Le agitazioni studentesche dell’autunno del 1923 non sono un fatto inedito nella vita delle università italiane. Senza tornare ai “tumulti” ottocenteschi, terminato il primo conflitto mondiale l’agitazione studentesca assunse il carattere di presenza costante e ricorrente. Quelle dell’autunno 1923, tuttavia, avvennero in un contesto decisamente peculiare: in quel momento il governo, da un anno, era guidato dal leader di quel fascismo che godeva della simpatia della maggioranza degli studenti, di cui aveva sostenuto fino a quel momento le rivendicazioni contro i vari ministri dei governi precedenti. Adesso, ad essere criticata era la riforma di un ministro del governo di Mussolini. Eppure, con apparente paradosso, la vicenda divenne un passaggio rilevante nel processo di consolidamento del fascismo e, più ancora, della leadership di Mussolini. Da un lato, infatti, contribuì a far emergere una strutturale difficoltà di socialisti, cattolici e liberali nel confrontarsi con la protesta in atto, che di fatto rimase politicamente ‘orfana’. Dall’altro, la difesa mussoliniana della riforma Gentile come la più fascista delle riforme ebbe tra i primi effetti quello di riportare drasticamente nei ranghi la rilevante componente degli studenti fascisti, i quali, nettamente ostili al ministro Gentile, avevano avuto nella fase iniziale delle proteste addirittura un ruolo di primo piano, in autonomia rispetto alle stesse gerarchie del partito. Assolta la funzione politica, la riforma in sé era pronta ad essere a sua volta riformata e Gentile ad essere allontanato dal ministero della pubblica istruzione.
Le «agitazioni» degli studenti universitari contro la Riforma Gentile / Genovesi, Piergiovanni. - STAMPA. - (2023), pp. 335-354.
Le «agitazioni» degli studenti universitari contro la Riforma Gentile
Genovesi Piergiovanni
2023-01-01
Abstract
Le agitazioni studentesche dell’autunno del 1923 non sono un fatto inedito nella vita delle università italiane. Senza tornare ai “tumulti” ottocenteschi, terminato il primo conflitto mondiale l’agitazione studentesca assunse il carattere di presenza costante e ricorrente. Quelle dell’autunno 1923, tuttavia, avvennero in un contesto decisamente peculiare: in quel momento il governo, da un anno, era guidato dal leader di quel fascismo che godeva della simpatia della maggioranza degli studenti, di cui aveva sostenuto fino a quel momento le rivendicazioni contro i vari ministri dei governi precedenti. Adesso, ad essere criticata era la riforma di un ministro del governo di Mussolini. Eppure, con apparente paradosso, la vicenda divenne un passaggio rilevante nel processo di consolidamento del fascismo e, più ancora, della leadership di Mussolini. Da un lato, infatti, contribuì a far emergere una strutturale difficoltà di socialisti, cattolici e liberali nel confrontarsi con la protesta in atto, che di fatto rimase politicamente ‘orfana’. Dall’altro, la difesa mussoliniana della riforma Gentile come la più fascista delle riforme ebbe tra i primi effetti quello di riportare drasticamente nei ranghi la rilevante componente degli studenti fascisti, i quali, nettamente ostili al ministro Gentile, avevano avuto nella fase iniziale delle proteste addirittura un ruolo di primo piano, in autonomia rispetto alle stesse gerarchie del partito. Assolta la funzione politica, la riforma in sé era pronta ad essere a sua volta riformata e Gentile ad essere allontanato dal ministero della pubblica istruzione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Genovesi P. - Agitazioni vs riforma Gentile-Mulino.pdf
solo utenti autorizzati
Tipologia:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
196.55 kB
Formato
Adobe PDF
|
196.55 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.