This paper investigates Dostoevsky's pivotal role in reflecting on tyranny, conceived as a pathological distortion of human power. Starting from Berdyaev’s observation on the irrational core of sovereignty, the essay explores Dostoevsky’s multi-layered analysis of domination—psychological, historical, and mytho-metaphysical. Engaging with both Russian autocratic tradition and Western political thought (Aristotle, Plato, Tocqueville), Dostoevsky presents tyranny not merely as the abuse of power by the ruler, but as a dynamic involving the complicity of the enslaved. Through a philosophical-literary inquiry that spans from the religious foundations of Russian monarchy to the Grand Inquisitor in The Brothers Karamazov, and the dystopian plan of Shigalev in Demons, the study shows how tyranny emerges as the corrupted form of humanity’s deep longing for communion, a deformation of freedom, and a collapse of individual responsibility.

Il saggio esplora il nodo centrale rappresentato da Dostoevskij nella riflessione sulla tirannide, intesa come malattia originaria del potere umano. L’analisi parte dalla constatazione di Berdjaev sull’irriducibilità del potere a spiegazioni razionali, per evidenziare la fenomenologia dostoevskijana del dominio, declinata nei suoi aspetti psicologici, storici e mitico-metafisici. In un continuo dialogo con la tradizione russa dell’autocrazia e con il pensiero occidentale (Aristotele, Platone, Tocqueville), Dostoevskij elabora una critica della tirannide che coinvolge non solo il tiranno ma anche lo schiavo, denunciando l’attrazione reciproca che struttura la relazione di dominio. Ne risulta un’indagine filosofico-letteraria che spazia dalle radici religiose della sovranità russa alla figura dell’Inquisitore nei Fratelli Karamazov, passando per l’utopia fallita di Šigalev nei Demoni. La tirannide, alla fine, si rivela come una perversione del bisogno umano di comunione, deformazione del desiderio di libertà e fallimento della responsabilità individuale.

Lo snodo Dostoevskij: la tirannia è una malattia / Ghidini, Maria Candida. - STAMPA. - (2025), pp. 181-198.

Lo snodo Dostoevskij: la tirannia è una malattia

Maria Candida Ghidini
2025-01-01

Abstract

This paper investigates Dostoevsky's pivotal role in reflecting on tyranny, conceived as a pathological distortion of human power. Starting from Berdyaev’s observation on the irrational core of sovereignty, the essay explores Dostoevsky’s multi-layered analysis of domination—psychological, historical, and mytho-metaphysical. Engaging with both Russian autocratic tradition and Western political thought (Aristotle, Plato, Tocqueville), Dostoevsky presents tyranny not merely as the abuse of power by the ruler, but as a dynamic involving the complicity of the enslaved. Through a philosophical-literary inquiry that spans from the religious foundations of Russian monarchy to the Grand Inquisitor in The Brothers Karamazov, and the dystopian plan of Shigalev in Demons, the study shows how tyranny emerges as the corrupted form of humanity’s deep longing for communion, a deformation of freedom, and a collapse of individual responsibility.
2025
978-88-15-39319-7
Il saggio esplora il nodo centrale rappresentato da Dostoevskij nella riflessione sulla tirannide, intesa come malattia originaria del potere umano. L’analisi parte dalla constatazione di Berdjaev sull’irriducibilità del potere a spiegazioni razionali, per evidenziare la fenomenologia dostoevskijana del dominio, declinata nei suoi aspetti psicologici, storici e mitico-metafisici. In un continuo dialogo con la tradizione russa dell’autocrazia e con il pensiero occidentale (Aristotele, Platone, Tocqueville), Dostoevskij elabora una critica della tirannide che coinvolge non solo il tiranno ma anche lo schiavo, denunciando l’attrazione reciproca che struttura la relazione di dominio. Ne risulta un’indagine filosofico-letteraria che spazia dalle radici religiose della sovranità russa alla figura dell’Inquisitore nei Fratelli Karamazov, passando per l’utopia fallita di Šigalev nei Demoni. La tirannide, alla fine, si rivela come una perversione del bisogno umano di comunione, deformazione del desiderio di libertà e fallimento della responsabilità individuale.
Lo snodo Dostoevskij: la tirannia è una malattia / Ghidini, Maria Candida. - STAMPA. - (2025), pp. 181-198.
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