La tavola bronzea detta Cortonensis, databile tra la fine del III e l’inizio del II secolo a.C., contiene oltre 200 parole che ne fanno per lunghezza il terzo dei testi etruschi, ma il suo significato non è certo. Dopo avere analizzato le ipotesi formulate in precedenza, l’A., a conferma di una sostanza giuridica dei contenuti della Tabula Cortonensis, valorizza un indizio esterno al testo: la peculiare ‘distruzione’ subita, in epoca antica, dalla tavola bronzea, frazionata in otto porzioni quadrangolari, dalle dimensioni analoghe e congruenti. Si tratta di una ‘distruzione’ regolare, studiata, realizzata con cura; il fine di questo intervento pare essere quello di non compromettere la leggibilità del documento, riducendo tuttavia lo stesso a forma differente dalla precedente. Tale forma appare il frutto della volontà di conservare il documento e negarne il contenuto, di predisporlo per una archiviazione in forma speciale, che consenta di ricostruire i contenuti e insieme ne dimostri la non vigenza. Si può suggerire che la Tabula Cortonensis contenesse impegni o più genericamente statuizioni non irrilevanti – il materiale bronzeo ne è una prova evidente - e diffusamente note in ambito locale, le quali, in seguito, persero efficacia. Si pensi all’ampio numero di persone attestate nell’iscrizione, una quarantina, coinvolte a vario titolo, alcune come parti in causa e altre, forse, come testimoni. Questa archiviazione in forma speciale (e inequivocabile) della copia ufficiale in bronzo avrebbe fatto fede anche avverso le altre copie custodite in altre sedi (che potevano essere gli archivi privati dei contraenti o altri ancora). Inoltre questa ‘distruzione’ ragionata potrebbe rappresentare l’esito di una procedura rituale e giuridica, che richiama, in diritto romano, il compimento di gesti predeterminati come nei negozi formali del più antico ius civile, come pure nelle legis actiones. Ancora attingendo a suggestioni che derivano dal diritto romano, si accenna al testamentum ruptum, che nell’aggettivazione conserva memoria di una rottura non più attestata delle tabulae testamenti. Segue la proposta argomentata di alcuni possibili contenuti giuridici specifici del documento.

La ‘distruzione conservativa’ della Tabula Cortonensis / Agnati, Ulrico. - In: ATHENAEUM. - ISSN 0004-6574. - 93:(2005), pp. 135-142.

La ‘distruzione conservativa’ della Tabula Cortonensis

AGNATI, Ulrico
2005-01-01

Abstract

La tavola bronzea detta Cortonensis, databile tra la fine del III e l’inizio del II secolo a.C., contiene oltre 200 parole che ne fanno per lunghezza il terzo dei testi etruschi, ma il suo significato non è certo. Dopo avere analizzato le ipotesi formulate in precedenza, l’A., a conferma di una sostanza giuridica dei contenuti della Tabula Cortonensis, valorizza un indizio esterno al testo: la peculiare ‘distruzione’ subita, in epoca antica, dalla tavola bronzea, frazionata in otto porzioni quadrangolari, dalle dimensioni analoghe e congruenti. Si tratta di una ‘distruzione’ regolare, studiata, realizzata con cura; il fine di questo intervento pare essere quello di non compromettere la leggibilità del documento, riducendo tuttavia lo stesso a forma differente dalla precedente. Tale forma appare il frutto della volontà di conservare il documento e negarne il contenuto, di predisporlo per una archiviazione in forma speciale, che consenta di ricostruire i contenuti e insieme ne dimostri la non vigenza. Si può suggerire che la Tabula Cortonensis contenesse impegni o più genericamente statuizioni non irrilevanti – il materiale bronzeo ne è una prova evidente - e diffusamente note in ambito locale, le quali, in seguito, persero efficacia. Si pensi all’ampio numero di persone attestate nell’iscrizione, una quarantina, coinvolte a vario titolo, alcune come parti in causa e altre, forse, come testimoni. Questa archiviazione in forma speciale (e inequivocabile) della copia ufficiale in bronzo avrebbe fatto fede anche avverso le altre copie custodite in altre sedi (che potevano essere gli archivi privati dei contraenti o altri ancora). Inoltre questa ‘distruzione’ ragionata potrebbe rappresentare l’esito di una procedura rituale e giuridica, che richiama, in diritto romano, il compimento di gesti predeterminati come nei negozi formali del più antico ius civile, come pure nelle legis actiones. Ancora attingendo a suggestioni che derivano dal diritto romano, si accenna al testamentum ruptum, che nell’aggettivazione conserva memoria di una rottura non più attestata delle tabulae testamenti. Segue la proposta argomentata di alcuni possibili contenuti giuridici specifici del documento.
2005
La ‘distruzione conservativa’ della Tabula Cortonensis / Agnati, Ulrico. - In: ATHENAEUM. - ISSN 0004-6574. - 93:(2005), pp. 135-142.
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