L’epoca medievale viene frequentemente dipinta come un’era di chiusura mentale e intolleranza rispetto a tematiche che nella società contemporanea sono considerate delicate, quali il ruolo sociale dei generi, l’orientamento sessuale e l’espressione dell’identità, nonché la sfera dei diritti fondamentali e delle disparità sociali. Sebbene questa rappresentazione rispecchi in buona parte la realtà storica documentata, sarebbe tuttavia riduttivo considerarla valida in modo universale e assoluto. Il presente contributo si concentra nello specifico sulla questione di genere, e ancora più in particolare, sulla questione di genere rispetto alla figura della donna, alla ricerca di quali possono essere stati alcuni presupposti filosofici e teologici che hanno determinato la risposta che nel Medioevo è stata per lo più data alla questione di genere, orientandola in una certa direzione piuttosto che in un’altra. Per far questo, il presente contributo discute quanto detto da Tommaso d’Aquino e si impegna a provare che Tommaso non ha mai voluto affermare l’inferiorità della donna rispetto all’uomo, di cui anzi riconosce il ruolo e l’importanza all’interno della famiglia e della società, ma che ciononostante Tommaso non ha nemmeno rinunciato a giustificare le differenze di genere, promuovendo una visione gerarchica in cui il maschio è considerato principio e fine della femmina. La sua posizione si potrebbe così condensare nel detto “né uguaglianza, né inferiorità”.

Argomenti teologici e filosofici per la differenza di genere. Il caso di Tommaso d’Aquino / Amerini, Fabrizio. - (2025), pp. 19-34.

Argomenti teologici e filosofici per la differenza di genere. Il caso di Tommaso d’Aquino

Amerini
2025-01-01

Abstract

L’epoca medievale viene frequentemente dipinta come un’era di chiusura mentale e intolleranza rispetto a tematiche che nella società contemporanea sono considerate delicate, quali il ruolo sociale dei generi, l’orientamento sessuale e l’espressione dell’identità, nonché la sfera dei diritti fondamentali e delle disparità sociali. Sebbene questa rappresentazione rispecchi in buona parte la realtà storica documentata, sarebbe tuttavia riduttivo considerarla valida in modo universale e assoluto. Il presente contributo si concentra nello specifico sulla questione di genere, e ancora più in particolare, sulla questione di genere rispetto alla figura della donna, alla ricerca di quali possono essere stati alcuni presupposti filosofici e teologici che hanno determinato la risposta che nel Medioevo è stata per lo più data alla questione di genere, orientandola in una certa direzione piuttosto che in un’altra. Per far questo, il presente contributo discute quanto detto da Tommaso d’Aquino e si impegna a provare che Tommaso non ha mai voluto affermare l’inferiorità della donna rispetto all’uomo, di cui anzi riconosce il ruolo e l’importanza all’interno della famiglia e della società, ma che ciononostante Tommaso non ha nemmeno rinunciato a giustificare le differenze di genere, promuovendo una visione gerarchica in cui il maschio è considerato principio e fine della femmina. La sua posizione si potrebbe così condensare nel detto “né uguaglianza, né inferiorità”.
2025
Argomenti teologici e filosofici per la differenza di genere. Il caso di Tommaso d’Aquino / Amerini, Fabrizio. - (2025), pp. 19-34.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11381/3024175
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