In questi giorni si parla molto di didattica “blended” (la trasmissione in streaming delle lezioni erogate “in presenza” nelle aule, con un ridotto numero di studenti ammessi nelle stesse). Molti improvvisano e pochi fanno i conti con i limiti fisici e tecnici di questa modalità di erogazione. In questo articolo, Angelo Farina, docente di Applied Acoustics presso l’Università di Parma, spiega perché le problematiche acustiche ed illuminotecniche della didattica cosiddetta “blended” determinano sistematicamente un peggioramento qualitativo rispetto a lezioni in streaming effettuate da casa. Queste ultime sono a loro volta inferiori qualitativamente alla lezioni pre-registrate e liberamente scaricabili in modalità asincrona. Pur ritenendo non auspicabile l’erogazione di lezioni in streaming dalle aule, l’articolo offre una serie di indicazioni per cercare di garantire almeno una decente qualità dei segnali audio e video trasmessi. L’autore, resta però fermamente convinto che, nell’impossibilità di tornare alla normale attività didattica tutta in presenza, nel prossimo semestre sia meglio puntare su una didattica basata su lezioni frontali pre-registrate, su sessioni interattive con gli studenti di tipo “ricevimento” e di tipo “laboratorio”, e sulla messa a disposizione degli stessi dei files video liberamente scaricabili contenenti sia le prime che le seconde. Lasciando le aule vuote, sinché non si potrà finalmente tornare tutti assieme, senza restrizioni.
Didattica blended: i problemi acustici e visivi la sconsigliano / Farina, Angelo. - In: ROARS REVIEW. - ISSN 2280-3955. - (2020).
Didattica blended: i problemi acustici e visivi la sconsigliano
Angelo Farina
Investigation
2020-01-01
Abstract
In questi giorni si parla molto di didattica “blended” (la trasmissione in streaming delle lezioni erogate “in presenza” nelle aule, con un ridotto numero di studenti ammessi nelle stesse). Molti improvvisano e pochi fanno i conti con i limiti fisici e tecnici di questa modalità di erogazione. In questo articolo, Angelo Farina, docente di Applied Acoustics presso l’Università di Parma, spiega perché le problematiche acustiche ed illuminotecniche della didattica cosiddetta “blended” determinano sistematicamente un peggioramento qualitativo rispetto a lezioni in streaming effettuate da casa. Queste ultime sono a loro volta inferiori qualitativamente alla lezioni pre-registrate e liberamente scaricabili in modalità asincrona. Pur ritenendo non auspicabile l’erogazione di lezioni in streaming dalle aule, l’articolo offre una serie di indicazioni per cercare di garantire almeno una decente qualità dei segnali audio e video trasmessi. L’autore, resta però fermamente convinto che, nell’impossibilità di tornare alla normale attività didattica tutta in presenza, nel prossimo semestre sia meglio puntare su una didattica basata su lezioni frontali pre-registrate, su sessioni interattive con gli studenti di tipo “ricevimento” e di tipo “laboratorio”, e sulla messa a disposizione degli stessi dei files video liberamente scaricabili contenenti sia le prime che le seconde. Lasciando le aule vuote, sinché non si potrà finalmente tornare tutti assieme, senza restrizioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.