Robert Pippin lettore di Hegel

L'articolo analizza l'interpretazione della figura dell'autocoscienza offerta da Robert Pippin. Per un verso si sostiene che la critica dell'interpretazione "discontinuista" di Robert Brandom del rapporto tra coscienza e autocoscienza, e della concezione "continuistica" di John McDowell, sembrano riuscite. Per altro verso la pars construens dell'interpretazione dell'autore non pare altrettanto riuscita. Infatti Pippin, pensando la costituzione intersoggettiva dell’autocoscienza come un salto nella normatività, introduce a sua volta una forte discontinuità tra dimensione naturale e dimensione normativa del desiderio, e finisce per sciogliere il legame tra forma di vita e autocoscienza che invece nel testo hegeliano è ben saldo.