Nel campo delle traduzioni latine della Commedia di Dante Alighieri durante l'era umanistica, Giovanni Bertoldi da Serravalle e Matteo Ronto incarnano due approcci distinti all'opera originale, pur condividendo lo stesso intento: universalizzare la Divina Commedia, ampliandone l'accessibilità a un pubblico sempre più vasto, affinché potesse trarne insegnamenti morali e politici. Allo stesso tempo, i loro sforzi miravano a promuovere la fama del sommo poeta oltre i confini italiani. Un'analisi dei primi tre versi dell'Inferno rivela che Giovanni Bertoldi da Serravalle attua una vera e propria translatio, essenziale nella forma: riproduce fedelmente il testo di Dante in prosa latina ritmica, riducendo al minimo gli abbellimenti retorici. Al contrario, Matteo Ronto crea un'opera letteraria, un'interpretatio che si pone in debito con la letteratura classica, a partire dall'uso dell'esametro. La sua traduzione si distingue per la raffinatezza stilistica e retorica, che si traduce in un tono elevato, a volte difficile da interpretare. Questo contributo si propone di mettere a confronto questi due risultati traduttivi, per evidenziarne le somiglianze e le differenze.

E SE LA “COMMEDIA” AVESSE AVUTO UN'ALTRA LINGUA: Inf. I, 1-3 nella Translatio Dantis di Giovanni Bertoldi da Serravalle e di Matteo Ronto / Voce, Stefania. - (2025), pp. 197-210.

E SE LA “COMMEDIA” AVESSE AVUTO UN'ALTRA LINGUA: Inf. I, 1-3 nella Translatio Dantis di Giovanni Bertoldi da Serravalle e di Matteo Ronto

Stefania Voce
2025-01-01

Abstract

Nel campo delle traduzioni latine della Commedia di Dante Alighieri durante l'era umanistica, Giovanni Bertoldi da Serravalle e Matteo Ronto incarnano due approcci distinti all'opera originale, pur condividendo lo stesso intento: universalizzare la Divina Commedia, ampliandone l'accessibilità a un pubblico sempre più vasto, affinché potesse trarne insegnamenti morali e politici. Allo stesso tempo, i loro sforzi miravano a promuovere la fama del sommo poeta oltre i confini italiani. Un'analisi dei primi tre versi dell'Inferno rivela che Giovanni Bertoldi da Serravalle attua una vera e propria translatio, essenziale nella forma: riproduce fedelmente il testo di Dante in prosa latina ritmica, riducendo al minimo gli abbellimenti retorici. Al contrario, Matteo Ronto crea un'opera letteraria, un'interpretatio che si pone in debito con la letteratura classica, a partire dall'uso dell'esametro. La sua traduzione si distingue per la raffinatezza stilistica e retorica, che si traduce in un tono elevato, a volte difficile da interpretare. Questo contributo si propone di mettere a confronto questi due risultati traduttivi, per evidenziarne le somiglianze e le differenze.
2025
9788863190540
E SE LA “COMMEDIA” AVESSE AVUTO UN'ALTRA LINGUA: Inf. I, 1-3 nella Translatio Dantis di Giovanni Bertoldi da Serravalle e di Matteo Ronto / Voce, Stefania. - (2025), pp. 197-210.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/3040573
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