Il consolidarsi dell’immagine dei nostri territori agricoli italiani come luoghi della produzione intensiva e l’eccesiva attenzione all’incremento della competitività economica continuano a gravare sul delicato rapporto città-campagna concretizzandosi spesso in fenomeni di intensificazione della produttività e di disseminazione degli insediamenti. Questi processi, che snaturano progressivamente i caratteri tipici dell’assetto paesaggistico rurale e impattano sui servizi ecosistemici della risorsa suolo, sono particolarmente evidenti nel contesto territoriale emiliano di pianura, dove i meccanismi di produzione del prodotto tipico sono strettamente connessi a processi trasformativi ed invasivi del territorio e dell’ambiente rurale. Un progetto di ricerca che si sta strutturando presso l’Università di Parma, in collaborazione con l’Osservatorio Regionale per la Qualità del Paesaggio, individua proprio nel territorio di Parma, già città Unesco per la Gastronomia e sede dell’European Food Safety Authority, un caso studio utile per tracciare linee guida finalizzate alla pianificazione e gestione del rapporto tra città, campagna e sistemi alimentari. Questo contributo si propone di illustrare come il sistema della pianificazione di area vasta si sia preoccupato di regolamentare questo rapporto nei territori della Food Valley parmense la quale è riconosciuta, a livello nazionale e internazionale, come sistema locale del cibo fortemente legato ai suoi prodotti Dop: il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano.
Gestione e pianificazione dei territori del cibo. Il caso della Food Valley parmense / Caselli, Barbara. - (2020), pp. 1055-1060. (Intervento presentato al convegno Atti della XXII Conferenza Nazionale SIU. L'Urbanistica italiana di fronte all'Agenda 2030. Portare territori e comunità sulla strada della sostenibilità e della resilienza tenutosi a Matera-Bari nel 6-7-8- giugno 2019).
Gestione e pianificazione dei territori del cibo. Il caso della Food Valley parmense
Barbara Caselli
2020-01-01
Abstract
Il consolidarsi dell’immagine dei nostri territori agricoli italiani come luoghi della produzione intensiva e l’eccesiva attenzione all’incremento della competitività economica continuano a gravare sul delicato rapporto città-campagna concretizzandosi spesso in fenomeni di intensificazione della produttività e di disseminazione degli insediamenti. Questi processi, che snaturano progressivamente i caratteri tipici dell’assetto paesaggistico rurale e impattano sui servizi ecosistemici della risorsa suolo, sono particolarmente evidenti nel contesto territoriale emiliano di pianura, dove i meccanismi di produzione del prodotto tipico sono strettamente connessi a processi trasformativi ed invasivi del territorio e dell’ambiente rurale. Un progetto di ricerca che si sta strutturando presso l’Università di Parma, in collaborazione con l’Osservatorio Regionale per la Qualità del Paesaggio, individua proprio nel territorio di Parma, già città Unesco per la Gastronomia e sede dell’European Food Safety Authority, un caso studio utile per tracciare linee guida finalizzate alla pianificazione e gestione del rapporto tra città, campagna e sistemi alimentari. Questo contributo si propone di illustrare come il sistema della pianificazione di area vasta si sia preoccupato di regolamentare questo rapporto nei territori della Food Valley parmense la quale è riconosciuta, a livello nazionale e internazionale, come sistema locale del cibo fortemente legato ai suoi prodotti Dop: il Prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.