Un quindicennio fa, ai tempi dell’approvazione della decisione quadro 2002/584/GAI, il mandato di arresto europeo venne salutato da più parti non soltanto come l’occasione di un deciso superamento delle regole di estradizione allora in vigore (fissate dalla Convenzione europea di estradizione del 2017) ma addirittura come una rivoluzione ‘culturale’ , tesa a garantire una più stretta cooperazione giudiziaria tra i Paesi dell’Unione europea. Permeava quella disciplina il concetto chiave dell’elevato ‘grado di fiducia reciproca tra i Paesi membri’ , implicitamente riconosciuto dal legislatore europeo come dato di realtà già consolidato e raggiunto. Il MAE nasceva quindi in primo luogo come strumento di lotta alla criminalità transnazionale e non è un caso che l’attenzione fosse tutta rivolta alla semplificazione delle procedure di consegna, alla velocizzazione dei tempi e all’estromissione definitiva della politica da qualsiasi interferenza in materia. Oggi, rispetto a due casi di MAE verso il Belgio, la Suprema Corte manifesta preoccupanti incertezze interpretative sui presupposti della consegna in relazione alle condizioni di detenzione nel Paese richiedente la consegna.
Mandato di arresto europeo e condizioni carcerarie in Belgio: le incertezze della Suprema Corte / Maffei, Stefano. - In: RIVISTA PENALE. - ISSN 0035-7022. - 2018:10(2018), pp. 923-931.
Mandato di arresto europeo e condizioni carcerarie in Belgio: le incertezze della Suprema Corte
Stefano Maffei
2018-01-01
Abstract
Un quindicennio fa, ai tempi dell’approvazione della decisione quadro 2002/584/GAI, il mandato di arresto europeo venne salutato da più parti non soltanto come l’occasione di un deciso superamento delle regole di estradizione allora in vigore (fissate dalla Convenzione europea di estradizione del 2017) ma addirittura come una rivoluzione ‘culturale’ , tesa a garantire una più stretta cooperazione giudiziaria tra i Paesi dell’Unione europea. Permeava quella disciplina il concetto chiave dell’elevato ‘grado di fiducia reciproca tra i Paesi membri’ , implicitamente riconosciuto dal legislatore europeo come dato di realtà già consolidato e raggiunto. Il MAE nasceva quindi in primo luogo come strumento di lotta alla criminalità transnazionale e non è un caso che l’attenzione fosse tutta rivolta alla semplificazione delle procedure di consegna, alla velocizzazione dei tempi e all’estromissione definitiva della politica da qualsiasi interferenza in materia. Oggi, rispetto a due casi di MAE verso il Belgio, la Suprema Corte manifesta preoccupanti incertezze interpretative sui presupposti della consegna in relazione alle condizioni di detenzione nel Paese richiedente la consegna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.