Le fratture complesse del piatto tibiale (Tipo IV, V e VI di Schatzker 1) devono essere considerate lesioni gravi da cui possono esitare sequele importanti. Il trattamento ottimale delle fratture del piatto tibiale è tuttora un argomento dibattuto e diverse opzioni terapeutiche possono essere attuate; la strategia di scelta più indicata nelle fratture complesse, invece, è la riduzione e l’osteosintesi a cielo aperto. Obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare come alcuni fattori prognostici (tipo di frattura, intensità del trauma, presenza di lesioni legamentose e/o meniscali associate alla frattura ed età) siano in grado di influenzare i risultati clinici e radiografici. Abbiamo rivalutato 29 fratture complesse del piatto tibiale (follow-up medio 46 mesi) trattate mediante riduzione ed osteosintesi a cielo aperto. I risultati clinici sono stati soddisfacenti nel 65,5% dei casi e quelli radiografici nel 51,7%. Dalla rivalutazione di questi casi risulta che il tipo di frattura, l’intensità del trauma, la presenza di lesioni legamentose e/o meniscali associate e l’età influenzano in modo significativo i risultati clinici e radiografici favorendo lo sviluppo di artrosi post-traumatica.
Fratture complesse del piatto tibiale: revisione della casistica e valutazione dei fattori prognostici / Pogliacomi, Francesco; M., Frattini; Vaienti, Enrico; Costantino, Cosimo; Soncini, Giovanni. - In: GIORNALE ITALIANO DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA. - ISSN 0390-0134. - 31:(2005), pp. 169-178.
Fratture complesse del piatto tibiale: revisione della casistica e valutazione dei fattori prognostici
POGLIACOMI, Francesco;VAIENTI, Enrico;COSTANTINO, Cosimo;SONCINI, Giovanni
2005-01-01
Abstract
Le fratture complesse del piatto tibiale (Tipo IV, V e VI di Schatzker 1) devono essere considerate lesioni gravi da cui possono esitare sequele importanti. Il trattamento ottimale delle fratture del piatto tibiale è tuttora un argomento dibattuto e diverse opzioni terapeutiche possono essere attuate; la strategia di scelta più indicata nelle fratture complesse, invece, è la riduzione e l’osteosintesi a cielo aperto. Obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare come alcuni fattori prognostici (tipo di frattura, intensità del trauma, presenza di lesioni legamentose e/o meniscali associate alla frattura ed età) siano in grado di influenzare i risultati clinici e radiografici. Abbiamo rivalutato 29 fratture complesse del piatto tibiale (follow-up medio 46 mesi) trattate mediante riduzione ed osteosintesi a cielo aperto. I risultati clinici sono stati soddisfacenti nel 65,5% dei casi e quelli radiografici nel 51,7%. Dalla rivalutazione di questi casi risulta che il tipo di frattura, l’intensità del trauma, la presenza di lesioni legamentose e/o meniscali associate e l’età influenzano in modo significativo i risultati clinici e radiografici favorendo lo sviluppo di artrosi post-traumatica.File | Dimensione | Formato | |
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