La Tecnologia ha cambiato la faccia del mondo, e la letteratura, in quanto trascrizione e interpretazione del mondo, non poteva non tenerne conto. Da due secoli a questa parte, gli scrittori si interrogano senza posa: buona o malvagia, la tecnologia? bella o brutta? Domande che risuonano spesso nelle pagine di questo libro, i cui fili conduttori sono, per la precisione, tre. Il primo: la rappresentazione letteraria degli oggetti tecnologici. Il secondo: il nesso tra fantastico e tecnologia. L’introduzione in letteratura dei manufatti tecnologici che costituiscono il mondo moderno (treni e automobili, telegrafo e telefono, cinema e fotografia, aerei e piroscafi) avviene attraverso meccanismi stranianti: gli oggetti tecnologici sono bizzarri, inquietanti, perfino perturbanti. Per usare il linguaggio freudiano, la tecnologia è 'unheimlich'. Terza chiave del saggio: il ruolo delle scoperte tecnologiche nell’evoluzione del genere o modo fantastico. A partire da una certa epoca, i cronotopi classici del fantastico – le case infestate, i manieri gotici, le radure nella foresta, i crocicchi diabolici – lasciano spazio a quelli moderni: e questi ultimi si chiamano, appunto, treni direttissimi, sale cinematografiche, camere oscure, fili del telefono. La modernità tecnologica sembra aver contribuito in maniera decisiva alla transizione dalle forme ottocentesche a quelle novecentesche della letteratura sul soprannaturale: dai fantasmi antichi a quelli moderni, dal fantastico classico al neofantastico. Di tutti questi processi, l’opera di Dino Buzzati costituisce un esempio significativo. Perciò, i racconti buzzatiani figureranno in questo volume un po’ come il basso continuo in un concerto di voci – quelle dei testi più o meno grandi della tradizione otto-novecentesca.
Fantasmi antichi e moderni. Tecnologia e perturbante in Buzzati e nella letteratura fantastica otto-novecentesca / Lazzarin, S. - STAMPA. - (2008), pp. 1-118.
Fantasmi antichi e moderni. Tecnologia e perturbante in Buzzati e nella letteratura fantastica otto-novecentesca
Lazzarin S
2008-01-01
Abstract
La Tecnologia ha cambiato la faccia del mondo, e la letteratura, in quanto trascrizione e interpretazione del mondo, non poteva non tenerne conto. Da due secoli a questa parte, gli scrittori si interrogano senza posa: buona o malvagia, la tecnologia? bella o brutta? Domande che risuonano spesso nelle pagine di questo libro, i cui fili conduttori sono, per la precisione, tre. Il primo: la rappresentazione letteraria degli oggetti tecnologici. Il secondo: il nesso tra fantastico e tecnologia. L’introduzione in letteratura dei manufatti tecnologici che costituiscono il mondo moderno (treni e automobili, telegrafo e telefono, cinema e fotografia, aerei e piroscafi) avviene attraverso meccanismi stranianti: gli oggetti tecnologici sono bizzarri, inquietanti, perfino perturbanti. Per usare il linguaggio freudiano, la tecnologia è 'unheimlich'. Terza chiave del saggio: il ruolo delle scoperte tecnologiche nell’evoluzione del genere o modo fantastico. A partire da una certa epoca, i cronotopi classici del fantastico – le case infestate, i manieri gotici, le radure nella foresta, i crocicchi diabolici – lasciano spazio a quelli moderni: e questi ultimi si chiamano, appunto, treni direttissimi, sale cinematografiche, camere oscure, fili del telefono. La modernità tecnologica sembra aver contribuito in maniera decisiva alla transizione dalle forme ottocentesche a quelle novecentesche della letteratura sul soprannaturale: dai fantasmi antichi a quelli moderni, dal fantastico classico al neofantastico. Di tutti questi processi, l’opera di Dino Buzzati costituisce un esempio significativo. Perciò, i racconti buzzatiani figureranno in questo volume un po’ come il basso continuo in un concerto di voci – quelle dei testi più o meno grandi della tradizione otto-novecentesca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


