Dopo un excursus sull’opera, oltre che del romanziere, del Borgese critico, estetologo, giornalista ed anche sociologo e politologo, che sovrasta di gran lunga per ampiezza e profondità quella di molti altri autori del nostro 900, il saggio mette in luce la recisa presa di distanza dello scrittore dal regime fascista, che lo indusse a un volontario lungo espatrio in America, protrattosi dal 1931 al 1948. Infatti quello che avrebbe dovuto essere un breve soggiorno di natura accademica si trasformò poi in una sorta di auto-esilio, in seguito alla mancata sottoscrizione del giuramento fascista richiesto ai professori. Qui Borgese scrisse corrispondenze per il “Corriere della Sera”, punto di partenza per il celebre Atlante americano, che in origine l’autore intendeva pubblicare con Mondadori, ma che uscì, solo a guerra ultimata, nel 1946 presso Guanda, con data fittizia 1936. Nell’elaborare il suo giudizio sugli States, l’autore prende le distanze dalla convenzionalità delle condanne europee, e contesta le analisi generiche che pretendono di rivelare verità inoppugnabili sulla civiltà statunitense. Il suo obiettivo è piuttosto quello di penetrarne lo spirito e di comprenderne il risvolto umano. Nel saggio le idee borgesiane sono messe a confronto con quelle di altri due celebri autori di reportage dall’America: il Cecchi di America amara e il Soldati di America primo amore.
Ammalarsi d'America. Il Borgese di "Atlante americano" tra Soldati e Cecchi / Cavalli, Annamaria. - In: CARTE DI VIAGGIO. - ISSN 1974-0557. - 2:(2009), pp. 85-103.
Ammalarsi d'America. Il Borgese di "Atlante americano" tra Soldati e Cecchi
CAVALLI, Annamaria
2009-01-01
Abstract
Dopo un excursus sull’opera, oltre che del romanziere, del Borgese critico, estetologo, giornalista ed anche sociologo e politologo, che sovrasta di gran lunga per ampiezza e profondità quella di molti altri autori del nostro 900, il saggio mette in luce la recisa presa di distanza dello scrittore dal regime fascista, che lo indusse a un volontario lungo espatrio in America, protrattosi dal 1931 al 1948. Infatti quello che avrebbe dovuto essere un breve soggiorno di natura accademica si trasformò poi in una sorta di auto-esilio, in seguito alla mancata sottoscrizione del giuramento fascista richiesto ai professori. Qui Borgese scrisse corrispondenze per il “Corriere della Sera”, punto di partenza per il celebre Atlante americano, che in origine l’autore intendeva pubblicare con Mondadori, ma che uscì, solo a guerra ultimata, nel 1946 presso Guanda, con data fittizia 1936. Nell’elaborare il suo giudizio sugli States, l’autore prende le distanze dalla convenzionalità delle condanne europee, e contesta le analisi generiche che pretendono di rivelare verità inoppugnabili sulla civiltà statunitense. Il suo obiettivo è piuttosto quello di penetrarne lo spirito e di comprenderne il risvolto umano. Nel saggio le idee borgesiane sono messe a confronto con quelle di altri due celebri autori di reportage dall’America: il Cecchi di America amara e il Soldati di America primo amore.File | Dimensione | Formato | |
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