L’esperienza bolognese di amministrazione della città ha storicamente visto svilupparsi alcuni caratteri peculiari: le iniziative intraprese su temi e parti speciali del territorio (l’edilizia pubblica, le periferie, la pianificazione del sistema di servizi e attrezzature alla persona, le salvaguardie storico-paesaggistiche, il decentramento amministrativo) hanno da sempre trovato una cornice di stretta continuità e una tenuta nei rapporti tra politiche, programmi e azioni di trasformazione. Il presente contributo vorrebbe mostrare come, invece, nelle esperienze degli ultimi anni, quel modello bolognese di amministrazione urbanistica che vedeva un rapporto di continuità e coerenza tra strategie amministrative ed interventi ha lasciato il posto ad un approccio che propone un portafoglio di progetti che difficilmente trova riscontro in un insieme coerente di politiche territoriali. Dal punto di vista metodologico e culturale, esaminare queste vicende nel loro intero decorso (ovvero, vedere come in esse si dispongono i rapporti tra cornice politica e ‘cantieri territoriali’) ha interesse conoscitivo, documentale e operativo assieme; questo interesse si verifica soprattutto in riferimento alla nuova legislazione urbanistica regionale emiliana, di prossima approvazione, che si presenta come spiccatamente orientata ad un modello di pianificazione per progetti, ma nel quale gli aspetti di formulazione pubblica delle decisioni o di valutazione e gestione delle politiche sembrano indeterminati, trascurati o, addirittura, rimossi.
I progetti di trasformazione bolognesi nel vuoto delle politiche urbane / Zazzi, Michele; Gulli', Luca. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 1345-1351. (Intervento presentato al convegno XX Conferenza Nazionale SIU. Urbanistica e/è azione pubblica. La responsabilità della proposta tenutosi a Roma nel 12-14 giugno 2017).
I progetti di trasformazione bolognesi nel vuoto delle politiche urbane
Michele Zazzi;Luca Gullì
2017-01-01
Abstract
L’esperienza bolognese di amministrazione della città ha storicamente visto svilupparsi alcuni caratteri peculiari: le iniziative intraprese su temi e parti speciali del territorio (l’edilizia pubblica, le periferie, la pianificazione del sistema di servizi e attrezzature alla persona, le salvaguardie storico-paesaggistiche, il decentramento amministrativo) hanno da sempre trovato una cornice di stretta continuità e una tenuta nei rapporti tra politiche, programmi e azioni di trasformazione. Il presente contributo vorrebbe mostrare come, invece, nelle esperienze degli ultimi anni, quel modello bolognese di amministrazione urbanistica che vedeva un rapporto di continuità e coerenza tra strategie amministrative ed interventi ha lasciato il posto ad un approccio che propone un portafoglio di progetti che difficilmente trova riscontro in un insieme coerente di politiche territoriali. Dal punto di vista metodologico e culturale, esaminare queste vicende nel loro intero decorso (ovvero, vedere come in esse si dispongono i rapporti tra cornice politica e ‘cantieri territoriali’) ha interesse conoscitivo, documentale e operativo assieme; questo interesse si verifica soprattutto in riferimento alla nuova legislazione urbanistica regionale emiliana, di prossima approvazione, che si presenta come spiccatamente orientata ad un modello di pianificazione per progetti, ma nel quale gli aspetti di formulazione pubblica delle decisioni o di valutazione e gestione delle politiche sembrano indeterminati, trascurati o, addirittura, rimossi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.