Consuetudini associative e conviviali tra la piazza, l’accademia, il contado e la corte costituirono per lungo tempo i contesti per l’esercizio della recitazione: recitazione occasionale, estemporanea, di testi scritti, improvvisati o ricordati, che vengono a comporre un repertorio recitativo vario in un momento in cui il concetto di commedia non aveva ancora assunto i contorni ben definiti conferitigli dalla precettistica classica, né tanto meno aveva proposto le sue prime messinscene. Le tracce di questa tradizione, affidata alle prestazioni di canterini, abili favellatori e narratori, ma anche dei letterati che recitano, rimangono oggi costrette nelle scritture che ce l’hanno tramandate: testi dei cantari, di egloghe, di frottole e di novelle che, tuttavia, se interrogati in controluce possono ancora rivelare i segreti delle loro tecniche espressive e narrative (ma non solo). Il testo letterario e nello specifico la novella diventa, così, il tramite per identificare i “processi creativi” che pertengono non solo all’universo della scrittura ma anche a quello della recitazione e della costruzione drammaturgica, e che consente pertanto di evidenziare l’apporto specifico di novellatori e dicitori (dentro e fuori la finzione letteraria) alla costruzione di componimenti drammatici. Partendo da questa prospettiva la matrice già spesso riconosciuta alla novella come genere definito di volta in volta fortemente “teatrale” o “teatrabile” etc. acquista una nuova valenza. Questo vale sia per le grandi opere (si diceva, come il Decameron del Boccaccio) che per le prove varie e disomogenee ascrivibile al genere novellistico, che questo saggio mira a investigare a partire da un caso specifico, unico e esemplare al tempo stesso, trascurato e esaltato a più riprese dalla critica letteraria e teatrale, quale fu/furono la Catinia di Sicco Polenton e il suo volgarizzamento.
Teatro e performance nella novella del Rinascimento / Bortoletti, Francesca. - In: THE ITALIANIST. - ISSN 0261-4340. - 43:1(2024).
Teatro e performance nella novella del Rinascimento
Francesca Bortoletti
2024-01-01
Abstract
Consuetudini associative e conviviali tra la piazza, l’accademia, il contado e la corte costituirono per lungo tempo i contesti per l’esercizio della recitazione: recitazione occasionale, estemporanea, di testi scritti, improvvisati o ricordati, che vengono a comporre un repertorio recitativo vario in un momento in cui il concetto di commedia non aveva ancora assunto i contorni ben definiti conferitigli dalla precettistica classica, né tanto meno aveva proposto le sue prime messinscene. Le tracce di questa tradizione, affidata alle prestazioni di canterini, abili favellatori e narratori, ma anche dei letterati che recitano, rimangono oggi costrette nelle scritture che ce l’hanno tramandate: testi dei cantari, di egloghe, di frottole e di novelle che, tuttavia, se interrogati in controluce possono ancora rivelare i segreti delle loro tecniche espressive e narrative (ma non solo). Il testo letterario e nello specifico la novella diventa, così, il tramite per identificare i “processi creativi” che pertengono non solo all’universo della scrittura ma anche a quello della recitazione e della costruzione drammaturgica, e che consente pertanto di evidenziare l’apporto specifico di novellatori e dicitori (dentro e fuori la finzione letteraria) alla costruzione di componimenti drammatici. Partendo da questa prospettiva la matrice già spesso riconosciuta alla novella come genere definito di volta in volta fortemente “teatrale” o “teatrabile” etc. acquista una nuova valenza. Questo vale sia per le grandi opere (si diceva, come il Decameron del Boccaccio) che per le prove varie e disomogenee ascrivibile al genere novellistico, che questo saggio mira a investigare a partire da un caso specifico, unico e esemplare al tempo stesso, trascurato e esaltato a più riprese dalla critica letteraria e teatrale, quale fu/furono la Catinia di Sicco Polenton e il suo volgarizzamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.