L'ultima fase dello sviluppo industriale delle economie avanzate, cha abbiamo immediatamente alle spalle (ultimo quarto del XX secolo), ha visto emrgere un modello di industrializzazione che presenta caratteri di forte discontinuità rispetto al passato. Il nuovo contesto maturato tra la fine degli anni Sessanta e la metà dei Settanta ha determinato un mutamento di comportamento delle imprese sul piano organizzativo, spingendole da un lato a ricercare un abbattimento dei costi fissi e dall'altro ad abbandonare le attività per le quali non avessero una capacità competitiva adeguata. In ambedue le circostanze l'esito netto è stato l'incremento delle transazioni che dall'impresa sono state trasferite al mercato. La sostituzione della gerarchia con il mercato ha richiesto un ampliamento dell'offerta imprenditoriale. L'aumento del numero degli operatori ha coinciso con l'espansione degli scambi tra le imprese, e dunque con un graduale completamento dei mercati degli input intermedi. Nei fatti, questo processo si è tradotto in un cambiamento significativo della struttura industriale: è in questa fase che in Italia, ma anche in altri paesi industrializzati, aumenta il peso economico delle imprese di piccola dimensione. Il processo di deverticalizzazione della struttura industriale, tuttavia, non può durare all'infinito, e tende necessariamente a un limite inferiore. L'ipotesi che viene sviluppata in questo lavoro è che negli anni più recenti fattori esogeni ed in parte endogeni abbiano modificato in modo radicale, in Italia, il contesto operativo in cui agiscono le imprese manifatturiere. Queste trasformazioni hanno comportato una revisione dell'organizzazione produttiva, spingendo in direzione di un ritorno alla gerarchia - ossia verso un rafforzamento organizzativo e dimensionale delle unità produttive già attive. In particolare, il cambiamento ha assunto la forma di un incremento del peso relativo delle unità produttive di dimensione intermedia, dello sviluppo di forme di controlllo "quasi-gerarchiche" quali i gruppi di società, di una contrazione della dinamica demografica che aveva a lungo caratterizzato la fase di affermazione dello small business sector, e di un arresto del processo di deverticalizzazionie delle produzioni almeno per alcune classi dimensionali di imprese.
Struttura industriale e architetture organizzative: ipotesi sul “ritorno” della gerarchia / Arrighetti, Alessandro; Trau', F.. - In: ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE. - ISSN 0391-2078. - 1:(2006), pp. 46-71.
Struttura industriale e architetture organizzative: ipotesi sul “ritorno” della gerarchia
ARRIGHETTI, Alessandro;
2006-01-01
Abstract
L'ultima fase dello sviluppo industriale delle economie avanzate, cha abbiamo immediatamente alle spalle (ultimo quarto del XX secolo), ha visto emrgere un modello di industrializzazione che presenta caratteri di forte discontinuità rispetto al passato. Il nuovo contesto maturato tra la fine degli anni Sessanta e la metà dei Settanta ha determinato un mutamento di comportamento delle imprese sul piano organizzativo, spingendole da un lato a ricercare un abbattimento dei costi fissi e dall'altro ad abbandonare le attività per le quali non avessero una capacità competitiva adeguata. In ambedue le circostanze l'esito netto è stato l'incremento delle transazioni che dall'impresa sono state trasferite al mercato. La sostituzione della gerarchia con il mercato ha richiesto un ampliamento dell'offerta imprenditoriale. L'aumento del numero degli operatori ha coinciso con l'espansione degli scambi tra le imprese, e dunque con un graduale completamento dei mercati degli input intermedi. Nei fatti, questo processo si è tradotto in un cambiamento significativo della struttura industriale: è in questa fase che in Italia, ma anche in altri paesi industrializzati, aumenta il peso economico delle imprese di piccola dimensione. Il processo di deverticalizzazione della struttura industriale, tuttavia, non può durare all'infinito, e tende necessariamente a un limite inferiore. L'ipotesi che viene sviluppata in questo lavoro è che negli anni più recenti fattori esogeni ed in parte endogeni abbiano modificato in modo radicale, in Italia, il contesto operativo in cui agiscono le imprese manifatturiere. Queste trasformazioni hanno comportato una revisione dell'organizzazione produttiva, spingendo in direzione di un ritorno alla gerarchia - ossia verso un rafforzamento organizzativo e dimensionale delle unità produttive già attive. In particolare, il cambiamento ha assunto la forma di un incremento del peso relativo delle unità produttive di dimensione intermedia, dello sviluppo di forme di controlllo "quasi-gerarchiche" quali i gruppi di società, di una contrazione della dinamica demografica che aveva a lungo caratterizzato la fase di affermazione dello small business sector, e di un arresto del processo di deverticalizzazionie delle produzioni almeno per alcune classi dimensionali di imprese.File | Dimensione | Formato | |
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