Introduzione. L’identificazione di Entamoeba histolytica, agente eziologico di amebiasi, è importante per una corretta diagnosi e una terapia mirata. E. histolytica non è morfologicamente differenziabile da E. dispar, non patogena; pertanto, sono necessari metodi molecolari per distinguerle. Nel presente studio riportiamo i casi di amebiasi e di infezione da E. dispar diagnosticati nel nostro laboratorio nel periodo 2003- 2006 mediante metodi molecolari (PCR convenzionale e real-time) affiancati a quelli tradizionali. Metodi. I campioni di feci (5647) e/o liquido aspirato da ascesso epatico (11) (appartenenti a 1886 pazienti con sospetta parassitosi intestinale) sono stati sottoposti ad esame macroscopico, microscopico ed esame colturale per protozoi e nematodi intestinali. Dai campioni appartenenti a pazienti che presentavano sospetto clinico e/o fattori di rischio per amebiasi è stato inoltre estratto il DNA e sottoposto a PCR (convenzionale e real-time) per l’identificazione di E. histolytica e E. dispar. Risultati. Nel periodo 2003-2006 sono stati diagnosticati nel nostro laboratorio 18 casi (0.95%) di infezione da E. dispar e 10 casi (0.53%) di amebiasi (5 di amebiasi extraintestinale e 5 di dissenteria amebica). Discussione. L’applicazione dei saggi di PCR, affiancati ai metodi tradizionali, si è rivelata indispensabile per una diagnosi accurata consentendo di instaurare prontamente una terapia mirata nei 5 pazienti con amebiasi extraintestinale, evitando un decorso clinico infausto. I saggi di PCR si sono rivelati più sensibili e specifici dei metodi tradizionali: in mancanza dei saggi molecolari, 5 dei 10 casi di amebiasi non sarebbero stati diagnosticati poiché negativi alle indagini tradizionali. Inoltre, i saggi di PCR si sono dimostrati utili per ottenere informazioni riguardanti l’epidemiologia delle infezioni da E. histolytica in un paese non endemico quale l’Italia, permettendoci di comprendere come l’amebiasi non sia limitata a soggetti immigrati, adottati o che abbiano viaggiato in zone endemiche, ma sia presente anche in italiani apparentemente privi di fattori di rischio.
Casi di amebiasi a Parma nel periodo 2003-2006 / Calderaro, Adriana; Gorrini, Chiara; Piccolo, Giovanna; Peruzzi, Simona; Bommezzadri, S; Dettori, Giuseppe; Chezzi, Carlo. - In: MICROBIOLOGIA MEDICA. - ISSN 1120-0146. - 21 (3):(2006), pp. 261-261. (Intervento presentato al convegno XXXV Congresso Nazionale dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (A.M.C.L.I.). tenutosi a Torino nel 19-22 Settembre 2006.).
Casi di amebiasi a Parma nel periodo 2003-2006
CALDERARO, Adriana;GORRINI, Chiara;PICCOLO, Giovanna;PERUZZI, Simona;DETTORI, Giuseppe;CHEZZI, Carlo
2006-01-01
Abstract
Introduzione. L’identificazione di Entamoeba histolytica, agente eziologico di amebiasi, è importante per una corretta diagnosi e una terapia mirata. E. histolytica non è morfologicamente differenziabile da E. dispar, non patogena; pertanto, sono necessari metodi molecolari per distinguerle. Nel presente studio riportiamo i casi di amebiasi e di infezione da E. dispar diagnosticati nel nostro laboratorio nel periodo 2003- 2006 mediante metodi molecolari (PCR convenzionale e real-time) affiancati a quelli tradizionali. Metodi. I campioni di feci (5647) e/o liquido aspirato da ascesso epatico (11) (appartenenti a 1886 pazienti con sospetta parassitosi intestinale) sono stati sottoposti ad esame macroscopico, microscopico ed esame colturale per protozoi e nematodi intestinali. Dai campioni appartenenti a pazienti che presentavano sospetto clinico e/o fattori di rischio per amebiasi è stato inoltre estratto il DNA e sottoposto a PCR (convenzionale e real-time) per l’identificazione di E. histolytica e E. dispar. Risultati. Nel periodo 2003-2006 sono stati diagnosticati nel nostro laboratorio 18 casi (0.95%) di infezione da E. dispar e 10 casi (0.53%) di amebiasi (5 di amebiasi extraintestinale e 5 di dissenteria amebica). Discussione. L’applicazione dei saggi di PCR, affiancati ai metodi tradizionali, si è rivelata indispensabile per una diagnosi accurata consentendo di instaurare prontamente una terapia mirata nei 5 pazienti con amebiasi extraintestinale, evitando un decorso clinico infausto. I saggi di PCR si sono rivelati più sensibili e specifici dei metodi tradizionali: in mancanza dei saggi molecolari, 5 dei 10 casi di amebiasi non sarebbero stati diagnosticati poiché negativi alle indagini tradizionali. Inoltre, i saggi di PCR si sono dimostrati utili per ottenere informazioni riguardanti l’epidemiologia delle infezioni da E. histolytica in un paese non endemico quale l’Italia, permettendoci di comprendere come l’amebiasi non sia limitata a soggetti immigrati, adottati o che abbiano viaggiato in zone endemiche, ma sia presente anche in italiani apparentemente privi di fattori di rischio.File | Dimensione | Formato | |
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