Privato di scopi più alti, incapace di aspirazioni collettive, spogliato della propria dignità come valore a sé stante ed indipendente dal contesto socioeconomico di riferimento, l’uomo moderno è prigioniero della società della prestazione (Leistungsgesellschaft), nella quale dominano però la cultura della vergogna e una narrazione meritocratica falsata: a tal punto che chi si trova a dover giocare la propria partita partendo da condizioni di svantaggio rischia di vedere irrimediabilmente pregiudicata la propria espressione individuale, venendo relegato in una posizione di soggezione alla volontà altrui o di emarginazione sociale. Ma è una vita effettivamente degna quella in cui ci viene suggerito di inseguire qualcosa che non può essere ottenuto, mentre si perde il lusso di poter avere fiducia in un domani migliore? Oggi, creare una condizione esistenziale in cui l’individuo possa essere realmente padrone del proprio destino rappresenta il primo imperativo dello Stato democratico, che solo permettendo ai propri cittadini di scoprire ed eventualmente non sprecare il proprio talento rispetta la volontà costituzionale d’inveramento del principio personalista nella sua accezione relazionale, calata nella realtà giuridico-economica di ognuno.
Costituzione polemica. Orientarsi nello stato di crisi permanente per riscoprire la dignità e l’autorealizzazione individuale - II Edizione / Baroni, M. - STAMPA. - (2024), pp. 7-350.
Costituzione polemica. Orientarsi nello stato di crisi permanente per riscoprire la dignità e l’autorealizzazione individuale - II Edizione
Baroni, M
2024-01-01
Abstract
Privato di scopi più alti, incapace di aspirazioni collettive, spogliato della propria dignità come valore a sé stante ed indipendente dal contesto socioeconomico di riferimento, l’uomo moderno è prigioniero della società della prestazione (Leistungsgesellschaft), nella quale dominano però la cultura della vergogna e una narrazione meritocratica falsata: a tal punto che chi si trova a dover giocare la propria partita partendo da condizioni di svantaggio rischia di vedere irrimediabilmente pregiudicata la propria espressione individuale, venendo relegato in una posizione di soggezione alla volontà altrui o di emarginazione sociale. Ma è una vita effettivamente degna quella in cui ci viene suggerito di inseguire qualcosa che non può essere ottenuto, mentre si perde il lusso di poter avere fiducia in un domani migliore? Oggi, creare una condizione esistenziale in cui l’individuo possa essere realmente padrone del proprio destino rappresenta il primo imperativo dello Stato democratico, che solo permettendo ai propri cittadini di scoprire ed eventualmente non sprecare il proprio talento rispetta la volontà costituzionale d’inveramento del principio personalista nella sua accezione relazionale, calata nella realtà giuridico-economica di ognuno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.