Le reti fognarie hanno la funzione di allontanare le acque in eccesso dal centro abitato. Tali acque possono essere originate dagli scarichi degli apparecchi sanitari delle abitazioni civili (bagni e cucine) o dalle scuole, caserme, ospedali etc. e anche dagli stabilimenti industriali di media e piccola dimensione che possono averle utilizzate per i cicli lavorativi. In questi casi esse vengono denominate acque nere o acque di scarico civile e industriale. Il loro allontanamento è indispensabile per motivi principalmente di igiene pubblica. La destinazione di queste acque è, a rigore di legge, l’impianto di depurazione delle acque che deve realizzare l’abbattimento degli inquinanti e restituire all’ambiente le acque in condizioni di qualità accettabili. La quantità maggiore di acque in eccesso è però di origine meteorica: la pioggia, cadendo sul centro abitato, trasferisce volumi idrici che, in assenza di opere di convogliamento, si indirizzerebbero verso i punti di depressione topografica creando accumuli idrici con livelli che possono provocare inconvenienti o danni anche rilevanti (allagamento cantine e locali seminterrati, allagamento di sottopassi etc.). Le acque originate in tempo di pioggia vengono denominate acque bianche; nella pratica ingegneristica del passato esse infatti venivano considerate “pulite”, libere cioè dalle sostanze tossiche o inquinanti contenute nelle acque nere. Negli ultimi decenni, però, ricerche attente in materia hanno messo in evidenza che le acque prodotte nella fase iniziale degli eventi pluviometrici (acque di prima pioggia) hanno un carico di sostanze disciolte e in sospensione non trascurabile. Esse effettuano, infatti, una azione di dilavamento delle superfici del centro abitato sulle quali si depositano polveri e residui anche molto inquinanti (ad esempio il traffico automobilistico produce idrocarburi residui e metalli pesanti). Una pratica rispettosa dell’ambiente deve mirare a rendere inoffensive queste sostanze e quindi ad avviare verso la depurazione anche le acque di prima pioggia. I volumi idrici successivi prodotti a seguito delle precipitazioni possono considerarsi in condizioni “pulite” e quindi possono essere scaricati nella rete idrografica naturale: corsi d’acqua, canali di bonifica e irrigazione, mare (ove possibile).
Appunti sul dimensionamento delle canalizzazioni di fognatura con cenni di idrologia / Tanda, Maria Giovanna. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 1-34.
Appunti sul dimensionamento delle canalizzazioni di fognatura con cenni di idrologia
TANDA, Maria Giovanna
2011-01-01
Abstract
Le reti fognarie hanno la funzione di allontanare le acque in eccesso dal centro abitato. Tali acque possono essere originate dagli scarichi degli apparecchi sanitari delle abitazioni civili (bagni e cucine) o dalle scuole, caserme, ospedali etc. e anche dagli stabilimenti industriali di media e piccola dimensione che possono averle utilizzate per i cicli lavorativi. In questi casi esse vengono denominate acque nere o acque di scarico civile e industriale. Il loro allontanamento è indispensabile per motivi principalmente di igiene pubblica. La destinazione di queste acque è, a rigore di legge, l’impianto di depurazione delle acque che deve realizzare l’abbattimento degli inquinanti e restituire all’ambiente le acque in condizioni di qualità accettabili. La quantità maggiore di acque in eccesso è però di origine meteorica: la pioggia, cadendo sul centro abitato, trasferisce volumi idrici che, in assenza di opere di convogliamento, si indirizzerebbero verso i punti di depressione topografica creando accumuli idrici con livelli che possono provocare inconvenienti o danni anche rilevanti (allagamento cantine e locali seminterrati, allagamento di sottopassi etc.). Le acque originate in tempo di pioggia vengono denominate acque bianche; nella pratica ingegneristica del passato esse infatti venivano considerate “pulite”, libere cioè dalle sostanze tossiche o inquinanti contenute nelle acque nere. Negli ultimi decenni, però, ricerche attente in materia hanno messo in evidenza che le acque prodotte nella fase iniziale degli eventi pluviometrici (acque di prima pioggia) hanno un carico di sostanze disciolte e in sospensione non trascurabile. Esse effettuano, infatti, una azione di dilavamento delle superfici del centro abitato sulle quali si depositano polveri e residui anche molto inquinanti (ad esempio il traffico automobilistico produce idrocarburi residui e metalli pesanti). Una pratica rispettosa dell’ambiente deve mirare a rendere inoffensive queste sostanze e quindi ad avviare verso la depurazione anche le acque di prima pioggia. I volumi idrici successivi prodotti a seguito delle precipitazioni possono considerarsi in condizioni “pulite” e quindi possono essere scaricati nella rete idrografica naturale: corsi d’acqua, canali di bonifica e irrigazione, mare (ove possibile).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Appunti sul dimensionamento.pdf
accesso aperto
Descrizione: Si espongono le nozioni idrologiche necessarie per il dimensionamento dei canali fognari.
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
Creative commons
Dimensione
677.89 kB
Formato
Adobe PDF
|
677.89 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.