Il colore ha un ruolo fondamentale nel linguaggio della cosmesi, e per quanto riguarda la descrizione dei vari prodotti, non si limita all’utilizzo di espressioni banali quali rosso, rosa, blu, verde e così via. Al contrario, per scopi pubblicitari il linguaggio della cosmesi si arricchisce di sfumature che sarebbero impensabili in altri generi testuali, creando a volte veri e propri collocation clash (paparazzi pink) e adoperando numerosi riferimenti intertestuali inaspettati (Gentlemen prefer pink). Con il supporto di un piccolo corpus di linguaggio dei colori estratto dai siti web delle maggiori case di cosmesi internazionali (p.e. Revlon, Max Factor) e di immagini di alcune pubblicità cartacee dei singoli prodotti, questo contributo si propone uno studio qualitativo di alcune strategie adoperate nella rappresentazione del colore in questo settore della moda. Si vedrà come l’azienda ricorre alla sinestesia nella descrizione, mescolando ripetutamente i sensi (brushes on luscious colour and shine in 10 juicy, moisture-rich blends; delicious shade) nonché ad un uso particolare della prosodia semantica apparentemente negativa per esprimere un’immagine positiva (Just Bitten?) del colore di un rossetto. Gli elementi verbali e non-verbali del testo concorrono quindi alla creazione di un messaggio persuasivo rivolto al potenziale cliente proprio grazie ad un continuum crescente, che parte, attraverso i sensi, da un semplice riferimento al colore (pink) per poi passare ad una descrizione più specifica (rose pink) e infine ad una descrizione evocativa che può anche non richiamare il colore stesso (morning calm).

Think pink, look pink, taste pink… how colour behaves in lipstick advertising / Mansfield, Gillian. - STAMPA. - (2015), pp. 229-245. [10.4399/978885469044215]

Think pink, look pink, taste pink… how colour behaves in lipstick advertising.

MANSFIELD, Gillian
2015-01-01

Abstract

Il colore ha un ruolo fondamentale nel linguaggio della cosmesi, e per quanto riguarda la descrizione dei vari prodotti, non si limita all’utilizzo di espressioni banali quali rosso, rosa, blu, verde e così via. Al contrario, per scopi pubblicitari il linguaggio della cosmesi si arricchisce di sfumature che sarebbero impensabili in altri generi testuali, creando a volte veri e propri collocation clash (paparazzi pink) e adoperando numerosi riferimenti intertestuali inaspettati (Gentlemen prefer pink). Con il supporto di un piccolo corpus di linguaggio dei colori estratto dai siti web delle maggiori case di cosmesi internazionali (p.e. Revlon, Max Factor) e di immagini di alcune pubblicità cartacee dei singoli prodotti, questo contributo si propone uno studio qualitativo di alcune strategie adoperate nella rappresentazione del colore in questo settore della moda. Si vedrà come l’azienda ricorre alla sinestesia nella descrizione, mescolando ripetutamente i sensi (brushes on luscious colour and shine in 10 juicy, moisture-rich blends; delicious shade) nonché ad un uso particolare della prosodia semantica apparentemente negativa per esprimere un’immagine positiva (Just Bitten?) del colore di un rossetto. Gli elementi verbali e non-verbali del testo concorrono quindi alla creazione di un messaggio persuasivo rivolto al potenziale cliente proprio grazie ad un continuum crescente, che parte, attraverso i sensi, da un semplice riferimento al colore (pink) per poi passare ad una descrizione più specifica (rose pink) e infine ad una descrizione evocativa che può anche non richiamare il colore stesso (morning calm).
2015
978-88-548-9044-2
Think pink, look pink, taste pink… how colour behaves in lipstick advertising / Mansfield, Gillian. - STAMPA. - (2015), pp. 229-245. [10.4399/978885469044215]
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