La ricerca di cui si riferisce saggiato la rappresentazione di professionalità docente e la competenza professionale percepita da insegnanti in servizio, anche allo scopo di individuare areee di bisogno formative. A tal fine, è stata tradotta e impiegata la scala di Tsachennen-Moran, nota anche come scala dell’Ohio (TSES 2001) che, se pure nata in contesti culturali diversi, sembra particolarmente adatta a sondare una costellazione di comportamenti professionali salienti dell’insegnante. Le 3 subscale che la compongono concernono rispettivamente le strategie didattiche, la gestione della classe, e la motivazione/coinvolgimento degli allievi. Per mettere in connessione l’autovalutazione (o competenza percepita) con la rappresentazione dell’insegnamento, si è proceduto a costruire uno strumento di rilevazione delle opinioni degli insegnanti che riproducesse puntualmente ciascuno degli item di autoefficacia e ad anteporlo alla scala di self-efficacy. Pertanto se gli item della scala TSES chiedono al rispondente di indicare in quale misura essi si ritengano “capaci di” svolgere determinate funzioni professionali, la scala dell’opinione costruita ad hoc chiede a ciascuno di indicare in quale misura “sia importante” per un insegnante “essere capace di”. Il questionario utilizzato ha indagato in forma anonima i dati anagrafici, i titoli di studio, di abilitazione e le eventuali specializzazioni, le esperienze lavorative nel campo dell’insegnamento, l’eventuale funzione di insegnante di sostegno ricoperta, il titolo di laurea, la classe di abilitazione, la consistenza dell’insegnamento esperito ed una vasta serie di difficoltà professionali incontrate (Veenman 1984, ). Nell’ultima parte sono state collocate le scale di autopercezione e quella di opinione. Il questionario descritto è stato sottoposto ai frequentanti dei corsi TFA, PAS, Specializzazione per il sostegno presso l’Università di Modena e Reggio Emilia negli anni 2013, 2014 e 2015, nel corso delle lezioni iniziali dei rispettivi corsi. I questionari raccolti sono circa 450: di questi circa 400 sono insegnanti in servizio. È su questa popolazione di ‘precari’ della scuola che il presente contributo si concentra. In primo luogo, dunque la ricerca ha testato la tenuta della scala di self efficacy TSES su un campione italiano. Verranno presentati pertanto i risultati dell’ analisi fattoriale esplorativa che ha saggiato la consistenza dei tre fattori (dimensioni) presso una popolazione di insegnanti italiani, e discusse le più rilevanti discrepanze. In secondo luogo l’importanza percepita delle diverse dimensioni dell’insegnamento (le 3 subscale) è posta in connessione con le più salienti variabili di sfondo del campione indagato.
Aspetti di qualità dell’insegnante attraverso una scala di self efficacy / Cardarello, Roberta; Bertolini, Chiara; Antonietti, Maja; Pintus, Andrea; Scipione, Lucia. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 129-147. (Intervento presentato al convegno La professionalità degli insegnanti. La ricerca e le pratiche tenutosi a Bari nel 14-15 aprile 2016).
Aspetti di qualità dell’insegnante attraverso una scala di self efficacy
ANTONIETTI, Maja;PINTUS, Andrea;
2017-01-01
Abstract
La ricerca di cui si riferisce saggiato la rappresentazione di professionalità docente e la competenza professionale percepita da insegnanti in servizio, anche allo scopo di individuare areee di bisogno formative. A tal fine, è stata tradotta e impiegata la scala di Tsachennen-Moran, nota anche come scala dell’Ohio (TSES 2001) che, se pure nata in contesti culturali diversi, sembra particolarmente adatta a sondare una costellazione di comportamenti professionali salienti dell’insegnante. Le 3 subscale che la compongono concernono rispettivamente le strategie didattiche, la gestione della classe, e la motivazione/coinvolgimento degli allievi. Per mettere in connessione l’autovalutazione (o competenza percepita) con la rappresentazione dell’insegnamento, si è proceduto a costruire uno strumento di rilevazione delle opinioni degli insegnanti che riproducesse puntualmente ciascuno degli item di autoefficacia e ad anteporlo alla scala di self-efficacy. Pertanto se gli item della scala TSES chiedono al rispondente di indicare in quale misura essi si ritengano “capaci di” svolgere determinate funzioni professionali, la scala dell’opinione costruita ad hoc chiede a ciascuno di indicare in quale misura “sia importante” per un insegnante “essere capace di”. Il questionario utilizzato ha indagato in forma anonima i dati anagrafici, i titoli di studio, di abilitazione e le eventuali specializzazioni, le esperienze lavorative nel campo dell’insegnamento, l’eventuale funzione di insegnante di sostegno ricoperta, il titolo di laurea, la classe di abilitazione, la consistenza dell’insegnamento esperito ed una vasta serie di difficoltà professionali incontrate (Veenman 1984, ). Nell’ultima parte sono state collocate le scale di autopercezione e quella di opinione. Il questionario descritto è stato sottoposto ai frequentanti dei corsi TFA, PAS, Specializzazione per il sostegno presso l’Università di Modena e Reggio Emilia negli anni 2013, 2014 e 2015, nel corso delle lezioni iniziali dei rispettivi corsi. I questionari raccolti sono circa 450: di questi circa 400 sono insegnanti in servizio. È su questa popolazione di ‘precari’ della scuola che il presente contributo si concentra. In primo luogo, dunque la ricerca ha testato la tenuta della scala di self efficacy TSES su un campione italiano. Verranno presentati pertanto i risultati dell’ analisi fattoriale esplorativa che ha saggiato la consistenza dei tre fattori (dimensioni) presso una popolazione di insegnanti italiani, e discusse le più rilevanti discrepanze. In secondo luogo l’importanza percepita delle diverse dimensioni dell’insegnamento (le 3 subscale) è posta in connessione con le più salienti variabili di sfondo del campione indagato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.