Gli effetti degli ioni sulla salute sono stati evidenziati dalla biometeorologia che ha mostrato come con venti caldi e secchi (Scirocco, Sant’Anna e Foehn) crescono i disturbi dell’umore, suicidi, incidenti industriali e crimini. In questi venti gli ioni positivi d’ossigeno sono più di quelli negativi. L’elettricità atmosferica (la diversa concentrazione di ioni positivi e negativi di ossigeno nell’aria in un dato ambiente) influenza gli organismi sotto molti aspetti: biologici, fisiologici, neurologici e comportamentali (Soyka e Edmonds, 1991). Nell’aria di campagna la distribuzione di ioni negativi (Negative Air Ions – NAI) varia tra 2.000-4.000 per cm3, supera i 100.000 alle cascate Yosemite o si abbassa drammaticamente (sotto i 100 per cm3) in città nelle ore di punta. Questi livelli possono cambiare a causa di fattori naturali (livelli di radiazione, UVA) o ambientali umani (inquinamento industriale). La maggiore concentrazione di NAI si ha dove c’è acqua in movimento: vicino alle cascate, prima, durante e dopo un temporale e nelle stagioni piovose. Il peggior rapporto nelle stanze chiuse e senza finestre o nei veicoli in movimento. Gli NAI si sviluppano per effetto Lenard o effetto Simpson. Nonostante circa un terzo della popolazione sembri particolarmente sensibile agli NAI l’attenzione scientifica su tali effetti è stata carente. Il tentativo di riprodurre una migliore qualità dell’aria ha culminato con il primo apparato di Chizhevsky per la ionizzazione artificiale, usato soprattutto in Russia dal 1930. Malgrado l’evidenza della necessità degli NAI per le funzioni vitali e l’uso dei generatori nell’industria farmaceutica, biologica, genetica e alimentare, l’applicazione terapeutica degli NAI non si è diffusa di conseguenza. Lo scetticismo spesso è derivato dall’incapacità di spiegarne gli effetti in base ai concetti tradizionali della biochimica e della fisiologia, tanto che bisogna aspettare il 1992 per apprendere che la loro azione è correlata ai radicali liberi (Goldstein, 2002). Una seconda e forse più convincente fonte di evidenza dell’impatto degli NAI proviene da studi di laboratorio che hanno evidenziato che nei mammiferi influenzano crescita, metabolismo e risposta immunologica.
L'azione degli ioni negativi di ossigeno (NAI). Una rassegna sull'evidenza dei loro effetti / Pino, Olimpia; F., La Ragione; E., Carbone. - ELETTRONICO. - (2012), pp. 330-333. (Intervento presentato al convegno Med Cam Complementary and alternative medicine congress tenutosi a Assisi nel 9-11 novembre 2012).
L'azione degli ioni negativi di ossigeno (NAI). Una rassegna sull'evidenza dei loro effetti
PINO, Olimpia;
2012-01-01
Abstract
Gli effetti degli ioni sulla salute sono stati evidenziati dalla biometeorologia che ha mostrato come con venti caldi e secchi (Scirocco, Sant’Anna e Foehn) crescono i disturbi dell’umore, suicidi, incidenti industriali e crimini. In questi venti gli ioni positivi d’ossigeno sono più di quelli negativi. L’elettricità atmosferica (la diversa concentrazione di ioni positivi e negativi di ossigeno nell’aria in un dato ambiente) influenza gli organismi sotto molti aspetti: biologici, fisiologici, neurologici e comportamentali (Soyka e Edmonds, 1991). Nell’aria di campagna la distribuzione di ioni negativi (Negative Air Ions – NAI) varia tra 2.000-4.000 per cm3, supera i 100.000 alle cascate Yosemite o si abbassa drammaticamente (sotto i 100 per cm3) in città nelle ore di punta. Questi livelli possono cambiare a causa di fattori naturali (livelli di radiazione, UVA) o ambientali umani (inquinamento industriale). La maggiore concentrazione di NAI si ha dove c’è acqua in movimento: vicino alle cascate, prima, durante e dopo un temporale e nelle stagioni piovose. Il peggior rapporto nelle stanze chiuse e senza finestre o nei veicoli in movimento. Gli NAI si sviluppano per effetto Lenard o effetto Simpson. Nonostante circa un terzo della popolazione sembri particolarmente sensibile agli NAI l’attenzione scientifica su tali effetti è stata carente. Il tentativo di riprodurre una migliore qualità dell’aria ha culminato con il primo apparato di Chizhevsky per la ionizzazione artificiale, usato soprattutto in Russia dal 1930. Malgrado l’evidenza della necessità degli NAI per le funzioni vitali e l’uso dei generatori nell’industria farmaceutica, biologica, genetica e alimentare, l’applicazione terapeutica degli NAI non si è diffusa di conseguenza. Lo scetticismo spesso è derivato dall’incapacità di spiegarne gli effetti in base ai concetti tradizionali della biochimica e della fisiologia, tanto che bisogna aspettare il 1992 per apprendere che la loro azione è correlata ai radicali liberi (Goldstein, 2002). Una seconda e forse più convincente fonte di evidenza dell’impatto degli NAI proviene da studi di laboratorio che hanno evidenziato che nei mammiferi influenzano crescita, metabolismo e risposta immunologica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.