Il lavoro intende proporre una lettura della Lettera 68 di Seneca, focalizzata sulla interferenza tra l’otium del filosofo e l’invidia della gente. L’invidia appare nella sua insidiosa pericolosità non solo nei confronti di chi sembra detenere posizioni di prestigio e di privilegio nella vita pubblica, ma anche per chi si ritira nell’otium, verso cui mette in atto un comportamento morbosamente aggressivo, che si manifesta nella violazione della vita ritirata. L’esame del testo porta ad individuare alcuni elementi che sono comuni alla caratterizzazione dei curiosi. L’admonitio suggerisce il corretto atteggiamento che deve essere assunto da chi si dedica all’otium filosofico, in una speculare opposizione alla ‘curiosità’ degli stolti. La difesa dalla malevolenza dei più, a cui il maestro invita prudentemente l’allievo, si trasforma, nella seconda parte della Lettera, in autodifesa di Seneca. Lo scritto epistolare consente uno sviluppo tematico, in cui elementi comuni alla tradizione letteraria e filosofica si coniugano ad una esperienza personale che costituisce lo sfondo ineliminabile della trama della Lettera.
La Lettera 68 di Seneca: l’otium del filosofo tra sospetto e invidia / Allegri, Giuseppina. - In: PAIDEIA. - ISSN 0030-9435. - 67:(2012), pp. 343-370. [10.1400/198824]
La Lettera 68 di Seneca: l’otium del filosofo tra sospetto e invidia
ALLEGRI, Giuseppina
2012-01-01
Abstract
Il lavoro intende proporre una lettura della Lettera 68 di Seneca, focalizzata sulla interferenza tra l’otium del filosofo e l’invidia della gente. L’invidia appare nella sua insidiosa pericolosità non solo nei confronti di chi sembra detenere posizioni di prestigio e di privilegio nella vita pubblica, ma anche per chi si ritira nell’otium, verso cui mette in atto un comportamento morbosamente aggressivo, che si manifesta nella violazione della vita ritirata. L’esame del testo porta ad individuare alcuni elementi che sono comuni alla caratterizzazione dei curiosi. L’admonitio suggerisce il corretto atteggiamento che deve essere assunto da chi si dedica all’otium filosofico, in una speculare opposizione alla ‘curiosità’ degli stolti. La difesa dalla malevolenza dei più, a cui il maestro invita prudentemente l’allievo, si trasforma, nella seconda parte della Lettera, in autodifesa di Seneca. Lo scritto epistolare consente uno sviluppo tematico, in cui elementi comuni alla tradizione letteraria e filosofica si coniugano ad una esperienza personale che costituisce lo sfondo ineliminabile della trama della Lettera.File | Dimensione | Formato | |
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