I recenti sviluppi di applicazioni legate alla realtà aumentata e alla realtà virtuale nell’ambito del patrimonio culturale hanno favorito la nascita di nuove forme di comunicazione sempre più coinvolgenti e adatte ad ogni tipo di utente. Il presente contributo si concentra su una particolare forma di realtà aumentata, nota come video mapping [9] che, attraverso la proiezione di contenuti multimediali su superfici anche molto articolate, permette di trasformarle completamente, seppure solo in via temporanea. Originariamente nata come atto meramente artistico, la video proiezione ha rapidamente trovato applicazioni in discipline anche molto diverse tra loro, evidenziando una forte versatilità. Oggi le esperienze sono ormai estremamente numerose e variegate: dagli spettacoli di suoni e luci nei più diversi festival in giro per il mondo, dove la video proiezione coinvolge migliaia di visitatori ogni anno, all’ambito promozionale, in cui il video mapping viene utilizzato per lo sviluppo di performance di luce atte prevalentemente alla spettacolarizzazione del lancio di nuovi prodotti; dall’ambito teatrale, dove le proiezioni multimediali hanno in certi casi permesso di superare i limiti di spazio determinati dai tradizionali allestimenti fisici, alle più diverse creazioni artistiche, e via dicendo. Nello specifico contesto dell’architettura storica, dalle prime proiezioni realizzate prevalentemente con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su un edificio, in cui le sue superfici venivano utilizzate come semplici schermi indipendentemente dai contenuti visualizzati, negli ultimi anni si sta diffondendo un atteggiamento più maturo e corretto. Seppur riguardino ancora una parte marginale degli spettacoli, sempre più numerose sono le narrazioni virtuali strettamente connesse all’identità e alla storia degli edifici su cui vengono proiettate, ponendosi allo stesso tempo come performance artistiche e interessanti mezzi educativi. Per raggiungere risultati scientificamente validi risulta però fondamentale allestire teams di esperti, pronti a collaborare in un percorso fortemente multidisciplinare. Attraverso l’impiego della luce risulta oggi possibile ricostruire elementi perduti in termini figurativi e/o cromatici, completare opere non portate a termine, visualizzare progetti alternativi a quelli realizzati, offrendo nuovi strumenti per la divulgazione della conoscenza e la comprensione delle opere stesse.
Strumenti digitali e multimediali per la comunicazione del patrimonio culturale. Il caso di Santa Maria di Canepanova a Pavia / Mikolajewska, S.; Zerbi, A.. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 1295-1310. (Intervento presentato al convegno Redibujando el futuro de la expresión gráfica aplicada a la edificación tenutosi a Tenerife nel 27-28 maggio 2021).
Strumenti digitali e multimediali per la comunicazione del patrimonio culturale. Il caso di Santa Maria di Canepanova a Pavia
Mikolajewska S.
;Zerbi A.
2021-01-01
Abstract
I recenti sviluppi di applicazioni legate alla realtà aumentata e alla realtà virtuale nell’ambito del patrimonio culturale hanno favorito la nascita di nuove forme di comunicazione sempre più coinvolgenti e adatte ad ogni tipo di utente. Il presente contributo si concentra su una particolare forma di realtà aumentata, nota come video mapping [9] che, attraverso la proiezione di contenuti multimediali su superfici anche molto articolate, permette di trasformarle completamente, seppure solo in via temporanea. Originariamente nata come atto meramente artistico, la video proiezione ha rapidamente trovato applicazioni in discipline anche molto diverse tra loro, evidenziando una forte versatilità. Oggi le esperienze sono ormai estremamente numerose e variegate: dagli spettacoli di suoni e luci nei più diversi festival in giro per il mondo, dove la video proiezione coinvolge migliaia di visitatori ogni anno, all’ambito promozionale, in cui il video mapping viene utilizzato per lo sviluppo di performance di luce atte prevalentemente alla spettacolarizzazione del lancio di nuovi prodotti; dall’ambito teatrale, dove le proiezioni multimediali hanno in certi casi permesso di superare i limiti di spazio determinati dai tradizionali allestimenti fisici, alle più diverse creazioni artistiche, e via dicendo. Nello specifico contesto dell’architettura storica, dalle prime proiezioni realizzate prevalentemente con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su un edificio, in cui le sue superfici venivano utilizzate come semplici schermi indipendentemente dai contenuti visualizzati, negli ultimi anni si sta diffondendo un atteggiamento più maturo e corretto. Seppur riguardino ancora una parte marginale degli spettacoli, sempre più numerose sono le narrazioni virtuali strettamente connesse all’identità e alla storia degli edifici su cui vengono proiettate, ponendosi allo stesso tempo come performance artistiche e interessanti mezzi educativi. Per raggiungere risultati scientificamente validi risulta però fondamentale allestire teams di esperti, pronti a collaborare in un percorso fortemente multidisciplinare. Attraverso l’impiego della luce risulta oggi possibile ricostruire elementi perduti in termini figurativi e/o cromatici, completare opere non portate a termine, visualizzare progetti alternativi a quelli realizzati, offrendo nuovi strumenti per la divulgazione della conoscenza e la comprensione delle opere stesse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.