Durante il normale ciclo di PUVA terapia con 5-metossipsoralene, si è voluto verificare la concentrazione plasmatica della sostanza nei Pazienti afferenti al Centro di Fotochemioterapia. Tale esigenza è emersa sulla base di differenti risposte terapeutiche interindividuali riguardo a condizioni cutanee apparentemente simili: ad es. stesso tipo di psoriasi, stesso fototipo e stesso peso. La dose somministrata di 5-metossipsoralene o bergaptene è stata di 1,2 mg/kg da assumere insieme ad un piccolo pasto non grasso e 3 ore prima della fotoesposizione presso il Centro PUVA. Il prelievo di sangue veniva effettuato prima della fotoesposizione e ripetuto dopo 30 giorni, per valutare l’eventuale costanza nel tempo della concentrazione del bergaptene. I Pazienti arruolati erano quelli che si presentavano al Centro per iniziare un nuovo ciclo di fototerapia. La patologia maggiormente trattata è stata la psoriasi, ma sono stati effettuati prelievi anche in Pazienti affetti da vitiligine, dermatite atopica e prurigo. Il risultato ottenuto dai prelievi ematici è stato molto variabile sia a livello intraindividuale che interindividuale. Un dato importante emerso è stato quello di aver scoperto l’assenza di bergaptene nel sangue in 4 Pazienti psoriasici sia nel primo che nel secondo prelievo; questi, dopo 1 mese di terapia, non avevano ottenuto alcun beneficio. Questo rilievo sottolinea da una parte l’importanza d’effettuare il fototest che generalmente è considerato una procedura che ritarda l’inizio della terapia spesso richiesta con urgenza dal Paziente e arreca comunque un maggior dispendio di tempo al personale sanitario., dall’altra segnala la presenza di soggetti che non assorbono la sostanza e quindi non risultano essere adatti a tale tipo di terapia. Analizzando I dati emersi dai prelievi all’inizio e dopo 30 gg di terapia si è potuto constatare la mancanza di differenze significative fra le concentrazioni ematiche medie di bergaptene prima e dopo 30 gg e inoltre anche fra I quelle dei vari sottogruppi in cui abbiamo suddiviso I pazienti presi in esame ( sesso, patologia, assunzione contemporanea di altri farmaci). Una volta stabilito questo, si è proposto un range di concentrazione ematica del farmaco che deve essere mantenuta perché la PUVA terapia possa essere efficace (ottenuta considerando l’intervallo fra la ds delle concentrazioni di tutti I pazienti responders). L’assenza di effetti collaterali in tutti I soggetti presi in esame permette inoltre di poter provare ad aumentare Il dosaggio del farmaco nei casi di basse concentrazioni plasmatiche ed eventualmente anche nei casi in cui non si voglia aumentare troppo la dose totale di radiazioni per il paziente con conseguente diminuzione degli effetti dannosi a lungo temine dovute ai raggi UVA. Rimangono comunque ancora alcuni problemi da risolvere per avvalorare ulteriormente le conclusioni cui siamo giunti: in primo luogo la standardizzazione delle preparazioni galeniche di bergaptene, inoltre la possibilità di ottenere un numero più rappresentativo dei campioni presi in esame.
Concentrazione ematica del 5-metossipsoralene nei pazienti in trattamento Puva per os / Santini, Marcello; P., Pavanello; Zucchi, Alfredo; Allegra, Fulvio. - (2001).
Concentrazione ematica del 5-metossipsoralene nei pazienti in trattamento Puva per os.
SANTINI, Marcello;ZUCCHI, Alfredo;ALLEGRA, Fulvio
2001-01-01
Abstract
Durante il normale ciclo di PUVA terapia con 5-metossipsoralene, si è voluto verificare la concentrazione plasmatica della sostanza nei Pazienti afferenti al Centro di Fotochemioterapia. Tale esigenza è emersa sulla base di differenti risposte terapeutiche interindividuali riguardo a condizioni cutanee apparentemente simili: ad es. stesso tipo di psoriasi, stesso fototipo e stesso peso. La dose somministrata di 5-metossipsoralene o bergaptene è stata di 1,2 mg/kg da assumere insieme ad un piccolo pasto non grasso e 3 ore prima della fotoesposizione presso il Centro PUVA. Il prelievo di sangue veniva effettuato prima della fotoesposizione e ripetuto dopo 30 giorni, per valutare l’eventuale costanza nel tempo della concentrazione del bergaptene. I Pazienti arruolati erano quelli che si presentavano al Centro per iniziare un nuovo ciclo di fototerapia. La patologia maggiormente trattata è stata la psoriasi, ma sono stati effettuati prelievi anche in Pazienti affetti da vitiligine, dermatite atopica e prurigo. Il risultato ottenuto dai prelievi ematici è stato molto variabile sia a livello intraindividuale che interindividuale. Un dato importante emerso è stato quello di aver scoperto l’assenza di bergaptene nel sangue in 4 Pazienti psoriasici sia nel primo che nel secondo prelievo; questi, dopo 1 mese di terapia, non avevano ottenuto alcun beneficio. Questo rilievo sottolinea da una parte l’importanza d’effettuare il fototest che generalmente è considerato una procedura che ritarda l’inizio della terapia spesso richiesta con urgenza dal Paziente e arreca comunque un maggior dispendio di tempo al personale sanitario., dall’altra segnala la presenza di soggetti che non assorbono la sostanza e quindi non risultano essere adatti a tale tipo di terapia. Analizzando I dati emersi dai prelievi all’inizio e dopo 30 gg di terapia si è potuto constatare la mancanza di differenze significative fra le concentrazioni ematiche medie di bergaptene prima e dopo 30 gg e inoltre anche fra I quelle dei vari sottogruppi in cui abbiamo suddiviso I pazienti presi in esame ( sesso, patologia, assunzione contemporanea di altri farmaci). Una volta stabilito questo, si è proposto un range di concentrazione ematica del farmaco che deve essere mantenuta perché la PUVA terapia possa essere efficace (ottenuta considerando l’intervallo fra la ds delle concentrazioni di tutti I pazienti responders). L’assenza di effetti collaterali in tutti I soggetti presi in esame permette inoltre di poter provare ad aumentare Il dosaggio del farmaco nei casi di basse concentrazioni plasmatiche ed eventualmente anche nei casi in cui non si voglia aumentare troppo la dose totale di radiazioni per il paziente con conseguente diminuzione degli effetti dannosi a lungo temine dovute ai raggi UVA. Rimangono comunque ancora alcuni problemi da risolvere per avvalorare ulteriormente le conclusioni cui siamo giunti: in primo luogo la standardizzazione delle preparazioni galeniche di bergaptene, inoltre la possibilità di ottenere un numero più rappresentativo dei campioni presi in esame.File | Dimensione | Formato | |
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