L'opera “Farnesia Arbor” (fine del XVII secolo - inizi del XVIII ) è un'incisione su carta, dipinta, intelaiata e incorniciata. E' proprietà privata di una famiglia parmigiana, e molto probabilmente è una delle poche copie dell'albero genealogico falsificato che Francesco Farnese commissionò al fine di giustificare e autenticare la propria discendenza da Costantino il Grande, per acquistare il titolo di Gran Maestro del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio. L'incisore è Mauro Oddi, morto a Parma nel 1702. Il lavoro svolto sull'opera “Farnesia Arbor” è stato articolato in diverse fasi e propone futuri programmi di intervento conservativo. Da un punto di vista conservativo l’opera presenta dei distacchi all’interfaccia tra carta e tela, della carta dalla tela, macchie di diversa natura, deformazione della superficie. Col passare del tempo tutti i manufatti a base di cellulosa subiscono in maniera più o meno evidente il problema dell’acidificazione, spesso connesso a fenomeni di tipo ossidativo. L’acidità dei supporti cellulosici può essere causata da tanti fattori: interazione con ambienti inquinati, presenza di inchiostri ferro-gallici, eventuale presenza di allume nelle colle. Il fenomeno di acidificazione è inoltre una conseguenza diretta dell’inevitabile ossidazione della cellulosa stessa. Dopo un'accurata osservazione dell'opera, sono state effettuate le prime indagini in situ, come analisi mediante XRF per la caratterizzazione dei pigmenti e misura del pH di superficie in più punti. La misurazione del pH rappresenta uno stadio importante per la conoscenza dello stato di alterazione, di acidificazione del substrato e per pianificare un intervento di deacidificazione del manufatto. Dopo avere analizzato l’impasto fibroso del supporto cartaceo e l’adesivo presente tra la carta e la tela (test chimici con i reattivi, 4- dimetilamminobenzaldeide e lugol, reazioni con fluoroglucinolo; analisi mediante microspettrofotometria FTIR) sono stati preparati dei provini in laboratorio con carte fatte a mano a diversa grammatura, incollate su tela di lino, utilizzando una miscela di colla di coniglio e colla d’amido in diverse proporzioni. Tali provini sono stati sottoposti a cicli di invecchiamento termo-igrometrico per testare diversi trattamenti di deacidificazione della carta. Misurazione del pH, analisi colorimetriche sono a tal fine di primaria importanza per monitorare il trattamento, per valutarne l’efficacia e per garantire l’idoneità dell’intervento sull’opera. La sperimentazione e l’applicazione di diverse sostanze deacidificanti sui provini ha permesso di selezionare un metodo idoneo per il trattamento dell’opera “Farnesia Arbor”.

“FARNESIA ARBOR": SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE ANALITICA DEL TRATTAMENTO DI DEACIDFICAZIONE / Casoli, Antonella; C., Isca; I., Saccani; F., Saggese. - (2012). (Intervento presentato al convegno XIII CONGRESSO NAZIONALE DI CHIMICA DELL’AMBIENTE E DEI BENI CULTURALI Dall’emergenza alla sostenibilità: il contributo della Chimica tenutosi a TARANTO nel 10-14 settembre 2012).

“FARNESIA ARBOR": SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE ANALITICA DEL TRATTAMENTO DI DEACIDFICAZIONE

CASOLI, Antonella;
2012-01-01

Abstract

L'opera “Farnesia Arbor” (fine del XVII secolo - inizi del XVIII ) è un'incisione su carta, dipinta, intelaiata e incorniciata. E' proprietà privata di una famiglia parmigiana, e molto probabilmente è una delle poche copie dell'albero genealogico falsificato che Francesco Farnese commissionò al fine di giustificare e autenticare la propria discendenza da Costantino il Grande, per acquistare il titolo di Gran Maestro del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio. L'incisore è Mauro Oddi, morto a Parma nel 1702. Il lavoro svolto sull'opera “Farnesia Arbor” è stato articolato in diverse fasi e propone futuri programmi di intervento conservativo. Da un punto di vista conservativo l’opera presenta dei distacchi all’interfaccia tra carta e tela, della carta dalla tela, macchie di diversa natura, deformazione della superficie. Col passare del tempo tutti i manufatti a base di cellulosa subiscono in maniera più o meno evidente il problema dell’acidificazione, spesso connesso a fenomeni di tipo ossidativo. L’acidità dei supporti cellulosici può essere causata da tanti fattori: interazione con ambienti inquinati, presenza di inchiostri ferro-gallici, eventuale presenza di allume nelle colle. Il fenomeno di acidificazione è inoltre una conseguenza diretta dell’inevitabile ossidazione della cellulosa stessa. Dopo un'accurata osservazione dell'opera, sono state effettuate le prime indagini in situ, come analisi mediante XRF per la caratterizzazione dei pigmenti e misura del pH di superficie in più punti. La misurazione del pH rappresenta uno stadio importante per la conoscenza dello stato di alterazione, di acidificazione del substrato e per pianificare un intervento di deacidificazione del manufatto. Dopo avere analizzato l’impasto fibroso del supporto cartaceo e l’adesivo presente tra la carta e la tela (test chimici con i reattivi, 4- dimetilamminobenzaldeide e lugol, reazioni con fluoroglucinolo; analisi mediante microspettrofotometria FTIR) sono stati preparati dei provini in laboratorio con carte fatte a mano a diversa grammatura, incollate su tela di lino, utilizzando una miscela di colla di coniglio e colla d’amido in diverse proporzioni. Tali provini sono stati sottoposti a cicli di invecchiamento termo-igrometrico per testare diversi trattamenti di deacidificazione della carta. Misurazione del pH, analisi colorimetriche sono a tal fine di primaria importanza per monitorare il trattamento, per valutarne l’efficacia e per garantire l’idoneità dell’intervento sull’opera. La sperimentazione e l’applicazione di diverse sostanze deacidificanti sui provini ha permesso di selezionare un metodo idoneo per il trattamento dell’opera “Farnesia Arbor”.
2012
“FARNESIA ARBOR": SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE ANALITICA DEL TRATTAMENTO DI DEACIDFICAZIONE / Casoli, Antonella; C., Isca; I., Saccani; F., Saggese. - (2012). (Intervento presentato al convegno XIII CONGRESSO NAZIONALE DI CHIMICA DELL’AMBIENTE E DEI BENI CULTURALI Dall’emergenza alla sostenibilità: il contributo della Chimica tenutosi a TARANTO nel 10-14 settembre 2012).
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