La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio de Janeiro, giugno 2012, generalmente conosciuta come « Rio+20 ») è il secondo vertice mondiale, nel corso degli ultimi vent’anni, cui è stato affidato il mandato di valutare i progressi nella realizzazione dello sviluppo sostenibile. L’articolo analizza il documento finale di Rio+20, The Future We Want, ponendolo a confronto con gli strumenti delle Nazioni Unite che hanno preceduto il Vertice mondiale e con lo Zero Draft, il progetto di dichiarazione finale predisposto dalla Presidenza del Comitato preparatore. L’attenzione si concentra sui due temi principali di Rio+20: l’economia verde e il sistema di governo dello sviluppo sostenibile. Non mancano, tuttavia, alcune considerazioni di carattere generale sul contributo del Vertice mondiale all’ulteriore sviluppo del diritto internazionale dell’ambiente. Nel complesso, i risultati sono molto modesti. Alcuni Stati non accettano l’economia verde come modello di sviluppo sostenibile e la maggioranza non è disposta ad assumere obblighi precisi o a concordare strategie di cui si possano valutare i risultati. Non vengono create nuove istituzioni internazionali e l’adozione di misure volte a rafforzare quelle esistenti è demandata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ciò che più preoccupa, però, è la particolare prospettiva in cui le questioni ambientali vengono considerate nel complesso: nel documento finale prevale un approccio antropocentrico e la tutela dell’ambiente è completamente riassorbita nella questione dello sviluppo sostenibile.
La Conferenza di Rio 2012: dallo Zero Draft a The Future We Want. Rio+20 o vent’anni trascorsi inutilmente? / Pineschi, Laura. - In: RIVISTA GIURIDICA DELL'AMBIENTE. - ISSN 0394-2287. - STAMPA. - XXVII:6(2012), pp. 795-821.
La Conferenza di Rio 2012: dallo Zero Draft a The Future We Want. Rio+20 o vent’anni trascorsi inutilmente?
PINESCHI, Laura
2012-01-01
Abstract
La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio de Janeiro, giugno 2012, generalmente conosciuta come « Rio+20 ») è il secondo vertice mondiale, nel corso degli ultimi vent’anni, cui è stato affidato il mandato di valutare i progressi nella realizzazione dello sviluppo sostenibile. L’articolo analizza il documento finale di Rio+20, The Future We Want, ponendolo a confronto con gli strumenti delle Nazioni Unite che hanno preceduto il Vertice mondiale e con lo Zero Draft, il progetto di dichiarazione finale predisposto dalla Presidenza del Comitato preparatore. L’attenzione si concentra sui due temi principali di Rio+20: l’economia verde e il sistema di governo dello sviluppo sostenibile. Non mancano, tuttavia, alcune considerazioni di carattere generale sul contributo del Vertice mondiale all’ulteriore sviluppo del diritto internazionale dell’ambiente. Nel complesso, i risultati sono molto modesti. Alcuni Stati non accettano l’economia verde come modello di sviluppo sostenibile e la maggioranza non è disposta ad assumere obblighi precisi o a concordare strategie di cui si possano valutare i risultati. Non vengono create nuove istituzioni internazionali e l’adozione di misure volte a rafforzare quelle esistenti è demandata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ciò che più preoccupa, però, è la particolare prospettiva in cui le questioni ambientali vengono considerate nel complesso: nel documento finale prevale un approccio antropocentrico e la tutela dell’ambiente è completamente riassorbita nella questione dello sviluppo sostenibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.