“Bruciare le frontiere” è un libro sulle migrazioni marocchine contemporanee in Europa. Un libro i cui protagonisti, giovani uomini, la gran maggior parte con meno di trent’anni, tentano di costruirsi una vita nel vecchio continente senza averne il legale diritto. Per questi ragazzi, che viaggiano in modo irregolarizzato, le frontiere non possono essere semplicemente varcate, ma vanno “bruciate”. In Marocco vengono chiamati ḥarrāga, letteralmente “coloro che bruciano”, un segmento crescente di giovani che aspira a spostarsi ed è disposto a viaggiare verso l’Europa irregolarmente. In anni recenti, in modo esponenziale, le politiche securitarie europee e gli accordi di esternalizzazione con i Paesi terzi hanno prodotto un dispositivo di “proibizionismo migratorio”, che, in modo irrealistico e in definitiva fittizio, propone la proibizione delle migrazioni subalterne. Tale approccio, visibilmente inefficace – considerato che i cosiddetti “migranti” continuano in modalità molteplici e diversificate ad arrivare in Europa – relega i viaggi alla dimensione dell’illegalità. In questo senso, genera controproducenti effetti a catena, come la proliferazione del mercato nero attorno alle rotte migranti e il peggioramento generalizzato delle condizioni di mobilità, nella perdita definitiva di garanzie minime per un viaggio degno.
Prefazione. Cosa brucia? Tra proibizionismo migratorio e rotte anti-geografiche / Giliberti, Luca. - (2025), pp. 9-16.
Prefazione. Cosa brucia? Tra proibizionismo migratorio e rotte anti-geografiche
Luca Giliberti
2025-01-01
Abstract
“Bruciare le frontiere” è un libro sulle migrazioni marocchine contemporanee in Europa. Un libro i cui protagonisti, giovani uomini, la gran maggior parte con meno di trent’anni, tentano di costruirsi una vita nel vecchio continente senza averne il legale diritto. Per questi ragazzi, che viaggiano in modo irregolarizzato, le frontiere non possono essere semplicemente varcate, ma vanno “bruciate”. In Marocco vengono chiamati ḥarrāga, letteralmente “coloro che bruciano”, un segmento crescente di giovani che aspira a spostarsi ed è disposto a viaggiare verso l’Europa irregolarmente. In anni recenti, in modo esponenziale, le politiche securitarie europee e gli accordi di esternalizzazione con i Paesi terzi hanno prodotto un dispositivo di “proibizionismo migratorio”, che, in modo irrealistico e in definitiva fittizio, propone la proibizione delle migrazioni subalterne. Tale approccio, visibilmente inefficace – considerato che i cosiddetti “migranti” continuano in modalità molteplici e diversificate ad arrivare in Europa – relega i viaggi alla dimensione dell’illegalità. In questo senso, genera controproducenti effetti a catena, come la proliferazione del mercato nero attorno alle rotte migranti e il peggioramento generalizzato delle condizioni di mobilità, nella perdita definitiva di garanzie minime per un viaggio degno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


