La Rivista di Storia della Filosofia è peer reviewed journal Il saggio è uscito nel Supplemento monografico al n. 2/2008 della Rivista di Storia della Filosofia dal titolo "Tre studi sulla Krisis", a cura di Gianna Gigliotti. SOMMARIO Il problema della soggettività - che Husserl considera tanto importante quanto difficile, così da parlare ancora nella prima parte della Crisi di «enigma della soggettività» - è molto presente in quest’ ultima opera, ed è stato per lo più studiato nella sua valenza trascendentale, cioè in una prospettiva cartesiano-kantiana. In questo studio sono invece messe in luce le analisi husserliane sul percepire, perché proprio dall’analisi della percezione Husserl ha ricavato l’ incremento nella pluralizzazione dei due poli correlativi (polo del mondo e polo egologico), che caratterizza la Crisi, la quale insiste nel considerarli stratificati e fluenti, addirittura in evoluzione, come suona la traduzione italiana del meno specifico Wandel (mentre fluente è un meno placido strömend husserliano, che evoca lo stream of consciousness di James); e nel considerarli come insiemi di orizzonti spostabili comunque sempre all’infinito, in una costante dinamica di relativizzazione dei modi di darsi dell’invariante nocciolo noematico in determinate configurazioni. Il continuo ritornare di Husserl sul problema delle qualità secondarie a partire dalle Ricerche logiche e fino alla Crisi, dà nei fatti ragione di quell’istanza di continuità del proprio percorso individuale che trova nella Crisi una matura formulazione. Percorso lungo il quale la fuggevolezza, la vaghezza, la fluidità delle qualità secondarie da una parte e della percezione interiore dall’altra hanno mostrato le loro analogie e si sono rivelate – nell’atteggiamento fenomenologico – come un rilevante problema gnoseologico, fulcro della correlazione; da intendersi, quest’ultima, come processo nel quale si configurano le manifestazioni del reale affinché ne possa emergere l’idealità – la forza normativa -, in una riformulazione del significato di reale e ideale alla quale Husserl ha costantemente lavorato, ben al di là di ogni loro semplicistica contrapposizione. Abstract The problem of subjectivity – that Husserl considers such an equally important and difficult subject as to continue discussing <<the enigma of subjectivity>> in the first part of The Crisis of European Sciences and Transcendental Phenomenology - is a recurring theme in this book, and it has been mostly studied in its transcendental meaning, namely from a Cartesian-Kantian perspective. This study aims to emphasize the Husserlian analyses on perception, because it was from the analysis of perception that Husserl extracted the increment in the pluralisation of two correlative poles (the world pole and the ego-pole), that characterizes the Crisis. It persists in considering them as arranged in strata and fluent, even evolving, akin to the Italian translation of the less specific Wandel (while fluent is a less placid Husserlian strömend that evokes James’s stream of consciousness) as well as in considering them as ensembles of horizons that can be always shifted to infinity, in a constant relativisation of the ways to give oneself to the invariant heart of the noematic sense in certain configurations. Husserl would take up the subject of secondary qualities again and again, starting with the Logical investigations to The Crisis, and this actually accounts for the requirement of continuity of one’s own individual path that finds in The Crisis a mature formulation of his thought. It is a long road in which the transience, vagueness, and fluidity of the secondary qualities on the one hand, and of the inner perception, on the other hand, have shown their analogies and turned out to be – in the phenomenological attitude - a significant gnoseological problem, keystone of the correlation. The latter is to be considered as a process where the manifestations of the reality take shape so that the ideality can emerge – the normative force - in a reformulation of the meaning of real and ideal on which Husserl has been constantly working, going well beyond any simplistic opposition.

Correlazione e polisistemi, percezione e stratificazioni nella Crisi / Centi, Beatrice. - In: RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA. - ISSN 0393-2516. - 63 NUOVA SERIE Supplemento al n. 2/2008:(2008), pp. 73-137.

Correlazione e polisistemi, percezione e stratificazioni nella Crisi.

