La trasformazione dello spazio aperto che mosbach paysagistes ha sperimentato in questi decenni in diversi continenti, nei concorsi e nelle opere costruite, si rivela fondante per il presente e il futuro della disciplina del progetto di paesaggio: una possibile traccia da seguire, una modalità sulla quale interrogarsi che si propone come ampia e possibile interpretazione delle relazioni tra i temi cruciali del nostro presente (clima, risorse, energia, habitat…). Il lavoro di Catherine Mosbach nelle sue specificità ci restituisce sempre una profonda e peculiare conoscenza dei luoghi, della storia, dell’evoluzione delle culture e degli ecosistemi che appare costruita su realtà tangibili mentre l’autrice innesta, in modo originale, anche scelte strutturate su ciò che nell’immediato non è visibile: la storia geologica, la memoria dell’acqua, i processi di trasformazione e di decontaminazione dei suoli e le tracce dell’uomo. Non è scontato sostenere che il suo progetto sia un’ampia ricerca che comincia da un’indagine approfondita e articolata che, per la Mosbach, procede in molteplici direzioni e arricchisce la conoscenza per condurre a scelte appropriate. In questo modo si impostano alcune ipotesi coesistenti, che risolte coerentemente generano habitat per i viventi e spazi che nutrono l’immaginazione degli uomini. Ogni suo progetto inizia con un percorso di ricognizione di informazioni, una lunga ricerca per conoscere le relazioni tra lo spazio fisico, le trasformazioni indotte, le condizioni attuali e le necessità indagate su più livelli e rintracciando archetipi di paesaggi antichi, tesse una trama diacronica che unisce storia umana e storia naturale.

Imparare da e con il paesaggio. Intervista a Catherine Mosbach / Cortesi, Isotta. - STAMPA. - (2024), pp. 1-131.

Imparare da e con il paesaggio. Intervista a Catherine Mosbach

Isotta Cortesi
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01

Abstract

La trasformazione dello spazio aperto che mosbach paysagistes ha sperimentato in questi decenni in diversi continenti, nei concorsi e nelle opere costruite, si rivela fondante per il presente e il futuro della disciplina del progetto di paesaggio: una possibile traccia da seguire, una modalità sulla quale interrogarsi che si propone come ampia e possibile interpretazione delle relazioni tra i temi cruciali del nostro presente (clima, risorse, energia, habitat…). Il lavoro di Catherine Mosbach nelle sue specificità ci restituisce sempre una profonda e peculiare conoscenza dei luoghi, della storia, dell’evoluzione delle culture e degli ecosistemi che appare costruita su realtà tangibili mentre l’autrice innesta, in modo originale, anche scelte strutturate su ciò che nell’immediato non è visibile: la storia geologica, la memoria dell’acqua, i processi di trasformazione e di decontaminazione dei suoli e le tracce dell’uomo. Non è scontato sostenere che il suo progetto sia un’ampia ricerca che comincia da un’indagine approfondita e articolata che, per la Mosbach, procede in molteplici direzioni e arricchisce la conoscenza per condurre a scelte appropriate. In questo modo si impostano alcune ipotesi coesistenti, che risolte coerentemente generano habitat per i viventi e spazi che nutrono l’immaginazione degli uomini. Ogni suo progetto inizia con un percorso di ricognizione di informazioni, una lunga ricerca per conoscere le relazioni tra lo spazio fisico, le trasformazioni indotte, le condizioni attuali e le necessità indagate su più livelli e rintracciando archetipi di paesaggi antichi, tesse una trama diacronica che unisce storia umana e storia naturale.
2024
9788862429726
Imparare da e con il paesaggio. Intervista a Catherine Mosbach / Cortesi, Isotta. - STAMPA. - (2024), pp. 1-131.
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