Le recenti norme tecniche e antisismiche pongono sempre più l’accento sulla necessità di un’accurata conoscenza degli edifici esistenti, ed in particolare delle strutture in cemento armato, prima di procedere a verifiche di sicurezza o a interventi di consolidamento. Tale raccomandazione è quanto mai opportuna, soprattutto in un periodo, come quello attuale, nel quale, sia a livello universitario che a livello professionale, l’analisi teorica predomina sulle ricerche sperimentali, sulle indagini in loco e sulle conoscenze tecniche. Il titolo “il cemento armato, questo sconosciuto” è evidentemente un po’ provocatorio: sono infatti ormai cento anni che nelle facoltà universitarie si studia il cemento armato; le prime norme tecniche sul cemento armato risalgono al 1907, mentre le prime norme sulle costruzioni in muratura sono del 1987. Se è diffusa la sfiducia di fronte alle capacità resistenti della muratura, di fronte al cemento armato esiste una istintiva fiducia. Possiamo grossolanamente dividere in due i problemi degli edifici esistenti in cemento armato: i problemi strutturali e i problemi formali o estetici, derivanti dal fatto che gli edifici in cemento armato costituiscono ormai parte della storia dell’architettura e sono spesso documenti di notevole interesse. Lasciamo ad altri i problemi della conservazione per presentare alcune banali esperienze relative alla stabilità, nelle quali ci siamo trovati di fronte a “sorprese”, rispetto alle quali può essere utile mettere in guardia i colleghi. Le esperienze che vogliamo presentare derivano da un’attività oggi molto diffusa: quella delle verifiche della stabilità sismica richieste dall’Ordinanza 3274 per gli edifici “strategici”, che sono spesso in cemento armato. Fonti primarie di “sorprese” sono la qualità dei materiali (la cui verifica in sito, come vedremo, non è banale) e gli effetti, un tempo poco noti, del comportamento plastico. Può così capitare che in un edificio storico, nel quale l’attenzione viene istintivamente concentrata sulle parti più antiche in muratura, le parti che forniscono le sorprese più negative siano quelle di recenti consolidamenti in cemento armato. Un ulteriore trabocchetto negli interventi di verifica della stabilità degli edifici è quello dovuto alla convinzione che i problemi siano nascosti nelle strutture e che un buon calcolo possa mettere in evidenza i pericoli, mentre spesso sono elementi “non strutturali” (e pertanto esclusi dai calcoli di verifica) a rivelarsi critici. La necessità di sopralluoghi e rilievi preliminari accurati, ripetuta tante volte per gli edifici storici e raccomandata dalle norme, costituisce di fatto una necessità assoluta per una sicurezza reale e non teorica. L’individuazione dei pericoli più probabili costituisce la base di quel metodo “empirico sperimentale” per la verifica degli edifici, che, se pure non sufficiente è certamente una procedura indispensabile non solo per le strutture in muratura ma anche per quelle in cemento armato.

Il cemento armato, questo sconosciuto / Blasi, Carlo; Coisson, Eva. - (2008).

Il cemento armato, questo sconosciuto

BLASI, Carlo;COISSON, Eva
2008-01-01

Abstract

Le recenti norme tecniche e antisismiche pongono sempre più l’accento sulla necessità di un’accurata conoscenza degli edifici esistenti, ed in particolare delle strutture in cemento armato, prima di procedere a verifiche di sicurezza o a interventi di consolidamento. Tale raccomandazione è quanto mai opportuna, soprattutto in un periodo, come quello attuale, nel quale, sia a livello universitario che a livello professionale, l’analisi teorica predomina sulle ricerche sperimentali, sulle indagini in loco e sulle conoscenze tecniche. Il titolo “il cemento armato, questo sconosciuto” è evidentemente un po’ provocatorio: sono infatti ormai cento anni che nelle facoltà universitarie si studia il cemento armato; le prime norme tecniche sul cemento armato risalgono al 1907, mentre le prime norme sulle costruzioni in muratura sono del 1987. Se è diffusa la sfiducia di fronte alle capacità resistenti della muratura, di fronte al cemento armato esiste una istintiva fiducia. Possiamo grossolanamente dividere in due i problemi degli edifici esistenti in cemento armato: i problemi strutturali e i problemi formali o estetici, derivanti dal fatto che gli edifici in cemento armato costituiscono ormai parte della storia dell’architettura e sono spesso documenti di notevole interesse. Lasciamo ad altri i problemi della conservazione per presentare alcune banali esperienze relative alla stabilità, nelle quali ci siamo trovati di fronte a “sorprese”, rispetto alle quali può essere utile mettere in guardia i colleghi. Le esperienze che vogliamo presentare derivano da un’attività oggi molto diffusa: quella delle verifiche della stabilità sismica richieste dall’Ordinanza 3274 per gli edifici “strategici”, che sono spesso in cemento armato. Fonti primarie di “sorprese” sono la qualità dei materiali (la cui verifica in sito, come vedremo, non è banale) e gli effetti, un tempo poco noti, del comportamento plastico. Può così capitare che in un edificio storico, nel quale l’attenzione viene istintivamente concentrata sulle parti più antiche in muratura, le parti che forniscono le sorprese più negative siano quelle di recenti consolidamenti in cemento armato. Un ulteriore trabocchetto negli interventi di verifica della stabilità degli edifici è quello dovuto alla convinzione che i problemi siano nascosti nelle strutture e che un buon calcolo possa mettere in evidenza i pericoli, mentre spesso sono elementi “non strutturali” (e pertanto esclusi dai calcoli di verifica) a rivelarsi critici. La necessità di sopralluoghi e rilievi preliminari accurati, ripetuta tante volte per gli edifici storici e raccomandata dalle norme, costituisce di fatto una necessità assoluta per una sicurezza reale e non teorica. L’individuazione dei pericoli più probabili costituisce la base di quel metodo “empirico sperimentale” per la verifica degli edifici, che, se pure non sufficiente è certamente una procedura indispensabile non solo per le strutture in muratura ma anche per quelle in cemento armato.
2008
9788846498861
Il cemento armato, questo sconosciuto / Blasi, Carlo; Coisson, Eva. - (2008).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/2536979
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