CENTI, Beatrice
2008-01-01

Abstract

La Rivista di Storia della Filosofia è peer reviewed journal Il saggio è uscito nel Supplemento monografico al n. 2/2008 della Rivista di Storia della Filosofia dal titolo "Tre studi sulla Krisis", a cura di Gianna Gigliotti. SOMMARIO Il problema della soggettività - che Husserl considera tanto importante quanto difficile, così da parlare ancora nella prima parte della Crisi di «enigma della soggettività» - è molto presente in quest’ ultima opera, ed è stato per lo più studiato nella sua valenza trascendentale, cioè in una prospettiva cartesiano-kantiana. In questo studio sono invece messe in luce le analisi husserliane sul percepire, perché proprio dall’analisi della percezione Husserl ha ricavato l’ incremento nella pluralizzazione dei due poli correlativi (polo del mondo e polo egologico), che caratterizza la Crisi, la quale insiste nel considerarli stratificati e fluenti, addirittura in evoluzione, come suona la traduzione italiana del meno specifico Wandel (mentre fluente è un meno placido strömend husserliano, che evoca lo stream of consciousness di James); e nel considerarli come insiemi di orizzonti spostabili comunque sempre all’infinito, in una costante dinamica di relativizzazione dei modi di darsi dell’invariante nocciolo noematico in determinate configurazioni. Il continuo ritornare di Husserl sul problema delle qualità secondarie a partire dalle Ricerche logiche e fino alla Crisi, dà nei fatti ragione di quell’istanza di continuità del proprio percorso individuale che trova nella Crisi una matura formulazione. Percorso lungo il quale la fuggevolezza, la vaghezza, la fluidità delle qualità secondarie da una parte e della percezione interiore dall’altra hanno mostrato le loro analogie e si sono rivelate – nell’atteggiamento fenomenologico – come un rilevante problema gnoseologico, fulcro della correlazione; da intendersi, quest’ultima, come processo nel quale si configurano le manifestazioni del reale affinché ne possa emergere l’idealità – la forza normativa -, in una riformulazione del significato di reale e ideale alla quale Husserl ha costantemente lavorato, ben al di là di ogni loro semplicistica contrapposizione. Abstract The problem of subjectivity – that Husserl considers such an equally important and difficult subject as to continue discussing <> in the first part of The Crisis of European Sciences and Transcendental Phenomenology - is a recurring theme in this book, and it has been mostly studied in its transcendental meaning, namely from a Cartesian-Kantian perspective. This study aims to emphasize the Husserlian analyses on perception, because it was from the analysis of perception that Husserl extracted the increment in the pluralisation of two correlative poles (the world pole and the ego-pole), that characterizes the Crisis. It persists in considering them as arranged in strata and fluent, even evolving, akin to the Italian translation of the less specific Wandel (while fluent is a less placid Husserlian strömend that evokes James’s stream of consciousness) as well as in considering them as ensembles of horizons that can be always shifted to infinity, in a constant relativisation of the ways to give oneself to the invariant heart of the noematic sense in certain configurations. Husserl would take up the subject of secondary qualities again and again, starting with the Logical investigations to The Crisis, and this actually accounts for the requirement of continuity of one’s own individual path that finds in The Crisis a mature formulation of his thought. It is a long road in which the transience, vagueness, and fluidity of the secondary qualities on the one hand, and of the inner perception, on the other hand, have shown their analogies and turned out to be – in the phenomenological attitude - a significant gnoseological problem, keystone of the correlation. The latter is to be considered as a process where the manifestations of the reality take shape so that the ideality can emerge – the normative force - in a reformulation of the meaning of real and ideal on which Husserl has been constantly working, going well beyond any simplistic opposition.
2008
Correlazione e polisistemi, percezione e stratificazioni nella Crisi / Centi, Beatrice. - In: RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA. - ISSN 0393-2516. - 63 NUOVA SERIE Supplemento al n. 2/2008:(2008), pp. 73-137.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/2385409
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