L’aumento degli italiani che viaggiano in paesi in via di sviluppo e degli immigrati che periodicamente rientrano nel loro paese d’origine, è alla base dell’aumento delle malattie d’importazione in Italia. In questi giorni, presso il nostro laboratorio è stato diagnosticato un caso di loiasi, causata da microfilarie trasmesse da un dittero ematofago del genere Crysops, presente in Africa centrale ed occidentale e raramente riportata in Italia. Una donna camerunense di 30 anni ha accusato, circa due settimane dopo il suo arrivo in Italia, dolore acuto al bulbo oculare sinistro con sensazione di corpo estraneo. La paziente era in condizioni di benessere generale, non aveva eosinofilia né indici di flogosi. La consulenza infettivologica richiesta da un centro di accoglienza per immigrati, ha formulato il sospetto di un’infestazione da Toxocara canis. Il siero della paziente, inviato al nostro laboratorio, è risultato negativo per la ricerca di anticorpi anti-Toxocara spp. e anti-Trichinella spp. L’anamnesi della paziente aveva fatto sospettare al parassitologo una filariosi e il campione di sangue richiesto allo scopo, sottoposto ad osservazione microscopica a fresco harivelato la presenza di microfilarie mobili e, dopo concentrazione secondo Knott e colorazione con Giemsa, ha consentito di verificare la presenza di microfilarie appartenenti alla specie Loa loa. L’identificazione è stata possibile in seguito alle seguenti caratteristiche morfo-strutturali: lunghezza 300 mm, diametro 7 mm, spazio cefalico 5 mm, presenza di nucleo distale in posizione terminale. Nel siero, nel plasma e nel sangue è stata riscontrata l’assenza di antigeni specifici di Wuchereria bancrofti, microfilaria a maggiore diffusione di Loa loa. La descrizione di questo caso vuole soprattutto richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale che ha assunto il laboratorio di Parassitologia Clinica in questi anni. Infatti, come nel nostro caso, la stretta collaborazione fra infettivologo e parassitologo, preparato a sospettare malattie non endemiche nel nostro paese, ma non per questo assenti, può consentire una tempestiva e corretta diagnosi.

Descrizione del primo caso di loiasi (filariosi) a Parma / Calderaro, Adriana; Piccolo, Giovanna; Zuelli, C.; Incaprera, M.; Arcangeletti, Maria Cristina; Medici, Maria Cristina; Dettori, Giuseppe; Chezzi, Carlo. - In: MICROBIOLOGIA MEDICA. - ISSN 1120-0146. - 19:(2004), pp. 232-232. (Intervento presentato al convegno XXXIII Congresso Nazionale dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI). tenutosi a Padova nel 8-11 GIUGNO 2004).

Descrizione del primo caso di loiasi (filariosi) a Parma

CALDERARO, Adriana;PICCOLO, Giovanna;ARCANGELETTI, Maria Cristina;MEDICI, Maria Cristina;DETTORI, Giuseppe;CHEZZI, Carlo
2004-01-01

Abstract

L’aumento degli italiani che viaggiano in paesi in via di sviluppo e degli immigrati che periodicamente rientrano nel loro paese d’origine, è alla base dell’aumento delle malattie d’importazione in Italia. In questi giorni, presso il nostro laboratorio è stato diagnosticato un caso di loiasi, causata da microfilarie trasmesse da un dittero ematofago del genere Crysops, presente in Africa centrale ed occidentale e raramente riportata in Italia. Una donna camerunense di 30 anni ha accusato, circa due settimane dopo il suo arrivo in Italia, dolore acuto al bulbo oculare sinistro con sensazione di corpo estraneo. La paziente era in condizioni di benessere generale, non aveva eosinofilia né indici di flogosi. La consulenza infettivologica richiesta da un centro di accoglienza per immigrati, ha formulato il sospetto di un’infestazione da Toxocara canis. Il siero della paziente, inviato al nostro laboratorio, è risultato negativo per la ricerca di anticorpi anti-Toxocara spp. e anti-Trichinella spp. L’anamnesi della paziente aveva fatto sospettare al parassitologo una filariosi e il campione di sangue richiesto allo scopo, sottoposto ad osservazione microscopica a fresco harivelato la presenza di microfilarie mobili e, dopo concentrazione secondo Knott e colorazione con Giemsa, ha consentito di verificare la presenza di microfilarie appartenenti alla specie Loa loa. L’identificazione è stata possibile in seguito alle seguenti caratteristiche morfo-strutturali: lunghezza 300 mm, diametro 7 mm, spazio cefalico 5 mm, presenza di nucleo distale in posizione terminale. Nel siero, nel plasma e nel sangue è stata riscontrata l’assenza di antigeni specifici di Wuchereria bancrofti, microfilaria a maggiore diffusione di Loa loa. La descrizione di questo caso vuole soprattutto richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale che ha assunto il laboratorio di Parassitologia Clinica in questi anni. Infatti, come nel nostro caso, la stretta collaborazione fra infettivologo e parassitologo, preparato a sospettare malattie non endemiche nel nostro paese, ma non per questo assenti, può consentire una tempestiva e corretta diagnosi.
2004
Descrizione del primo caso di loiasi (filariosi) a Parma / Calderaro, Adriana; Piccolo, Giovanna; Zuelli, C.; Incaprera, M.; Arcangeletti, Maria Cristina; Medici, Maria Cristina; Dettori, Giuseppe; Chezzi, Carlo. - In: MICROBIOLOGIA MEDICA. - ISSN 1120-0146. - 19:(2004), pp. 232-232. (Intervento presentato al convegno XXXIII Congresso Nazionale dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI). tenutosi a Padova nel 8-11 GIUGNO 2004).
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