L’analisi delle scritture prodotte all’interno di un laboratorio di scrittura creativa presso un Centro Residenziale Psichiatrico consente all’autore di centrare lo sguardo su alcune peculiarità del linguaggio del soggetto schizofrenico. Vengono evidenziate due modalità prevalenti di strutturazione del testo, definite “monadi verbali” e “fiumi di parole”, che solo apparentemente si connettono rispettivamente alle scritture poetiche e a quelle prosastiche, ma che in realtà riflettono due modi differenti di organizzazione del pensiero. Da un lato le “monadi verbali”, che richiamano per alcuni tratti il modello dell’Allegria di Ungaretti, pongono l’accento sulla parola singola, accentuandone la componente semantica; dall’altro il “fiume di parole”, che ricalca il modello del flusso di coscienza di Molly Bloom nell’Ulisse di Joyce, accentua le componenti sintattiche e le connessioni tra le parole e le frasi. La “monadi verbali” potenziano gli aspetti emotivi, i “fiumi di parole” quelli ritmici. Si tratta dei due aspetti che, secondo Loewald, caratterizzano il linguaggio del processo primario. Questi nella persona non psicotica si sintonizzano automaticamente (raggiungendo la bioniana posizione D), mentre nel soggetto psicotico rimangono scisse e separate (cristallizzandosi in PS). Così la semantica e la sintassi, la singola cellula verbale e la frase complessa, la dimensione paradigmatica e quella sintagmatica (Hjelmslev) mostrano di non armonizzarsi organicamente nel pensiero verbale della persona schizofrenica.
Stili di scrittura e stili di pensiero della persona schizofrenica / Barbieri, Gian Luca. - In: RIVISTA DI PSICOLOGIA CLINICA. - ISSN 1828-9363. - 1:(2008), pp. 116-126.
Stili di scrittura e stili di pensiero della persona schizofrenica.
BARBIERI, Gian Luca
2008-01-01
Abstract
L’analisi delle scritture prodotte all’interno di un laboratorio di scrittura creativa presso un Centro Residenziale Psichiatrico consente all’autore di centrare lo sguardo su alcune peculiarità del linguaggio del soggetto schizofrenico. Vengono evidenziate due modalità prevalenti di strutturazione del testo, definite “monadi verbali” e “fiumi di parole”, che solo apparentemente si connettono rispettivamente alle scritture poetiche e a quelle prosastiche, ma che in realtà riflettono due modi differenti di organizzazione del pensiero. Da un lato le “monadi verbali”, che richiamano per alcuni tratti il modello dell’Allegria di Ungaretti, pongono l’accento sulla parola singola, accentuandone la componente semantica; dall’altro il “fiume di parole”, che ricalca il modello del flusso di coscienza di Molly Bloom nell’Ulisse di Joyce, accentua le componenti sintattiche e le connessioni tra le parole e le frasi. La “monadi verbali” potenziano gli aspetti emotivi, i “fiumi di parole” quelli ritmici. Si tratta dei due aspetti che, secondo Loewald, caratterizzano il linguaggio del processo primario. Questi nella persona non psicotica si sintonizzano automaticamente (raggiungendo la bioniana posizione D), mentre nel soggetto psicotico rimangono scisse e separate (cristallizzandosi in PS). Così la semantica e la sintassi, la singola cellula verbale e la frase complessa, la dimensione paradigmatica e quella sintagmatica (Hjelmslev) mostrano di non armonizzarsi organicamente nel pensiero verbale della persona schizofrenica.File | Dimensione | Formato | |
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