni si riscontra un tasso di reddito più elevato, una società più coesa, maggiori capacità di innovazione e sviluppo, un incremento di attenzione alla legalità, una diminuzione della criminalità, della corruzione nonché della discriminazione nei confronti delle donne. I benefici apportati dalla lettura sono diversi e numerosi: la lettura è un “antidoto” alla manipolazione narrativa altrui (della pubblicità, della politica) è una difesa dal “pensiero unico” (che costituisce il “seme” del pregiudizio), è uno strumento di costruzione e ricostruzione del Sé, e della propria vita, incrementa le competenze utili alla gestione del proprio futuro, potenzia le capacità di comprensione di se stessi e degli altri, rinforza la capacità di immaginazione. La lettura viene solitamente incontrata nella primissima infanzia, nella relazione di cura e di prossimità (anche fisica) con un adulto significativo ed è dunque un’esperienza strettamente correlata con la motivazione e le competenze in questo campo delle figure genitoriali. Le prime esperienze “pubbliche” sono quelle vissute nella scuola dell’infanzia dove rivestono un ruolo fondamentale in quanto possono contribuire a moderare l’effetto di vantaggio o svantaggio costituito dalle differenti provenienze familiari: “offrire opportunità di lettura e racconto, nei primissimi percorsi di istruzione e cura, significa esercitare un’azione di democrazia, non farlo significa essere coscienti che si perpetueranno degli svantaggi” (Batini, 2011, pp. 20-21). Alcune ricerche mostrano come la quantità di tempo dedicata alla lettura nel contesto scolastico accresca il rendimento relativamente alle capacità di lettura e all’acquisizione di nuovi vocaboli (Anderson, Wilson & Fieding, 1988; Cunningham & Stanovich, 1998).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.