A partire da un rapporto elaborato nel 1986 da un gruppo di esperti istituito presso l'OCSE, la flessibilità delmercato del lavoro è diventata la risposta privilegiata alla necessità di "adeguare l'aggiustamento economico agli shock di offerta, proseguire sul terreno dell'innovazione tecnologica, confrontarsi con i nuovi problemi sociali e migliorare la qualità del lavoro" (OCSE 1986). Anche l'Italia ha seguito questa ricetta. Da ormai un decennio le politiche del lavor italiane sono volte all'inserimento di livelli crescenti di flessibilità. L'esperienza permette ormai di fare un bilancio degli effetti e valutare i pro e i contro delle riforme. In questo contributo vengono presentati prima di tutto argomenti atti a sfatare due luoghi comuni, che l'Italia abbia adottato politiche di flessibilità blande e che esista una sola via alla flessibilizzazione del mercato del alvoro. Sono poi esaminati vantaggi e costi della flessibilità individuando nella possibile riduzione della coesione sociale il dano maggiore che questo tipo di politiche può produrre ed esaminando i modi in cui ciò può avvenire. In chiusira verranno presentate considerazioni sulle politiche nuove che, a nostro avviso, sarebbe utile mettere in campo.
Flessibilità del mercato del lavoro e coesione sociale / Biagioli, Mario; Emilio, Reyneri; Gilberto, Seravalli. - In: STATO E MERCATO. - ISSN 0392-9701. - 71:(2004), pp. 277-313.
Flessibilità del mercato del lavoro e coesione sociale
BIAGIOLI, Mario;
2004-01-01
Abstract
A partire da un rapporto elaborato nel 1986 da un gruppo di esperti istituito presso l'OCSE, la flessibilità delmercato del lavoro è diventata la risposta privilegiata alla necessità di "adeguare l'aggiustamento economico agli shock di offerta, proseguire sul terreno dell'innovazione tecnologica, confrontarsi con i nuovi problemi sociali e migliorare la qualità del lavoro" (OCSE 1986). Anche l'Italia ha seguito questa ricetta. Da ormai un decennio le politiche del lavor italiane sono volte all'inserimento di livelli crescenti di flessibilità. L'esperienza permette ormai di fare un bilancio degli effetti e valutare i pro e i contro delle riforme. In questo contributo vengono presentati prima di tutto argomenti atti a sfatare due luoghi comuni, che l'Italia abbia adottato politiche di flessibilità blande e che esista una sola via alla flessibilizzazione del mercato del alvoro. Sono poi esaminati vantaggi e costi della flessibilità individuando nella possibile riduzione della coesione sociale il dano maggiore che questo tipo di politiche può produrre ed esaminando i modi in cui ciò può avvenire. In chiusira verranno presentate considerazioni sulle politiche nuove che, a nostro avviso, sarebbe utile mettere in campo.File | Dimensione | Formato | |
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