"Autorizzare la speranza" è un saggio teorico filosofico che riflette sul ruolo della poesia in tempi di crisi del senso e trasformazione sociale. In un'epoca segnata dalla fine delle grandi narrazioni collettive e da un indebolimento delle pratiche simboliche condivise, Testa esplora il potenziale critico della poesia come spazio di resistenza e possibilità. La poesia, per l’autore, non rappresenta semplicemente una forma estetica, ma un modo peculiare di interrogare il reale, un linguaggio che, pur nel suo rapporto “obliquo” con la verità, è capace di evocare un mondo possibile. Centrale è il concetto di “giustizia poetica”, intesa come il tentativo di rendere giustizia all’individuale, alle forme di vita e alla loro irriducibile singolarità. La poesia diventa così uno strumento di conoscenza eventuale, una forma immaginativa che permette di “salvare” il particolare e di immaginare nuove forme di esistenza. La “speranza” che essa autorizza non è un semplice ottimismo, ma un’apertura radicale al futuro, una tensione verso ciò che ancora non è ma potrebbe essere. Il saggio articola questa riflessione intrecciando pensiero filosofico (da Aristotele a Adorno, da Foucault a Nussbaum) e e teoria delle pratiche poetiche, mostrando come la poesia possa abitare le soglie della crisi e trasformarla in laboratorio di immaginazione. In una società che ha smarrito il proprio mandato simbolico, la poesia non indica soluzioni politiche immediate, ma esercita una funzione utopica: mantenere aperta la possibilità del senso, evocare orizzonti alternativi, rendere visibile ciò che il presente opacizza. Attraverso un’esplorazione rigorosa ma appassionata, Autorizzare la speranza propone la poesia come spazio critico in cui il pensiero e l’immaginazione si alleano per restituire al futuro la sua potenza generativa.
Autorizzare la speranza. Giustizia poetica e futuro radicale / Testa, Italo. - STAMPA. - (2023), pp. 1-160.
Autorizzare la speranza. Giustizia poetica e futuro radicale
italo testa
2023-01-01
Abstract
"Autorizzare la speranza" è un saggio teorico filosofico che riflette sul ruolo della poesia in tempi di crisi del senso e trasformazione sociale. In un'epoca segnata dalla fine delle grandi narrazioni collettive e da un indebolimento delle pratiche simboliche condivise, Testa esplora il potenziale critico della poesia come spazio di resistenza e possibilità. La poesia, per l’autore, non rappresenta semplicemente una forma estetica, ma un modo peculiare di interrogare il reale, un linguaggio che, pur nel suo rapporto “obliquo” con la verità, è capace di evocare un mondo possibile. Centrale è il concetto di “giustizia poetica”, intesa come il tentativo di rendere giustizia all’individuale, alle forme di vita e alla loro irriducibile singolarità. La poesia diventa così uno strumento di conoscenza eventuale, una forma immaginativa che permette di “salvare” il particolare e di immaginare nuove forme di esistenza. La “speranza” che essa autorizza non è un semplice ottimismo, ma un’apertura radicale al futuro, una tensione verso ciò che ancora non è ma potrebbe essere. Il saggio articola questa riflessione intrecciando pensiero filosofico (da Aristotele a Adorno, da Foucault a Nussbaum) e e teoria delle pratiche poetiche, mostrando come la poesia possa abitare le soglie della crisi e trasformarla in laboratorio di immaginazione. In una società che ha smarrito il proprio mandato simbolico, la poesia non indica soluzioni politiche immediate, ma esercita una funzione utopica: mantenere aperta la possibilità del senso, evocare orizzonti alternativi, rendere visibile ciò che il presente opacizza. Attraverso un’esplorazione rigorosa ma appassionata, Autorizzare la speranza propone la poesia come spazio critico in cui il pensiero e l’immaginazione si alleano per restituire al futuro la sua potenza generativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


