Da anni, nella comunità scientifica internazionale, si assiste a un acceso dibattito relativo ai temi della pianificazione e gestione delle risorse idriche che, anche in conseguenza dei ricorrenti eventi atmosferici e climatici, ha progressivamente coinvolto le istituzioni e la società in generale. In Europa, la Direttiva quadro in materia di acque ha sicuramente costituito un momento di coagulo di tale dibattito. In questo quadro culturale un centinaio di esperti europei ha raccolto l’invito della Fondaciòn Nueva Cultura de Acqua e del suo presidente Pedro Arrojo Agudo, professore all’Università di Saragozza e premio Goldman per l’Ambiente nel 2003, per contribuire alla stesura di una Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua. La Dichiarazione (European Declaration for a New Water Culture), con il patrocinio del Ministro dell’Ambiente spagnolo, è stata ufficialmente siglata il 18 febbraio 2005 in Madrid. La Dichiarazione propone molti argomenti di riflessione a chi si occupa di pianificazione territoriale e urbanistica: l’attenzione alla specificità delle scale territoriali; la descrizione delle organizzazioni sociali che del proprio ambiente si devono prendere cura; la sperimentazione di opportune forme di coordinamento tra le politiche pubbliche concorrenti con diverse competenze tematiche e territoriali. Molteplici sono anche le direzioni di sviluppo affidate agli strumenti di governo, a volte antitetiche e di difficile conciliazione. I processi di piano costituiscono comunque irrinunciabili opportunità per stabilire forme di raccordo tra politiche di indirizzo, obiettivi condivisi, strategie prioritarie, azioni territoriali, scenari futuri. I contributi qui presentati hanno l’obiettivo di inquadrare gli esiti della Dichiarazione rispetto alle più generali istanze proposte dal governo delle città e dei territori. Pedro Arrojo Agudo introduce i principi che hanno ispirato la Dichiarazione: costruzione sociale e culturale del concetto di sostenibilità, aspetti etici ed economici nei processi di gestione dell’acqua, rilevanza degli apporti scientifici interdisciplinari e delle forme partecipative nei processi decisionali. José Esteban Castro, coordinatore del Comitato esecutivo della rete di EUWATER, approfondisce i requisiti che devono possedere efficaci processi di governance, nei quali le comunità locali esercitano i propri diritti di rappresentanza nella selezione delle migliori opzioni di sviluppo. A Federica Legnani e Michele Zazzi il compito di presentare alcune note di approfondimento utili a precisare, nel caso italiano, l’esigenza di un contributo specifico del planner al tema del governo dell’acqua, intesa nella sua duplice veste di risorsa e di ecosistema territoriale. Federica Legnani rilegge le esperienze dei piani stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico e dei piani regionali di tutela delle acque, indagando i rapporti che hanno cercato con la pianificazione territoriale e urbanistica, in considerazione del principio, enunciato anche nella Dichiarazione, della necessità di superare approcci settoriali. Michele Zazzi introduce l’ipotesi che il tema della governance applicata ai bacini idrografici possa diventare la chiave interpretativa per motivare la rilevanza di un punto di vista territoriale nel consesso di saperi pluri-disciplinari che hanno contribuito alla Dichiarazione. Tra le innovazioni rilevanti, seppur controverse, si riconoscono l’applicazione di forme di concertazione e negoziazione ai processi di decisione che interessano politiche e azioni territoriali nei bacini locali.
Una nuova cultura dell'acqua. Opportunità per il governo del territorio / Zazzi, Michele; LEGNANI F. A., CURA DI. - In: URBANISTICA. - ISSN 0042-1022. - 127:(2005), pp. 7-29.
Una nuova cultura dell'acqua. Opportunità per il governo del territorio
ZAZZI, Michele;
2005-01-01
Abstract
Da anni, nella comunità scientifica internazionale, si assiste a un acceso dibattito relativo ai temi della pianificazione e gestione delle risorse idriche che, anche in conseguenza dei ricorrenti eventi atmosferici e climatici, ha progressivamente coinvolto le istituzioni e la società in generale. In Europa, la Direttiva quadro in materia di acque ha sicuramente costituito un momento di coagulo di tale dibattito. In questo quadro culturale un centinaio di esperti europei ha raccolto l’invito della Fondaciòn Nueva Cultura de Acqua e del suo presidente Pedro Arrojo Agudo, professore all’Università di Saragozza e premio Goldman per l’Ambiente nel 2003, per contribuire alla stesura di una Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua. La Dichiarazione (European Declaration for a New Water Culture), con il patrocinio del Ministro dell’Ambiente spagnolo, è stata ufficialmente siglata il 18 febbraio 2005 in Madrid. La Dichiarazione propone molti argomenti di riflessione a chi si occupa di pianificazione territoriale e urbanistica: l’attenzione alla specificità delle scale territoriali; la descrizione delle organizzazioni sociali che del proprio ambiente si devono prendere cura; la sperimentazione di opportune forme di coordinamento tra le politiche pubbliche concorrenti con diverse competenze tematiche e territoriali. Molteplici sono anche le direzioni di sviluppo affidate agli strumenti di governo, a volte antitetiche e di difficile conciliazione. I processi di piano costituiscono comunque irrinunciabili opportunità per stabilire forme di raccordo tra politiche di indirizzo, obiettivi condivisi, strategie prioritarie, azioni territoriali, scenari futuri. I contributi qui presentati hanno l’obiettivo di inquadrare gli esiti della Dichiarazione rispetto alle più generali istanze proposte dal governo delle città e dei territori. Pedro Arrojo Agudo introduce i principi che hanno ispirato la Dichiarazione: costruzione sociale e culturale del concetto di sostenibilità, aspetti etici ed economici nei processi di gestione dell’acqua, rilevanza degli apporti scientifici interdisciplinari e delle forme partecipative nei processi decisionali. José Esteban Castro, coordinatore del Comitato esecutivo della rete di EUWATER, approfondisce i requisiti che devono possedere efficaci processi di governance, nei quali le comunità locali esercitano i propri diritti di rappresentanza nella selezione delle migliori opzioni di sviluppo. A Federica Legnani e Michele Zazzi il compito di presentare alcune note di approfondimento utili a precisare, nel caso italiano, l’esigenza di un contributo specifico del planner al tema del governo dell’acqua, intesa nella sua duplice veste di risorsa e di ecosistema territoriale. Federica Legnani rilegge le esperienze dei piani stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico e dei piani regionali di tutela delle acque, indagando i rapporti che hanno cercato con la pianificazione territoriale e urbanistica, in considerazione del principio, enunciato anche nella Dichiarazione, della necessità di superare approcci settoriali. Michele Zazzi introduce l’ipotesi che il tema della governance applicata ai bacini idrografici possa diventare la chiave interpretativa per motivare la rilevanza di un punto di vista territoriale nel consesso di saperi pluri-disciplinari che hanno contribuito alla Dichiarazione. Tra le innovazioni rilevanti, seppur controverse, si riconoscono l’applicazione di forme di concertazione e negoziazione ai processi di decisione che interessano politiche e azioni territoriali nei bacini locali.File | Dimensione | Formato | |
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