Il colore dei tinteggi è un elemento problematico nel restauro dei monumenti e dei loro spazi interni, ma per quanto importante nella caratterizzazione delle forme e dello spazio, esso è sempre stato considerato una finitura superficiale accessoria e indipendente. Per questo e per le difficoltà oggettive della sua identificazione mediata da parte dei consueti strumenti di rappresentazione, esso è poco documentato negli elaborati del progetto e della costruzione, come se fosse ininfluente sul risultato. Nello stesso tempo, trattandosi di una “finitura” di superficie, il colore è l’elemento più labile del’intera realizzazione; infatti non essendo un fatto “costruttivo” è relativamente facile da cambiare e inoltre l’efficacia del suo cambiamento sull’immagine percettiva dello spazio costruito, lo trasforma in uno strumento di rinnovamento poco costoso e capace di adeguarsi in modo efficace alle modificazioni del gusto estetico. Ma il colore delle superfici murarie oltre che per la sua accessorialità rispetto alla costruzione, è labile anche per la sua scarsa stabilità nel tempo, a causa della facilità di degrado dei pigmenti nell’esposizione alla luce e ai fattori atmosferici. Per questi motivi, la ricostruzione del colore originale di un monumento è sempre difficile e complessa.
Colori dissepolti: tracce, indizi e rilievi per la ricostruzione del colore dell’Ottagono monumentale del Cimitero della Villetta a Parma / Rossi, M.; Alberti, E.; Bontempi, D.. - STAMPA. - (2010), pp. 411-420. (Intervento presentato al convegno Colore e colorimetria tenutosi a Lecce nel 16-17 settembre 2010).
Colori dissepolti: tracce, indizi e rilievi per la ricostruzione del colore dell’Ottagono monumentale del Cimitero della Villetta a Parma
ROSSI M.;ALBERTI E.;BONTEMPI D.
2010-01-01
Abstract
Il colore dei tinteggi è un elemento problematico nel restauro dei monumenti e dei loro spazi interni, ma per quanto importante nella caratterizzazione delle forme e dello spazio, esso è sempre stato considerato una finitura superficiale accessoria e indipendente. Per questo e per le difficoltà oggettive della sua identificazione mediata da parte dei consueti strumenti di rappresentazione, esso è poco documentato negli elaborati del progetto e della costruzione, come se fosse ininfluente sul risultato. Nello stesso tempo, trattandosi di una “finitura” di superficie, il colore è l’elemento più labile del’intera realizzazione; infatti non essendo un fatto “costruttivo” è relativamente facile da cambiare e inoltre l’efficacia del suo cambiamento sull’immagine percettiva dello spazio costruito, lo trasforma in uno strumento di rinnovamento poco costoso e capace di adeguarsi in modo efficace alle modificazioni del gusto estetico. Ma il colore delle superfici murarie oltre che per la sua accessorialità rispetto alla costruzione, è labile anche per la sua scarsa stabilità nel tempo, a causa della facilità di degrado dei pigmenti nell’esposizione alla luce e ai fattori atmosferici. Per questi motivi, la ricostruzione del colore originale di un monumento è sempre difficile e complessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.