Il comportamento degli uccelli rapaci è stato lungamente studiato da vari punti di vista, ma principalmente ecologici: i rapporti preda-predatore, le preferenze alimentari, il comportamento riproduttivo in senso lato, i rapporti interspecifici con altri rapaci, il riconoscimento della preda e l'eventuale formazione dell'immagine di ricerca (ad es. Beissinger, 1983; Mueller, 1987; Widèn et al., 1987; Korpimäki, 1992). Molto poco, invece, è stato fatto per indagare il comportamento predatorio vero e proprio nei confronti soprattutto di prede terrestri, cioè l'analisi delle singole parti formanti la sequenza predatoria, che si inizia con il riconoscimento della preda e termina con la sua ingestione. Un tale studio è molto difficile da compiersi in ambiente naturale, a causa soprattutto dell'occasionalità nell'osservazione del singolo evento predatorio e della grande distanza di fuga che i rapaci mostrano quando si trovano a terra con la preda appena catturata. L'ormai diffusa presenza di Centri di recupero per uccelli rapaci ha permesso di effettuare una serie di esperimenti, alcuni dei quali vengono illustrati in questo contributo, condotti in una situazione standardizzata di laboratorio e con campioni statistici di apprezzabili dimensioni, condizioni, queste, che ben difficilmente si riesce ad ottenere in natura. Si è voluto analizzare in dettaglio il comportamento predatorio e alcune variabili che potenzialmente ne influenzano l'esplicazione, con particolare riguardo agli stimoli provenienti dalla preda, l'influsso sia della durata della cattività che dell'esperienza predatoria al momento del test di predazione.
Titolo: | La predazione negli uccelli rapaci |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 1995 |
Rivista: | |
Abstract: | Il comportamento degli uccelli rapaci è stato lungamente studiato da vari punti di vista, ma principalmente ecologici: i rapporti preda-predatore, le preferenze alimentari, il comportamento riproduttivo in senso lato, i rapporti interspecifici con altri rapaci, il riconoscimento della preda e l'eventuale formazione dell'immagine di ricerca (ad es. Beissinger, 1983; Mueller, 1987; Widèn et al., 1987; Korpimäki, 1992). Molto poco, invece, è stato fatto per indagare il comportamento predatorio vero e proprio nei confronti soprattutto di prede terrestri, cioè l'analisi delle singole parti formanti la sequenza predatoria, che si inizia con il riconoscimento della preda e termina con la sua ingestione. Un tale studio è molto difficile da compiersi in ambiente naturale, a causa soprattutto dell'occasionalità nell'osservazione del singolo evento predatorio e della grande distanza di fuga che i rapaci mostrano quando si trovano a terra con la preda appena catturata. L'ormai diffusa presenza di Centri di recupero per uccelli rapaci ha permesso di effettuare una serie di esperimenti, alcuni dei quali vengono illustrati in questo contributo, condotti in una situazione standardizzata di laboratorio e con campioni statistici di apprezzabili dimensioni, condizioni, queste, che ben difficilmente si riesce ad ottenere in natura. Si è voluto analizzare in dettaglio il comportamento predatorio e alcune variabili che potenzialmente ne influenzano l'esplicazione, con particolare riguardo agli stimoli provenienti dalla preda, l'influsso sia della durata della cattività che dell'esperienza predatoria al momento del test di predazione. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11381/2432098 |
Appare nelle tipologie: | 4.1a Atto convegno Rivista |
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